STAR WORST sarà, per ora, il nome della nuova campagna di "Star Wars Saga Edition". Lo prendo in prestito da un'idea del buon Beppe e lo utilizzo perchè lo trovo geniale e non voglio che una chicca del genere vada persa, e perchè al momento la campagna nuova non ha un titolo vero e proprio tutto suo.

Già! Una nuova campagna ... cominciata nelle ultime settimane di Dicembre con il gruppo del mercoledì impegnato nella creazione dei nuovi personaggi: l'ennesimo gruppo scalcagnato di eroi a spasso per il MIO universo di StarWars ... questa volta ai tempi della caduta della Repubblica, in pratica nei dieci anni tra Episodio I ed Episodio I

Personaggi:

Questi sono gli eroi creati per giocare questa nuova campagna di StarWars:

Arturo = human – jedi =
Luca = taung – soldier =
Matteo = human – jedi =
Ecaterina = droid (battle droid chassis) – soldier =
Giorgio = trandoshan – scout =
Beppe = droid (standard chassis) – scout =

Lo so, per ora dovete accontentarvi di razza, classe ed "attore" ... mancano un bel po' di dettagli per conoscerli un po' a cominciare dai loro nomi, ma non temete, pria o poi aggiornerò.

Diario:

ANTEFATTO:
Tanto tempo fa in una galassia lontana lontana l’oscuro signore dei Sith aveva dato avvio alle sue trame per abbattere i jedi e la Repubblica con l’invasione del pacific pianeta Naboo da parte di un’armata di droidi appartenenti alle potenti gilde commerciali.
Questo è accaduto ormai sei anni or sono … e da quei giorni le tensioni nella galassia non hanno fatto altro che aumentare. La Repubblica, ancora priva di un vero e proprio esercito, per dipanare e risolvere le questioni “internazionali” si affida ora ai jedi per le situazioni più gravi, ora a marshals – sceriffi – per quelle più ordinarie.
In questo ambiente entrano in gioco i nostri eroi: due padawan al seguito di una misteriosa istruttrice conosciuta solo come “dama oscura”, due avventurieri al servizio della Repubblica assegnati al gruppo comandato da una giovane Marshal chiamata Shana Lane, ed i due droidi di sicurezza cui la giovane Shana ha fatto dono di autocoscienza ed autonomia (grazie all’impianto di un processore euristico).
I due gruppi (jedi da una parte e marshal dall’altra) viaggiano assieme su una nave repubblicana diretti su un piccolo lontano planetoide roccioso nel cosiddetto orlo esterno … La maestra jedi viaggia in missione solitaria ed ha portato con se i due padawan per un allenamento speciale in carenza di atmosfera. La giovane marshal, da parte sua, deve guidare la sua squadra nella cattura di un umano reo di aver rubato “qualcosa” alla Repubblica, l’uomo dovrà essere catturato vivo dato che il recupero della refurtiva pare essere vitale.
Il pianeta di per se è una piccola palla rocciosa e poco abitabile trasformata da lungo tempo ormai in una unica installazione mineraria che tuttavia vede in Korthos l’unica vera e propria piccola città della superficie, il resto sono solo agglomerati sparsi di abitazioni e complessi minerari. La popolazione è fredda e diffidente nei confronti degli stranieri ed in particolare dei droidi, ma è accogliente e rispettosa nei confronti dei jedi, dopo che un jedi, da solo, liberò la colonia dalla schiavitù dei sith secoli addietro.

CAPITOLO 1: UN PIANETA FREDDO … UN’ACCOGLIENZA ROVENTE.

Giorno 1 – Bophos (planetoide minerario).

Dopo un lungo viaggio (quindici giorni in hyperdrive) la nave della repubblica atterra dolcemente sulla polverosa superficie di Bophos. I portelloni però non si aprono, sembra che il governo locale abbia qualcosa da ridire sulla missione dei marshals. Solo la Dama Oscura e Shana Lane scendono dal veicolo, disarmate … A terra iniziano una lunga discussione con i burocrati locali che sembrano intenzionati a vietare lo sbarco dei “soldati della repubblica”.
La jedi, esperta diplomatica, intavola una trattativa mettendo sul piatto l’onore dei jedi ed il rispetto che si sono guadagnati secoli fa su questa piccola palla di roccia: dato che lei ha la sua personale missione da svolgere, toccherà ai due padawan scortare la marshal ed il suo gruppo nella caccia al ladro. Il burocrate locale non è d’accordo la marshal dovrà restare sua ospite (o forse ostaggio) mentre gli altri svolgeranno la missione. Le due donne non hanno scelta ed accettano; ma d’altra parte sono perfettamente convinte che la missione sia affrontabile da questa squadra di sei persone …
Inoltre pare che la polizia locale stesse già seguendo il ladro su richiesta diretta del Cancelliere Palpatine … così ai nostri eroi non resta che raggiungere il luogo dove il malvivente si nasconde e catturarlo vivo, con le buone o con le cattive, ma vivo.

Il lungo cammino attraverso la piatta città attraversata da cupi lavoratori a piedi e da enormi veicoli per il trasporto dei materiali minerari, dà ai nostri eroi che sia tutta composta di “prefabbricati” pronti ad essere smontati e spostati in fretta, il che, messo assieme all’atmosfera polverosa ed all’aria rarefatta e puzzolente di ossidi di metallo e roba bruciata, rende l’ambiente ancora più inospitale del previsto; se poi ci si aggiunge la freddezza della popolazione che si tiene alla larga dai “nuovi arrivati” ma li osserva costantemente ed in maniera ossessiva, il quadro è ben poco allegro.
In capo ad un paio d’ore i nostri eroi raggiungono le coordinate che hanno ricevuto: una parete di roccia “tagliata” delimita a nord la piccola città; dentro la parete si aprono una infinità di gallerie nelle quali sembrano finire innumerevoli linee di rotaie. E proprio all’ingresso di una delle gallerie più ampie si leva dal fumo dal rottame ancora fumante di una qualche tipo di veicolo, e la polizia locale ha stabilito un cordone di sicurezza per impedire a chiunque di entrare o uscire da lì. Un gigantesco poliziotto (un umano alto oltre due metri e mezzo e molto robusto) sbraita ordini a destra ed a sinistra: “… evidentemente è lui che comanda qui!”. I nostri eroi si avvicinano e provano a parlare col “sergente”.
La discussione dura poco. Il sergente ha ricevuto ordini precisi, lui tiene d’occhio la strada e la squadra di “esterni” (i nostri eroi) entra nella galleria per stanare il malfattore; pare che non sia da solo, sembra che sia entrato portando con se almeno un paio di guardie.

Il gruppo si muove. La luminosità è scarsa ma garantita da alcune lampade mal funzionanti poste ogni dieci o quindici metri: sprazzi di luce nell’oscurità … molte “ombre in cui nascondersi”. I due jedi lasciano che siano gli altri a decidere la strategia, dopotutto il loro compito è solo accompagnarli, ma sondano comunque la forza nella speranza di percepire un po’ di vita. Il risultato è sorprendente: sotto di loro c’è una grande massa di vita pulsante, talmente intensa da oscurare ogni altra forma vivente, compagni compresi. Si prosegue.

In una grande grotta lo scout trova diverse tracce: “… molte più persone rispetto ai tre previsti … due gruppi distinti … quattro umanoidi con stivaletti militari ed un gruppetto di droidi … una decina di droidi …”; nella grande sala ci sono dei vecchi veicoli per il trasporto minerario fermi … sono dei rottami ma potrebbero essere rimessi in funzione, almeno uno dei due, quello che sembra dirigersi nella galleria dove conducono le tracce. Il gruppo opta per proseguire a piedi … “Ci deve essere un buon motivo se i nostri bersagli hanno evitato di usare i veicoli … non ci faremo fregare così facilmente!

Lo scout avanza nella semioscurità, sempre controllando il terreno in cerca di tracce; ad un tratto all’incrocio con un tunnel più piccolo due luci nell’oscurità attirano la sua attenzione … due droidi (uno per lato) lo bersagliano …
Inizia un rapido scontro a fuoco che seppur breve e sostanzialmente innocuo per i nostri eroi, fa si che la loro tensione ed attenzione aumentino non poco. I due droidi-sentinella erano due “… accozzaglie di ferraglia tenute insieme con fil di ferro e fantasia …”, niente di serio, ma almeno i due fucili sono recuperabili. Soi continua …

Poco più in là una luce giallastra spunta da dietro un angolo … e delle “voci” … sussurri strani in una qualche strana lingua aliena. I nostri eroi si fermano per decidere il da farsi … poi notano una scatoletta metallica proprio in mezzo ai binari, poco prima della curva della galleria … “Deve essere una trappola, forse esplosiva, per chiunque avesse deciso di prendere il veicolo … abbiamo fatto bene a muoverci a piedi.
Uno dei jedi prova a sollevare la scatola metallica con la Forza … ma non si muove, probabilmente è fissata al terreno. Si decide di avanzare furtivi … ma il primo della fila fa scattare comunque la trappola ed il suo grido “Mina di prossimità!” viene coperto dall’esplosione della mina ... KABOOOM … e l’esplosione dà il via ad una nuova e questa volta cruenta battaglia. Da una parte i nostri sei eroi, dall’altra quattro bruti al soldo del malvivente ricercato: due verdi  gamorrean equipaggiati con armi pesanti e due gand (una razza insettoide) armati con semplici fucili blaster. Lo scontro è da subito furioso …
I quattro bruti bersagliano i nostri eroi nascosti da dietro un riparo, e le armi pesanti messe in campo cominciano a fare la differenza. È proprio il momento in cui le due mitragliatrici finiscono i colpi, e con i sue gamorrean che provano a fuggire verso l’interno delle grotte che lo scontro volge a favore dei nostri eroi. Infatti a questo punto la superiorità dei sei diventa schiacciante ed i due gand sono presto messi a tacere … anche uno dei due fuggitivi viene colpito alla schiena ed ucciso.
Lo scontro è finito … è durato circa due minuti, ma per i nostri ancora inesperti eroi è sembrato un’eternità … ed ha pure richiesto un prezzo piuttosto alto: tutti sono feriti e del ricercato ancora nessuna traccia; nonostante gli equipaggiamenti recuperati, il morale è basso.

Fermi a questo punto: in procinto di proseguire le esplorazioni della galleria.

CAPITOLO 2: PRESO.

Giorno 1 – Bophos (planetoide minerario).

Lo scontro coi bruti ha messo a dura prova i nostri eroi: uno dei droidi è praticamente a pezzi ed i viventi sono tutti piuttosto feriti. Solo uno dei gamorrean è riuscito a fuggire lungo l’unico tunnel che rimane; non resta che curarsi in fretta nel miglior modo possibile e seguirlo prima che possa preparare una qualche imboscata.

 

Il cunicolo è più stretto e più buio, ci sono ancora poche lampade qua e là, ma le zone d’ombra sono molte di più di prima … i nostri eroi proseguono guardinghi. All’improvviso un urlo smorzato del gamorrean li coglie di sorpresa e per qualche istante nessuno si muove … poi si continua mandando in avanscoperta lo scout trandoshan. Grazie ai suoi occhi adatti all’oscurità lo scout nota un pozzo verticale giusto lungo una svolta del tunnel … segni recenti di frana lungo il bordo e l’urlo di poco prima gli lasciano intendere che la goffa creatura era troppo impegnata a scappare per prestare attenzione a dove metteva i piedi, finendo per cadere nel pozzo.
Una rapida occhiata e sul fundo (una quarantina di metri più in basso) si scorge acqua … ma nessun cadavere in vista … meglio passare rasenti al muro e non preoccuparsi troppo.

Dopo poco i nostri eroi sbucano in una stanza dove un neimodian (un membro della stessa razza del vicerè Nute Gunray della Federazione dei Mercanti) con la sua scorta di venti droidi sembra in attesa di qualcosa … nonostante il neimodian, in abiti vistosi dall’aspetto nobile e costoso, tenti di intavolare una discussione, lo scout agisce d’impulso, si fa prendere la mano e spara ad un droide mandandolo in frantumi … Il neimodian si dimostra seccato dal danno economica e continua a tentare di installare un dialogo. Solo l’arrivo del resto della squadra permette al dialogo di concretizzarsi … il neimodian dice di essere “vittima anche lui” e di essere lì solo per fare affari con un umano che risponde all’identikit in possesso dei nostri eroi. L’uomo si è allontanato lungo l’unico tunnel qui presente.

 

Lasciato il giovane jedi di guardia il gruppo va avanti, sempre con le armi spianate e pronto a tutto … a bloccarli c’è una porta stagna, troppo nuova per essere parte delle vecchie dotazioni della miniera. Tocca ai droidi provare a far scattare la serratura elettronica … ed in capo a pochi secondi la porta si apre, rivelando una stanza nuova, pulita e rivestita di metallo ed un umano che vistosi sorpreso da troppi avversari alza le mani gridando “Mi arrendo!”.

I nostri eroi sono sconcertati … non si aspettavano una simile conclusione per la cattura di un criminale che, stando alle loro informazioni, doveva essere pericolosissimo. Ammanettato il malvivente tocca allo scout portarlo fuori … gli altri cominciano a perquisire la stanza.
E mentre criminale e scout sono da soli, il prigioniero con un trucchetto mentale jedi fa si che il suo carceriere non sia troppo duro ed anzi cominci ad essergli amichevole.

 

La complicata situazione si risolve ben presto tra domande dei nostri eroi e risposte evasive condite da trucchi mentali del prigioniero … appare evidente che è molto più pericoloso del previsto, ma ormai i cinque “marshals” sono anche convinti che sia saldamente nelle loro mani.
Inoltre, le discussioni col neimodian, il cui nome è Dol-Ker, portano ad un accordo che lascia libero l’alieno il quale da parte sua si impegna ad essere “amico” dei nostri eroi in futuro, ed a fornire loro informazioni o merci a prezzo di favore.

La perquisizione della stanza, che si rivela essere un piccolo rifugio autosufficiente per il nostro criminale in fuga, è molto fruttuosa … armi, merci varie, rare e costose, una speeder-bike che sembra fatta su misura, molti chip di credito ed uno strano manufatto che reagisce “male” ai force-users … Molte domande da fare al prigioniero … e qualche questione da porre ai maestri jedi.

 

In capo a qualche ora sono tutti a bordo della nave repubblicana … la maestra jedi che si fa chiamare “Dama Oscura” non è a bordo, ed ha fatto sapere che rientrerà a Coruscant da sola quando avrà concluso il suo incarico. Non resta che impostare la rotta per il ritorno e saltare in hyperdrive verso casa.
Il salto non è dei migliori … e quindici giorni di viaggio porteranno i nostri eroi via da Bophos e di nuovo a Coruscant.

Cosa li attenderà in futuro?

CAPITOLO 3: ROTTAMI.

Giorno 5 – Hyperdrive.

Il viaggio in hyperdrive si presenta come la solita lenta noia … almeno per i primi cinque giorni. Poi accade l’imprevedibile: un’avaria ai motori … una piccola esplosione … un po’ di sussulti … e la vecchia nave imperiale viene sbalzata fuori dall’hyperdrive in modo brusco e ben poco “salutare”.
I nostri eroi si trovano al buio, improvvisamente prima sbalzati a terra e poi a galleggiare in assenza di gravità. Una situazione pericolosa … ed un senso di allarme ed inquietudine comincia a serpeggiare.

 

In pochi minuti si cominciano a riavviare i sistemi della nave che, alla fine della brusca frenata, si era praticamente spenta; torna la gravità, ma per il resto le notizie non sono buone: i danni sono numerosi … scudi, armi, motori, computer principale, sensori esterni … tutto sembra irreparabilmente danneggiato.

Shane Lane opta per riunire la squadra e mandarla “fuori” a dare un’occhiata con una delle navette; solo quattro membri del gruppo ci andranno: i due droidi, uno dei jedi ed il soldato taung. La situazione è dannatamente seria; la nave repubblicana, infatti, si è bloccata nel bel mezzo di un campo di relitti metallici … sembra quasi un cimitero di navi abbandonate … il rischio di collisioni è elevatissimo e senza scudi né armi, una collisione anche piccola  risulterebbe quasi certamente fatale.

 

Così il gruppo si equipaggia un minimo per l’attività esterna e decolla con uno dei vecchi shuttle della nave per dare un’occhiata ai dintorni … i due droidi ed il soldato prendono posto ai comandi; il jedi si limita ad espandere le proprie sensazioni alla ricerca di Forza Vivente. E se da un lato l’uso dei sensori del piccolo shuttle risulta difficoltoso a causa di una non meglio identificata radiazione di fondo, dall’altro è proprio il giovane jedi a percepire ben quattro “zone” dove la Forza vitale dà dei segnali positivi.

Si decide di fare rotta verso il punto più vicino … a pochi kilometri di distanza si intravede la sagoma del relitto di una nave Kel-dor … ci sono diversi segni vitali a bordo e si opta per un tentativo di salvataggio. Un contatto radio rivela che i kel-dor sopravvissuti sono solamente sei, e che una di loro è l’Ambasciatrice Dalka, in viaggio verso Coruscant per partecipare alle sedute del Senato Galattico … una persona importante dunque!

 

L’avvicinamento al relitto keldoriano è lento … il droide non vuole sbagliare … peccato che un vecchio droide-starfighter mezzo arrugginito stesse fluttuando nei paraggi e, attirato dai motori della nave dei nostri eroi, abbia cominciato una nuova corsa d’attacco … comincia un combattimento inaspettato … i nostri eroi non sono a loro agio dentro uno shuttle, nessuno di loro ha ricevuto il giusto addestramento al combattimento aereo; non resta che darsi da fare, ognuno per il meglio … e confidar nella Forza.
I primi colpi del droide vanno a segno, ma gli scudi e la corazzatura della nave reggono ed il risultato è solo qualche graffio … la risposta del droide soldato (in posizione di armiere) è rapida ed efficace e nel giro di pochi secondi la minaccia è neutralizzata … il vecchio droide-starfighter è neutralizzato.

Non resta che attaccarsi al portello della nave aliena … attendere qualche ora che i kel-dor si preparino ad un soggiorno in una atmosfera per loro tossica indossando le loro caratteristiche maschere ed il gioco è fatto. Si ha così anche il tempo di porsi qualche domanda riguardo all’attacco subito e di fare qualche analisi in più sul misterioso campo di detriti che avvolge “tutto” … e questa volta, quantomeno, si riesce a tracciarne approssimativamente i confini ed a stabilire una sorta di punto di emanazione della misteriosa radiazione di fondo.

 

Passate le ore e recuperati i sei sopravvissuti si torna alla base per affidarli alle cure del personale specializzato; ma non c’è tempo per riposare … altre tre forme di vita attendono di essere contattate.

Il relitto più vicino sembra essere un “container spaziale” alla deriva … dentro deboli segnali di Forza vivente … la manovra di attracco qui è più difficile, il container ruota su se stesso, e la sua massa è simile a quella dello shuttle dei nostri eroi … manovra difficile, si diceva, ma il droide scout, il pilota, si rivela abbastanza abile ed aggancia le due navi causando solo pochi danni.
Lo spazio nel container è buio ed angusto, e la vista del suo contenuto è agghiacciante: diversi umani morti … una decina di lavoratori, a giudicare dai vestiti. Morti per denutrizione e mancanza di aria … solo due sembrano vivi, ma versano in condizione gravissime … non resta che caricarli a bordo, a rischio di caricare con loro anche chissà quale organismo patogeno, e trasportarli d’urgenza all’infermeria della nave repubblicana.

 

A questo punto, dopo una disinfezione dello shuttle, si prosegue verso il terzo relitto, convinti che si tratti solo di un noioso volo avanti ed indietro per portare in salvo alcune persone.
Lo spazio però è infido … e qui lo è ancora di più del solito … nelle vicinanze del terzo relitto la nave resta bloccata da un potente campo magnetico: i motori si spengono … come se non bastasse la magnetizzazione dello scafo comincia ad attirare piccoli frammenti metallici (numerosissimi all’interno di tutto il campo di rottami) che vanno ad appesantire la massa della nave rendendone più difficile il moto. Per un attimo i nostri eroi si sentono spacciati … sembra che l’unica possibilità possa essere un po’ di attività extra veicolare per liberare la nave dalla “crosta metallica” che rapidamente va a formarsi … Poi il pilota ed il taung decidono di provare un’ultima volta a liberarsi … i motori partono (onore al nostro grosso soldato alieno) e con un po’ di abilità, di overburst e soprattutto di fortuna, il pilota riesce a far muovere lo shuttle … i pochi minuti necessari ad uscire dal pericolo sembrano eterni … in seguito non resta che programmare i sensori della nave per rilevare altre eventuali bolle magnetiche simili.
La nave aliena questa volta è molto più aliena del previsto … sembra fatta di roccia più che di metallo … ed anche localizzare un portello risulta al primo impatto difficoltoso. Ma i nostri eroi non mollano: dentro quel relitto c’è una Forza vitale che forse ha bisogno di aiuto …
Il portello viene localizzato grazie ai sensori dello shuttle e ben presto le due navi si ritrovano agganciate con una sapiente mossa del pilota. Si entra … solo per scoprire ambienti sempre più alieni … ed il cadavere di uno strano rettiloide grigio … è il droide pilota a provare a calarsi per primo nella nave aliena; e proprio lui fa in tempo a notare la figura di un grosso animale (una specie di lupo-rettile) che dapprima abbozza un attacco, poi rendendosi conto che l’invasore non è commestibile si allontana nascondendosi … “Meglio lasciare perdere!” … stacchiamoci da qui e puntiamo verso l’ultimo relitto.

Fermi a questo punto … in una gigantesca anomalia spaziale!

CAPITOLO 4: ANCORA ROTTAMI.

Giorno 5 – Un punto imprecisato dello spazio.

Sganciatisi dall’ultime relitto, non resta che un’unica fonte di Forza vivente da controllare. Il volo è breve ed il nuovo relitto è in vista: si tratta di una vecchia grande nave da guerra … quasi completamente depressurizzata a giudicare dagli squarci nello scafo, ma la Forza non mente: c’è qualcuno o qualcosa di vivo là dentro!
Localizzato un portello si entra …
Dentro soltanto buio ed assenza di gravità …

 

Si prosegue lungo un corridoio … una via obbligata dal portello ad una grande sala. Qui una decina di corpi fluttuano morti e freddi … sono tutti stati uccisi con armi da taglio o da fuoco, ma erano disarmati; un intero equipaggio massacrato senza pietà. Sono umanoidi … grandi e grossi … mandaloriani, forse, stando alle conoscenze del nostro soldato umano: “… i più grandi guerrieri della storia! Estinti da secoli … si dice.”
Stranamente non c’è segno degli aggressori … niente sangue … niente cadaveri … solo segni di artigli di una zampa di qualcosa … il mistero si infittisce; “Cosa ci fa qui una nave di mandaloriani? E se erano così possenti guerrieri, chi può aver fatto questo impunemente?

Si decide di seguire ancora la Forza … un portello chiuso sembra celarne la fonte. Con un po’ di peripezie si giunge in un piccolo corridoio illuminato e dove c’era atmosfera … un’altra porta air-lock potrebbe nascondere qualcuno ancora vivo. Con attenzione si prosegue senza depressurizzare le nuove stanze … un’infermeria a prima vista … “Qui la gravità funziona … è bassa ma funziona … vorrà dire che ci muoveremo a saltelli, ma almeno avremo i piedi a terra … e c’è atmosfera …” i nostri vivi staccano i respiratori … hanno solo un’ora d’aria ed è meglio conservarla … l’aria è respirabile … ma c’è una puzza diffusa e nauseabonda.

 

Si comincia con la calma ad esplorare l’infermeria … guidati sempre dalla Forza, i nostri eroi scoprono una gigantesca vasca di bacta (o meglio quella che secondo loro è una gigantesca vasca di bacta) con dentro un mandaloriano; “… è lui l’origine della Forza vitale che percepisco …” tuona il jedi, cominciando a pensare a come tirarlo fuori da lì.
Prima di proseguire nella stanza adiacente (separata da una porta comune e quindi, in teoria, pressurizzata) i nostri eroi provano a scassinare un armadietto chiuso da una elaborata serratura elettronica: il droide soldato, spinto da non si sa bene quale desiderio, si impegna e non desiste nemmeno dopo aver fatto scattare per ben due volte il sistema di protezione (che lo ha danneggiato un po’ con scariche di ioni) … finalmente il comparto si apre e rivela due pistole di fattura molto strana ed un fucile altrettanto strano, “… due caricatori … plasma e ioni, forse … armi interessanti, senza dubbio … e senza dubbio di un certo valore!”.

Si prosegue nella stanza successiva … un piccolo studio ed un passaggio “sopra l’infermeria” verso la grande vasca di bacta. Nel passaggio una scaletta metallica scompare in un buco nel soffitto … condotti di controllo, apparentemente. Il nostro soldato taung è il primo ad avventurarsi in questo luogo buio … ed è troppo spavaldo ed avventato, o forse solo inesperto. Dal condotto nel soffitto salta a terra un enorme umanoide vagamente rettile … artigli possenti si avventano sul soldato ma lo mancano … il taung risponde al fuoco attirando l’attenzione degli altri … e comincia lo scontro.
L’alieno è forte ed i suoi artigli ferisco ripetutamente diversi “viventi” (in effetti per ora sembra ignorare i due droidi) … lo scontro è feroce e violento ma ben presto la superiorità numerica si fa sentire ed il grosso rettile, dapprima tenta di fuggire di nuovo nel condotto … ma poi viene abbattuto definitivamente.
I nostri eroi sono stanchi e feriti … e chissà in che condizioni sono le loro tute pressurizzate … come se non bastasse il jedi è perplesso “… perché non lo sentivo? Un’altra cosa di cui dovrò riferire e chiedere spiegazioni al mio ritorno al tempio!”

 

Fermi a questo punto … ancora indecisi su cosa fare col mandaloriano nella vasca di bacta.

CAPITOLO 5: RITORNO A CASA.

Giorno 5 – Un punto imprecisato dello spazio.

Sconfitto il nemico non resta molto tempo … i nostri eroi devono mettere da parte le loro perplessità e pensare a salvare il mandaloriano ed a ritornare alla nave madre.
Più facile a dirsi che a farsi; ci vuole circa un’ora di lavoro (in particolare per il droide soldato e per il taung) ma alla fine il mandaloriano incosciente viene prelevato dal bacta-tank, messo a forza dentro una tuta pressurizzata e caricato sulla navetta. In breve si torna alla nave-madre dove il misterioso “prigioniero” viene preso in carico dall’equipe medica … di lì a poche ore tutte le riparazioni necessarie minime sono effettuate e la nave può ripartire in direzione di Coruscant.

Le manovre per uscire dall’anomalia spaziale sono complesse e rischiose … “Non è mai salutare sovraccaricare i motori … ma quando è l’unica possibilità, non resta altra scelta!” … Così tra scossoni vari e dopo i lunghi calcoli per il salto in hyperdrive finalmente si va!

Ci vogliono solo otto giorni di viaggio per raggiungere Coruscant … otto giorni per le cure e le riparazioni del caso … otto giorni di pausa.

 

Giorno 13 – Coruscant.

Finalmente si atterra ed il gruppo si divide: da un lato la Marshall si occupa di consegnare prigionieri, ospiti e materiali recuperati ai suoi superiori al Senato; dall’altro i soldati (droidi e non) si godono la paga che hanno appena ricevuto e si sparpagliano nei meandri del grande pianeta-città a fare spese; per ultimi i due jedi tornano al tempio a palesare ai maestri i loro dubbi ed a presentare lo strano oggetto ritrovato. Il colloquio con lo strano Maestro Rancisis porta con se anche una novità: i due jedi potrebbero essere abbastanza maturi da non essere più considerati padawan … da lì a qualche giorno il consiglio deciderà se sottoporli alle prove finali o meno.

 

Fermi a questo punto … tutti su Coruscant impegnati nelle loro faccende personali.

CAPITOLO 6: UN NUOVO VIAGGIO.

Giorno 20 – Coruscant

Dopo qualche giorno di attesa i due jedi vengono di nuovo convocati dal consiglio. Sono stati giudicati “pronti” … Sono stati giudicati abbastanza esperti da sottoporsi all’ultima prova per diventare cavalieri jedi a tutti gli effetti e non essere più padawan.
Si tratta di raggiungere Nexxus, un pianeta non molto lontano da Coruscant, per controllare se in un’area sacra jedi che si trova lì ci siano degli intrusi come il consiglio sospetta. Una semplice esplorazione dunque? Certo con la complicazione di dover “scacciare” eventuali intrusi dall’area sacra, ma pur sempre una semplice esplorazione? Non proprio! La situazione è complicata dal fatto che su Nexxus i jedi non sono molto ben visti (ed ai nostri eroi non è dato sapere perché) … Il pianeta è per gran parte selvaggio e c’è solo un’unica città vera e propria, un bel cambio di ambiente rispetto a Coruscant o al lontano e polveroso Bophos; e se già nella città i jedi sono poco accettati nessuno sa di preciso dove possa spingersi l’odio nei loro confronti nelle zone selvagge. Insomma non sarà facile … ma i membri del consiglio non vogliono certo mandare due promettenti cavalieri jedi allo sbaraglio, per tanto non viaggeranno da soli, ma avranno con loro quella che si potrebbe definire una scorta affidabile.
I due jedi accettano … sentono che è la cosa giusta da fare … ma sanno anche che simili occasioni si presentano di rado e quindi hanno la sensazione di non avere altra scelta che accettare. La partenza è fissata per l’indomani.

 

 

Giorno 21 – Coruscant

Un vecchio shuttle dall’aspetto trasandato attende sulla pista di uno dei tanti spazioporti di Coruscant … e assieme al veicolo una squadra di “soldati” attende i due jedi … sono tutte facce note: la stessa squadra conosciuta in occasione della missione si Bophos …  forse qualcuno ha pensato che conoscendosi già potessero lavorare meglio in team … o forse c’è qualcos’altro sotto … qualcosa di non detto!
In capo a qualche ora la nave è pronta … il gruppo imbracato e pronto a prendere il volo … con un po’ di difficoltà ci si prepara al salto in hyperdrive … e di lì a soli tre giorni Nexxus sarà in vista.

 

Giorno 24 – Nexxus

L’uscita dall’hyperdrive è molto più professionale della partenza … la destinazione è raggiunta: un piccolo sistema solare disperso nelle zone centrali della Galassia; solo cinque pianeti … Nexxus è il terzo … una palla verde brillante, un mondo coperto di giungle e foreste, con un unico mare (un grande lago, per essere più precisi) in posizione equatoriale e con un’unica grande città posta sull’unica isola che appare in quel mare … l’unico lembo di terra non occupato da umide foreste.

 

Le coordinate in possesso dei jedi non puntano alla città … la destinazione sembra essere un punto nel folto delle giungle equatoriali del pianeta …

Una prima esplorazione dall’alto porta subito a notare le rovine: il sito sacro dei jedi … si decide di scendere a breve distanza. L’atterraggio è morbido … ed il pianeta si presenta subito con la sua rigogliosa natura … con una giungla fitta … ed umida … tutt’altro che un paradiso per i due droidi!
Si comincia l’esplorazione ed il trandoshan, lo scout del gruppo, individua ben presto molte tracce: “… calzature militari leggere … niente droidi … una grossa lucertola quadrupede, forse una cavalcatura. Sono sicuramente un bel po’ di persone … il terreno è morbido … le tracce si vedono bene … ma è difficile dire con precisione quanti siano …”.

 

Si prosegue … nella giungla … seguendo le tracce di quelli che probabilmente sono gli intrusi da scacciare. La marcia è tranquilla nonostante il terreno sia difficile e la renda faticosa … Niente disturba i nostri eroi …
L’unica stranezza è una curiosa pozza d’acqua … una specie di inghiottitoio verticale con l’acqua ad un paio di metri più in basso rispetto alla foresta circostante … Qualcosa sul fondo brilla ed il trandoshan, sceso verso il bordo dell’acqua, concentrandosi sulla Forza solleva l’oggetto mostrando per la prima volta i suoi poteri nascosti (per lo stupore degli altri, in particolare dei jedi). L'oggetto recuperato è una  statuetta che rappresenta un umanoide magro e cornuto molto stilizzato … qualcosa di religioso secondo il parere comune del gruppo … e viene ributtata in acqua nonostante possa avere un certo valore. È ora di ripartire … il trandoshan di nuovo confida nell’aiuto della Forza e con un balzo incredibile torna dai suoi compagni di avventure …

Si giunge così in vista delle rovine … il muro di cinta è stato fatto esplodere per creare un accesso all’area sacra (anche se nessuno riesce effettivamente a capire che tipo di esplosivo sia stato utilizzato … e perfino se effettivamente sia stato utilizzato esplosivo) … Ombre oscure si muovono all’interno dell’area sacra … prima di andare avanti il jedi, guidato da quello che si potrebbe definire un cattivo presagio, prova a percepire la presenza del lato oscuro … ed in breve ne ha la conferma: “Il lato oscuro della forza è là dentro! Cerchiamo gli intrusi e scacciamoli!”
Si entra … e subito quattro strane guardie agghindate con strani mantelli neri si gettano sui nostri eroi sguainando spade elettrificate (o almeno questo è ciò che sembrano). Ha inizio un furioso combattimento che vede i quattro eroi presenti dare battaglia alle quattro guardie con tutte le armi a disposizione: spada lasere del jedi, fucile blaster del droide scout, mitragliatrice blaster del soldato taung e spada del trandoshan (la spada mandaloriana recuperata solo qualche giorno prima) … ma le quattro guardie sembrano in grado di tenere duro nonostante usino solo quelle strane spade … Per un po’ il confronto regge … poi i colpi di arma da fuoco (specie quelli della mitragliatrice del taung) si fanno via via più pesanti e mandano al tappeto i quattro spadaccini. I nostri eroi, però, hanno il buon senso di limitarsi a stordirne uno per catturarlo ed interrogarlo.
Il risultato è una vittoria ad alto prezzo … i nostri eroi sono profondamente feriti, specialmente il jedi presente, quello che ha rischiato di più la pelle visto il particolare accanimento usato dai nemici contro di lui.

 

Dopo lo scontro resta il tempo per una veloce perquisizione … niente di notevole a parte le spade (che sembrano emettere ioni … cosa che potrebbe risultare molto dannosa per un droide) ed i mantelli … intessuti con qualcosa di molto resistente ed in grado di proteggere almeno in parte dai colpi di blaster (e non solo) chi li indossa. Nuovi equipaggiamenti che torneranno certamente utili nel proseguo della missione.

Fermi a questo punto … con i nostri eroi in procinto di entrare nella vera e propria area sacra jedi.

CAPITOLO 7: DARK JEDI?

Giorno 24 – Nexxus

Riequipaggiati alla buona e con ancora qualche ferita da smaltire, i nostri eroi entrano finalmente nell’area sacra alla ricerca degli intrusi. La prima sensazione strana arriva al nostro trandoshan che si sente “osservato” dai volti ritratti nei  bassorilievi che decorano l’edificio più vicino … niente di fatto se non che dove si presume dovesse essere l’ingresso (l’unico pezzo di muro senza bassorilievi) una voce nella testa gli consiglia di entrare se è in cerca di conoscenza. Il come è lasciato nelle sue mani … e l’importanza della missione suggerisce di lasciare perdere (almeno per il momento).

 

Si prosegue verso il secondo edificio … anche qui la parte di muro priva di decorazioni segnala l’ingresso … ed anche qui sembra essere stato fatto esplodere come il muro perimetrale, cioè anche qui, in realtà, manca qualsiasi traccia di esplosivo … All’esterno una grossa lucertola sellata attende pigramente al sole il ritorno del suo cavaliere …
Devono essere entrati lì … andiamo!” suggerisce il giovane jedi ansioso di completare la “prova”.
Si comincia a scendere una lunga e buia scalinata … per fortuna la capacità di vedere anche al buio del trandoshan e di uno dei droidi permette di evitare di cadere in un profondo buco irto di punte e lame … una trappola mortale a giudicare dal cadavere di un uomo vestito come quelli appena sconfitti  che giace in pezzi una trentina di metri più in basso.

Si giunge finalmente e senza ulteriori indugi in una vera e propria stanza … qui attendono svogliate e distratte altre tre guardie (sempre gli stessi ammantati di scuro ed armati con le strane spade) … Inizia uno scontro che sembra più facile del precedente (anche grazie alla protezione fornita dal mantello). Ma le cose spesso non sono ciò che sembrano e da un altro corridoio un bagliore rosso annuncia l’arrivo di un nuovo e più pericoloso nemico: un force-user vestito di nero, con una maschera scura a coprirgli il volto e con una spada curva rosso sangue si avventa sui nostri eroi.
Il combattimento si fa improvvisamente molto ma molto più duro!
Il nuovo nemico incalza ed usa tutti i suoi “trucchi jedi” per vincere, talvolta fregandosene degli alleati, trattati alla stregua di pedine sacrificabili … è dura per tutti resistergli, ma soprattutto per il nostro jedi ferito che sembra essere il suo bersaglio preferito … in particolare usa su di lui un misterioso potere mentale che cerca di forzare il suo “lato oscuro” a manifestarsi … rabbia, paura, dolore  si confondono nella testa del giovane umano … ma evidentemente i duri addestramenti a cui si è sottoposto sono serviti, il jedi resiste!
Poi, morte le tre guardie, lo scontro cambia il suo corso di nuovo … il nostro jedi comincia a portare rapidi attacchi cercando al contempo di tenersi fuori dalla portata del nemico; il trandoshan si arma di spada e si lancia in un disperato corpo a corpo; i due droidi concentrano il fuoco sul nemico … il dark-jedi (NdSM: per ora chiamiamolo così) comincia a mostrare segni di stanchezza ed il duello di spade si protrae a lungo. Alla fine i colpi dei nostri eroi lasciano il segno ed il pericoloso nemico è sconfitto.

 

Mentre gli altri si prendono un attimo per controllare i cadaveri ed i loro equipaggiamenti, il jedi avanza nell’ultimo cunicolo (da dove era uscito il dark-jedi) … apre l’ultima porta e si trova davanti ad una antica statua di un maestro jedi. Nel piedistallo sono raccolti i pochi oggetti che nel passato si è ritenuto giusto seppellire col grande maestro: due spade laser, due vestiti dalla strana foggia ed un holocrone (un oggetto, in questo caso un cristallo, in grado di registrare le memorie del jedi per trasmetterle alle generazioni future). Il jedi è attratto dallo strano cristallo e riesce ad attivarlo scoprendo cosa sia … di conseguenza decide di portarlo con se.

Nella stanza intanto gli altri si chiedono se la missione sia conclusa e comincia a serpeggiare la pessima sensazione che questo nuovo nemico “jedi” possa voler dire solo guai più grossi all’orizzonte.

 

Fermi a questo punto … i nostri eroi sono ancora nella stanza dello scontro ed il giovane jedi è sul punto di raggiungerli.

Capitolo 8: Ritorno a casa.

Giorno 24: Nexxus.

Lo scontro con i dark users è finito da un po' ... i nostri eroi stanno tirando il fiato e studiando la strana "cripta" in cui si ritrovano; in particolare, guidati da una misteriosa voce nelle loro teste, si dedicano allo studio di una statua che rappresenta un antico maestro jedi, abbastanza famoso ma non di certo tra i più noti.
Nel basamento della statua riposano alcuni oggetti appartenuti al maestro ... spade laser, vestiti ed una specie di holocrone.

Il giovane jedi decide di raccogliere tutto e riportarlo al Tempio a Coruscant ... che siano i grandi maestri a decidere cosa farne di queste cose ... ed a giudicare la sua decisione di non lasciarle al riposo cui sembravano essere destinate.

Il gruppo decide che la missione è compiuta ... nessun altro intruso è nelle rovine e non sembra ce ne siano altri nelle vicinanze. Si decide di tornare alla navetta e rimettersi in viaggio verso la capitale, per ottenere le dovute ricompense ... e per passare alcuni momenti di svago in attesa del prossimo incarico.

Segue un viaggio in hyperdrive di qualche giorno ... tempo per riflettere ... per meditare!

 

Giorno ???: Coruscant.

I due jedi si presentano al tempio dove vengono "promossi" al rango di cavalieri ... Tuttavia le notizie che portano, l'esistenzxa dei dark-users, non permettono sia una ricorrenza festosa, ma anzi gettano nuove ombre sulla pace già instabile.

Per ora la storia si ferma qui ...