Quarta Parte

I PERSONAGGI

 

 

 

Alberto = Geego-Gin = twi’lek – soldier = il cacciatore di taglie col braccio bionico; ha piano piano rimesso in gioco le sue doti da leader portando a buon fine diverse trattative (con gli ithorians e con l’inquisitore Tarkin). Alla luce delle novità scoperte sulla sua famiglia, intravede davanti a se solo un percorso oscuro e misterioso. Di chi fidarsi? La risposta che sceglie è la più semplice: di nessuno!
Matteo = Highbecca = wookie – scout / soldier = conoscenze meccaniche in continuo aumento; rappresenta il “buonsenso e la moderazione del gruppo”; ha abbandonato volentieri il ruolo di “comandante” per dedicarsi alla sua amata navetta ed a diventare il miglior pilota peloso che si sia mai visto.
Arturo = Jere Mee Kohlson = jawas – scoundrel = un cacciatore di taglie che pian piano si rende conto di quanto possa essere pericolosa per lui la spasmodica ricerca di ricchezza a scapito di tutto e tutti. L’obiettivo rimane sempre lo stesso: arricchirsi; ma ora sembra un jawas più maturo e prudente.
Beppe = Hope = human – jedi = senza più un maestro il giovane jedi continua a perfezionare le tecniche di uso della spada: sono pochi i jedi che sono riusciti a padroneggiare la tecnica con due spade, lui sembra essere uno di questi. Per contro si è rinchiuso in una sorta di autoisolamento; per proteggere se stesso, ma sicuramente anche per proteggere gli altri (andare in giro con uno jedi non è salutare di questi tempi): la notizia della taglia sul suo salvatore e “maestro” lo ha toccato, ma non sconvolto (almeno stando a quanto dà a vedere).
Luca = Paul Waterflyer = human – jedi = il gruppo ormai è poco più che una felice parentesi del passato; le sue ricerche sulla Forza lo portano in giro per la galassia in uno spasmodico inseguimento di ogni minimo segno di un maestro o di “qualcosa” che lo aiuti a crescere ed a capire. Non si sente ancora un jedi completo; e questo viaggio più o meno in solitario lo sta aiutando molto. “Più o meno in solitario” perché in realtà ha conosciuto una serie di personaggi interessanti che lo hanno in qualche modo aiutato (o ostacolato) e che, in ogni caso, gli hanno sicuramente insegnato qualcosa.
 

Questi sono gli eroi che avete imparato a conoscere fino a qui e che, se non proprio maturati, sono cambianti nel corso delle varie avventure ... chi nel bene e chi nel male ... 

Ed ora la saga continua.

Diario:

GIORNO 122: PARTENZA VERSO 5000000 DI CREDITI
L’incontro col Generale Tarth si è quasi concluso e mancano da definire solo alcuni dettagli: “…il luogo dove potrete rintracciarmi, sia per ricevere l’acconto, sia per aggregarvi alla squadra di recupero, sia in definitiva per portare la nave recuperata è il pianeta Yavin … si tratta di un gigante gassoso, la nostra base è su una delle sue lune che è abitabile …” con queste parole il contratto è concluso. A questo punto è Geego-Gin che richiede un colloquio privato col Generale che non ha motivi per rifiutare.
Avrei tre cose da dirle.” esordisce il twi’lek.
Avanti!
Due richieste da farle ed un … vogliamo chiamarlo avvertimento?
Il generale sembra un po’ dubbioso su quest’ultima affermazione ma invita il suo interlocutore a continuare il suo discorso.
Primo: dato che, a quanto ne so, voi avete un ottimo sistema per la ricerca di informazioni, vorrei avere informazioni su questi twi’lek” … e dalla mano di Geego-Gin spunta la foto della sua presunta famiglia.
Secondo: esiste un “elenco” di tutti i jedi? O un modo per scoprire se una certa persona era uno jedi? E sarebbe possibile per me avere accesso a queste informazioni!” e qui spunta fuori la foto del twi’lek jedi che l’inquisitore Tarkin ha asserito essere il padre si Geego-Gin.
Terzo:  se anche stavolta finiremo in pericolo perché lei ci ha nascosto qualcosa verrò a cercarla, la prenderò a calci in culo, e la consegnerò all’impero … sono certo che c’è una bella taglia sulla sua testa!” con questa frase minacciosa il twi’lek conclude ed attende le risposte del suo interlocutore.

 

Il generale si fa pensieroso: “Beh per la prima cosa non ci sono problemi; reperire informazioni su Ryloth dovrebbe essere abbastanza facile … La seconda questione è più complessa; esisteva una banca dati con registrati tutti i jedi in servizio fino ad una trentina di anni fa ma se esiste ancora, e sottolineo il SE, è nelle mani dell’imperatore … Forse conosco qualcuno che può aiutarti … uno storico, o meglio una specie di storico; ma sarà difficile trovarlo e solo allora sapremo se sarà disposto ad aiutarci e quale sarà eventualmente il suo prezzo. Infine … sappi che non mi piace essere minacciato. Capisco il vostro risentimento anche se non so bene a cosa sia dovuto di preciso. Ti assicuro che non ho mai fatto nulla con la deliberata intenzione di mettervi nei guai. E comunque … si c’è una taglia sulla mia testa!
E, per curiosità, a quanto ammonta?
Circa 100000 crediti…
Non mi sporco le mani per così poco …” aggiunge il twi’lek ridendo.
Il colloquio termina con una atmosfera un po’ più distesa ed in breve la Exxodus è di nuovo pronta a volare in hyperdrive verso il pianeta boscoso Sal’aaha alla ricerca del relitto di una potente e gigantesca nave spaziale.

 

GIORNO 124: IL PIANETA BOSCOSO.
Bastano due giorni di hyperdrive ed i nostri eroi giungono in vista di Sal’aaha un grosso pianeta boscoso che riporta alla memoria di Highbecca il suo lontano Kashyyyk. Il sole è una gigante rossa che ha evidentemente già inglobato i pianeti più interni rendendo vivibili quelli più esterni. Si cominciano subito le ricerche della nave “atterrata” sul pianeta; purtroppo la strumentazione di base della navetta non è adatta a questo compito e questo prolunga i tempi: ci vogliono una quarantina di ore, ma alla fine i nostri eroi individuano il relitto.

 

La grossa nave (NdSM: la corazzata è lunga oltre 1000 metri) giace ricoperta di vegetazione al termine di una “strisciata” nella foresta lunga una decina di kilometri.  “Evidentemente l’atterraggio non è stato dolce.” commenta Highbecca; “Noi dovremo fare meglio di così!”.



GIORNO 126: SI SCENDE.
La discesa è ben gestita dall’ormai esperto pilota wookie, e per facilitare l’atterraggio i nostri eroi decidono di cannoneggiare una parte di foresta per crearsi un varco e non rischiare di rovinare la navetta; se ne occupa Geego-Gin con buoni risultati. L’atterraggio non è dei migliori, ma sono tutti  a terra sani e salvi e senza danni alla nave.

La nave è da quella parte … l’atmosfera è respirabile … andiamo!

 

Geego-Gin prende le redini del gruppo e comincia a “gestire” le operazioni; gli altri non protestano ed anzi, seguendo gli ordini del twi’lek, il gruppo sbarca e si mette in marcia. A pochi metri dal “relitto” due strane lucertole arboricole (NdSM: grandi come una pantera o un altro grosso felino) saltano giù dagli alberi andando ad attaccare il primo malcapitato che passa sotto di loro (il twi’lek). Il combattimento è inevitabile e mentre i nostri eroi aprono il fuoco per consentire a Geego-Gin di portarsi lontano dagli artigli delle due creature e di fare fuoco a sua volta, il giovane jedi si fa sotto. È spavaldo ed avventato e bastano un paio di assalti ben portati per farlo cadere a terra ferito e stordito. Tuttavia gli altri sono abbastanza abili da mettere fine alla minaccia (uccidendo entrambe le creature) in pochi secondi. “Due semplici predatori … dovremo stare attenti ce ne saranno altri simili, o peggiori, in giro!” è il commento dell’esperto wookie.

Curato alla buona il giovane Hope, si riprende e finalmente si comincia l’esplorazione del relitto: la nave è gigantesca senza la minima traccia di energia, i nostri eroi ci mettono quasi un’ora (una volta entrati) per raggiungere la sala macchine. Qui Jere Mee Kohlson ed Highbecca riescono a riattivare un po’ di energia: “Qualcuno prima di abbandonare la nave ha spento tutto; l’energia è troppo poca per un decollo, ma per attivare qualche sistema ce n’è per almeno una quindicina di giorni.

 

Riattivata un minimo l’energia si ricomincia a dare un’occhiata in giro per scoprire cosa sia successo alla nave e per vedere cosa si possa “recuperare” per il proprio tornaconto. Geego-Gin analizza un po’ i computer: gran parte delle informazioni è stata cancellata, ma pare che la nave sia fuggita verso questo sistema per sfuggire ad una battaglia rischiosa e che qui sia precipitata, o meglio abbia dovuto fare un atterraggio di emergenza sull’unico pianeta abitabile per mancanza di carburante e quindi di energia. Notizie in un certo senso rassicuranti: la nave non deve essere molto danneggiata.

Il twi’lek esamina anche quello che rimane delle note di carico e decide quindi di avviarsi verso gli hangar per controllare cosa sia rimasto: poco e niente, una ventina di vecchi “walker” troppo grossi e malandati per essere portati via; la delusione scompare in fretta: guidato dalle indicazioni verso un misterioso progetto “dragonfly”, in un piccolo hangar il nostro eroe scova uno strano caccia monoposto: due paia di ali ed un monoreattore piuttosto possente spingono una aereo che sembra costruito attorno ad un unico cannone turbolaser. “Meglio avvertire Highbecca”.
Lo wookie accorre in tutta fretta dopo aver ricevuto la notizia; le sue prime impressioni sul velivolo sono buone … la cabina di pilotaggio si apre: “Sembra in perfette condizioni, il serbatoio del carburante è quasi pieno, le armi sono il linea, per quel che ne so potrebbe volare anche adesso!” è il commento eccitato dello wookie.
Teniamocelo!” ribatte Geego-Gin.
Perché no!? Dobbiamo solo smontare il lanciamine della nostra nave e riadattare un minimo la zona cargo e potremmo per lo meno portarlo con noi. Ci vorrà del tempo, qualche giorno … ma direi che si può fare!” è la conclusione di Highbecca.
 

E così per quattro giorni i nostri eroi si dividono i compiti: lo wookie ed il jawas lavorano alla nave per costruire un alloggio per il piccolo caccia; nel frattempo gli altri tre (NdSM: eh si, Nova è ancora col gruppo) si dividono tra il cercare altre “cose utili”, il dare un po’ di aiuto ai due meccanici, ed il ripulire la pista di decollo che servirà per far uscire il piccolo caccia.

 

GIORNO 130: DI NUOVO IN VOLO
L’hangar provvisorio è pronto, i controlli sulla nave da recuperare sono finiti; non resta che caricare le merci recuperabili e partire verso Yavin. Highbecca si siede alla guida del piccolo caccia, è un po’ scomodo per lui ma non avrebbe lasciato a nessun altro il piacere e l’onore di provarlo. Il motore si accende. I comandi rispondono perfettamente. In breve è in volo.
Eccezionale! Ha una manovrabilità superba … anche un idiota potrebbe pilotarlo in modo decente e farne buon uso”. L’atterraggio vicino alla Exxodus è perfetto … in breve il caccia è imbarcato.

Deve trattarsi di qualcosa di poco diverso da un prototipo … non ho mai visto né pilotato un veicolo simile … è veramente spettacolare, non lo si può descrivere in altro modo … anche se avrà bisogno di parecchia manutenzione temo … sembra delicato!” così commenta Highbecca dopo il volo di prova.

 

In breve sono tutti di nuovo a bordo della Exxodus pronti ad un nuovo viaggio in hyperdrive; dalla nave sono stati prelevati:
• Il prototipo del caccia Beta-wing “dragonfly”.
• 4 droidi (tutti da riprogrammare):
  o Un droide medico 21B.
  o Un droide protocollare piuttosto malconcio (serie TC).
  o Un droide Gonk standard.
  o Un droide astromech di tipo R4.
• Una cassa di vecchi fucili (vendibile per circa 4500 crediti)
• Una cassa di vecchie pistole (vendibile per circa 2500 crediti)

NdSM: un buon bottino mi pare…

 

Ci vorranno dieci giorni di Hyperdrive per raggiungere Yavin.

 

GIORNO 131 – 140: ALLA RICERCA DEL MAESTRO PERDUTO.
Finalmente Paul raggiunge il pianeta dove pare viva ancora (nascosto) un vecchio maestro jedi. Un mondo arido, illuminato da diversi soli che lo hanno trasformato in una palla desertica: Tatooine.

Da dove cominciare le ricerche?

Il jedi decide di svolgere allo spazioporto le sue prime indagini: deve corrompere un paio di funzionari (non grandi cifre, per la verità, ma sembra che la prassi sia quella) per avere accesso ad alcuni registri delle navi atterrate e partite dal pianeta.
In base a queste ricerche scopre che parecchi anni prima una nave si è schiantata al suolo: uno dei passeggeri ha medicato alla meglio tutti gli altri superstiti, salvando loro la vita e poi è l’unico risultante scomparso. Paul si procura una lista di coloro che erano a bordo e comincia una nuova indagine: “… è un traccia molto labile … ma è pur sempre meglio di niente … ed è pur sempre una traccia!”.

 

Gli ci vuole una settimana per trovare un barlume di speranza: il vecchio proprietario di un bazar sembra essere l’unico dei sopravvissuti ancora residente nei dintorni. Il colloquio col vecchio negoziante non è particolarmente fruttuoso; il vecchio si ricorda l’accaduto e si ricorda di una figura incappucciata che dopo averlo medicato si è allontanata verso il deserto e verso i soli al tramonto. Insomma una conferma della veridicità della storia e poco più.

 

Bene … la prossima tappa sarà il deserto!” In parte per venire incontro alle sue necessità, in parte per ringraziare il vecchio commerciante Paul si equipaggia un minimo per affrontare i pericoli del deserto … e proprio mentre compra queste cose viene informato dal vecchio umano che farebbe meglio ad aggregarsi ad una carovana mercantile. Così la decisione è prese ed in capo ad un paio di giorni, Paul è pronto a partire (di nuovo) con una carovana verso il deserto; prima di andarsene il jedi va a salutare i due rodian che sono stati suoi compagni di viaggio, in questa occasione riceve da una dispiaciuta Stella Impazzita (NdSM: è dispiaciuta ma non lo dà a vedere; è una vera rodian!) uno strano com-link per poterli contattare in caso di bisogno (ovviamente il com-link ha una portata ridotta e funzionerebbe solo se i due rodian fossero nelle vicinanze; ma è pur sempre un aiuto). E finalmente si parte … con Paul, assunto come scorta per una carovana, che fa affidamento sulla Forza per “sondare” il territorio alla ricerca del maestro jedi perduto.
 

GIORNO 140 – 142: YAVIN.
Finalmente raggiunto il gigante gassoso dopo ben dieci giorni di hyperdrive, sorge il problema di trovare la base ribelle: “Su una delle lune, OK, ma quale?”. La ricerca è complicata anche da una strana nube gassosa che avvolge la navetta; gli strumenti non rispondono a dovere; le comunicazioni sembrano impossibili.

 

Contatto: quattro velivoli leggeri, forse caccia, alle nostre spalle … Ci seguono …” è l’allarme lanciato da Highbecca. “Non cerchiamo rogne … prepariamoci alla fuga!” replica Geego-Gin. La nube gassosa si dirada. Piano piano i sistemi della nave tornano on-line.
“Sono Y-wing … caccia ribelli … proviamo a contattarli.” Propone rassicurato lo wookie; ma i nostri eroi non fanno in tempo ad avviare la comunicazione che la radio comincia a gracchiare: “Chi siete?” chiede uno dei piloti dei caccia.
Siamo la nave Exxodus, in missione per conto del Generale Tarth …” replicano i nostri eroi.
OK … seguiteci! ... Ma senza fare scherzi.

 

In breve la luna “giusta” viene avvistata ed è la stessa base ribelle a contattare la navetta dei nostri eroi per fornire loro adeguate coordinate di atterraggio. La manovra di avvicinamento ed atterraggio riesce straordinariamente bene allo wookie. A breve distanza dalla pista, dentro alcuni antichissimi edifici costruiti da chissà quale antica civiltà (NdSM: si tratta di edifici simili nell’aspetto alle “nostre” piramidi e rovine Maya!) sono stati ricavati hangar nascosti e locali per una grande base ribelle. Non sembra essere a pieno regime di attività: pochi caccia negli hangar, poco personale in giro (soprattutto tecnici); e relativamente poca sorveglianza.

 

Dopo aver chiesto indicazioni ad una guardia, il gruppo fa in fretta a raggiungere l’ufficio del Generale Tarth; l’incontro è veloce ed inconcludente, il generale avendo ospite una anziana senatrice in fuga, preferisce non discutere di certe cose di fronte ad estranei e rimanda ogni discussione ad ora di cena. Ed all’ora stabilito l’incontro può avere luogo; i nostri eroi ottengono soddisfatti il pagamento pattuito ed acconsentono a proseguire la missione: la corazzata va recuperata in fretta.

Nei due giorni che seguono i tecnici ribelli montano a bordo della Exxodus il bacta-tank pattuito, nel frattempo i nostri eroi (Highbecca in particolare) discutono i dettagli dell’operazione di recupero assieme al generale ed ai suoi ufficiali e tecnici che dovranno accompagnarli. Completate le riparazioni alla Exxodus ed approntata una nave-soccorso da mandare a recuperare la corazzata, il gruppo si mette di nuovo in viaggio verso Sal’aaha. Questa volta saranno necessari quindici giorni di Hyperdrive.

 

 

GIORNI 140 – 163: A SPASSO NEL DESERTO DI TATOOINE.
Paul è pronto a partire.
L’intera carovana è pronta a partire: quattro goffi cingolati si metteranno in viaggio nel deserto per consegnare e prendere in consegna merci, attrezzature e materie prime estratte dalle miniere. Come tutte le altre guardie (gente di dubbia fama e dalle dubbie capacità) anche Paul viene equipaggiato con un leggero giubbetto protettivo ed un vecchio fucile blaster.
Ci sono i predoni in giro nel deserto” gli spiega uno dei compagni di viaggio “Speriamo bene!”. Dopo soli tre giorni di viaggio tra le desolate distese sabbiose di Tatooine arriva il primo agguato: sabbipodi.
Una decina attaccano da un’altura al riparo di alcuni massi e provano a mettere fuori uso i cingoli del primo veicolo con un razzo … l’agguato fallisce; la guardie mettono in fuga i predoni uccidendone una manciata.  Il giorno seguente finalmente la prima tappa: una miniera, 24 ore scarse di sosta. Paul cerca informazioni sul vecchio eremita; tutto quello che ricava sono notizie frammentarie ed in parte palesemente esagerate su un luogo chiamato “Pozzo di Karthum” dove pare che gli eremiti si riuniscano di tanto in tanto per celebrare strani rituali.

Si riparte.

 

Il paesaggio comincia a cambiare: si passa dalle distese sabbiose battute da continue tempeste di sabbia, ad un altipiano roccioso, arido e battuto da venti carichi elettricità statica. Questa volta ci vogliono ben dieci giorni per raggiungere finalmente la seconda tappa: una fattoria. La sosta è di nuovo di circa 24 ore: giusto il tempo scoprire qualcosa di nuovo sugli eremiti e sul Pozzo di Karthum. E questa volta le ricerche di Paul sono fruttifere e portano ad una conferma dell’esistenza del pozzo ma ad una smentita sulla sua importanza per gli eremiti. Inoltre a breve distanza dalla fattoria sorgeva (su uno sperone roccioso) un monastero, ora abbandonato, Paul si riserva di tornarci; ora il tempo a sua disposizione è poco … troppo poco!

Si riparte.
Altri sei giorni sull’altipiano, diretti verso una misteriosa fabbrica di speeder. Una volta raggiunta la strana installazione, per Paul si rivela una sorpresa: la sosta è brevissima, appena qualche ora per far scaricare il dovuto ai tecnici locali (non a quelli pagati dalla ditta di trasporto) e ricevere il pagamento; nessuno deve scendere dai trasporti, pena la morte (o almeno così si dice); più che una fabbrica sembra una fortezza (mura rinforzate, artiglieria sulle torrette e molte guardie) … insomma si tratta di una vera e propria instalalzione militare. Paul si tiene in disparte senza farsi notare. Tutto fila liscio si riparte.
NdSM: al nostro jedi sfuggono le insegne imperiali che fanno bella mostra di loro sulle tute (si potrebbe anche dire “divise”) degli impiegati dell’installazione.

 

Altri sei giorni di viaggio verso un’altra fattoria

Si scende all’altipiano attraverso una stretta gola: “… è il posto ideale per una imboscata!” commenta sprezzante Paul mentre osserva il paesaggio che lo circonda. Forse è stata un premonizione da jedi, ma un fatto è certo: di lì a pochi minuti l’imboscata scatta.
Di nuovo i sabbipodi. Sono molti questa volta. Il volume di fuoco che generano contro il veicolo di testa (quello su cui viaggia Paul) è impressionate ed impedisce a chiunque di affacciarsi per rispondere. Partono alcuni razzi. I cingoli sulla sinistra del veicolo esplodono … il veicolo è sbilanciato e si rovescia.
Al di fuori infuria la battaglia; dentro al veicolo Paul si ritrova circondato da cadaveri: oltre a lui sono sopravissuti solo in due. In breve il jedi sente gli altri veicoli che si allontanano tornando indietro: li hanno abbandonati! Gli spari e le urla attorno al cingolato rovesciato sul fianco continuano ancora.

 

Poi, all’improvviso giunge la calma.

Il portellone viene fatto saltare dall’esterno: una cinquantina di sabbipodi hanno catturato Paul, uno dei piloti ed un’altra delle guardie. Un quarto sopravvissuto viene “giustiziato” davanti agli altri tre, pare per puro sadismo. I tre superstiti (tutti umani) vengono portati in disparte e lasciati in piedi sotto il sole nessuno pensa di disarmarli, bastano una ventina di sabbipodi a tenerli a bada puntando i loro rudimentali fucili.

 

In breve il carico viene portato via dal cingolato … ed in breve il cingolato viene dato alle fiamme. Il fuoco innesca alcune rapide esplosioni che lasciano solo pochi rottami contorti e fumanti dove prima c’era un possente e pesante cingolato.

Finalmente quello che sembra il capo dei predoni si avvicina, minaccia i tre umani chiamandoli semplicemente “cibo” divertendosi nel valutare le loro reazioni. Paul sfrutta l’occasione al balzo: usa i suoi trucchi mentali jedi per convincere il capo dei sabbipodi che lui e gli altri due umani meritano solo di essere abbandonati a morire nel deserto. Il trucco funziona e questa nuova sadica idea si fa largo nella mente del predone che richiama i suoi sottoposti ed abbandona alla calura del deserto Paul e gli altri due. La prospettiva è tragica, ma almeno per ora la vita è salva. La prima cosa da fare è cercare se sono rimaste un po’ di provviste o comunque qualcosa di recuperabile dal rottame del cingolato. Il pilota è fortunato e trova qualcosa: cibo ed acqua per tre giorni per tre persone. Paul mette insieme alcune lamiere contorte per costruire un riparo di fortuna … la prima notte i nostri eroi la trascorrono lì, presso le macerie fumanti del cingolato.

 

Il nuovo giorno comincia in modo strano: Paul decide di sondare la Forza per vedere se qualche “utilizzatore” sia nei dintorni e per un breve istante gli sembra di aver individuato qualcosa; poi più nulla. Alla fine rinuncia ad ulteriori ricerche per il momento; c’è una difficile decisione da prendere: muoversi verso la destinazione originale della carovana o tornare indietro? Il pilota non ha dubbi, l’unica soluzione è andare avanti: con un po’ di fortuna in tre giorni dovrebbe essere possibile raggiungere  la fattoria.
La marcia comincia, ma presto ci si rende conto che il terzo superstite non sta bene … è ferito e finirà per morire se non si riuscirà a fare qualcosa per lui. Paul ci prova, ma senza adeguati medicamenti e sotto l’impietoso sole del deserto la situazione non può che peggiorare. Dopo una nuova notte fredda all’addiaccio il nuovo giorno si sveglia su due soli superstiti: il ferito non ce l’ha fatta ed è morto durante la notte. “Meglio! Un giorno in più di razioni per noi.” Commenta il pilota. Paul naturalmente non è d’accordo ma preferisce non dire nulla.

Il viaggio, anzi il vagabondaggio nel deserto riprende. Un altro giorno di fatiche passa; la direzione sembra essere quella giusta. Quando sta per calare il sole i due umani decidono di fermarsi e mentre Paul, da bravo jedi, si mette a meditare l’altro non perde tempo, si stende a terra e si addormenta.

 

La meditazione del nostro jedi non dura molto.

Paul sente un brivido corrergli lungo la schiena … si sente in pericolo. Apre gli occhi. Il pilota è in piedi davanti a lui e gli punta contro una pistola.
Che vuoi fare?” chiede il jedi.
Semplice, con le tue razioni avrò più possibilità di sopravvivere!” risponde a tono l’altro.
Paul non ha tempo di replicare, l’altro apre il fuoco e colpisce duramente il nostro eroe. Il jedi esita; prova ad utilizzare un trucco mentale per placare l’avversario … ma vuoi per le ferite subite, vuoi per la stanchezza vuoi perché al mente del nemico è più allenata del previsto il trucco fallisce e l’altro ha il tempo di sparare di nuovo. Paul non ha scelta, deve combattere.

 

Prima prova a sfruttare la Forza, sua possente alleata per disarmare l’avversario … Fallisce! Il pilota spara ancora. Poi usa la Forza per stritolare e soffocare il suo nemico … ma ancora non basta; l’altro continua a sparare ed a colpire ripetutamente il povero jedi che alla fine si arrende all’evidenza, sfodera la sua spada laser e dopo aver parato un paio di colpi nemici affonda violentemente uccidendo il nemico con un unico preciso e mortale colpo.

Paul ora è da solo.

 

È vivo … ma è solo … perso nei deserti infuocati di Tatooine, e con un'altra vita sulla coscienza.

 

GIORNO 157 – 164: RECUPERO!
Il lungo viaggio in hyperdrive è stato noioso; l’unica distrazione almeno per il jawas e lo wookie è stata riprogrammare i quattro droidi recentemente acquisiti. Ma ora il viaggio è finito.

 

Il gruppo è finalmente giunto su Sal’aaha. Assieme alle le altre 70 persone circa che il Generale Tarth ha mandato con loro. I lavori di recupero iniziano immediatamente guidati da Highbecca e supervisionati dagli altri eroi. In soli sette giorni la corazzata è rimessa in grado di volare. Tocca al solito wookie pilotare la grande nave o meglio coordinarne le manovre di pilotaggio: al giovane jawas viene quindi affidata la Exxodus. Sorprendentemente Jere Mee Kohlson risulta molto più capace di quanto previsto dai suoi compagni ed esegue i compiti che gli vengono assegnati con precisione …

Nel giro di qualche ora la nave entra faticosamente in orbita lasciando la superficie del pianeta boscoso. In breve le navi ribelli (NdSM compresa la Exxodus pilotata egregiamente dal jawas) vengono sistemate negli hangar superiori della grande corazzata classe Venator; il ponte di volo viene richiuso e la gigantesca nave può cominciare il suo viaggio di ritorno verso Yavin. Il computo per il salto in hyperdrive è complicato viste le cattive condizioni della nave … e per giunta si può contare solo sul sistema ausiliario … Il salto va comunque a buon fine.

 

Ci vorranno “solo” 24 giorni di hyperdrive prima di consegnare la nave e ricevere gli agognati 5000000 di crediti.
 

GIORNO 166: UNO STRANO INCONTRO.
La notte arriva presto, e con essa arriva il gelo pungente del deserto; Paul non può fare altro che rannicchiarsi su se stesso e sfruttare la protezione ed il calore garantito dei vestiti protettivi. Il sonno è poco, ed è agitato. All’improvviso si alza il vento, un vento impetuoso che porta con se grandi quantità di sabbia; il jedi intuisce che la mattina debba essere alle porte (la luminosità dell’ambiente sta cambiando) ma la sabbia gli impedisce di vedere i soli. “Resterò qui rannicchiato al sicuro, stando attento a non farmi ricoprire dalla sabbia; almeno finché la tempesta non si placherà un po’!” pensa tra se e se.

 

Le ore passano e la temperatura aumenta, ma la tempesta non accenna a placarsi; anzi rinforza sempre più carica di elettricità. Per due volte piccoli fulmini colpiscono il nostro eroe e lui resiste alle scariche restandone solo appena intorpidito; deve essere quasi mezzogiorno quando una scarica più forte delle altre lo stende … Paul sviene … convinto ormai di non avere speranze.

Riapre gli occhi al buio … Si rende conto di essere disteso su un letto di roccia, di essere impolverato, certo, ma non sepolto dalla sabbia … L’ululato del vento sembra distante …

Si tira sui gomiti a fatica … si guarda intorno: una grotta … In un angolo un fuocherello che brucia a fatica spande una tenue luce …
C’è qualcuno?
Nessuna risposta …
Paul si guarda attorno … Vicino a lui giacciono dei vestiti puliti ben ripiegati e la pistola recuperata dal cadavere del pilota … manca la spada laser … “Di nuovo!” pensa il jedi … “Beh, se mi senti, chiunque tu sia, grazie per avermi portato al riparo …” altre parole gettate nel vuoto. Ancora nessuna risposta …

Il jedi  decide quindi di riposare ancora un po’ per recuperare ancora un po’ di energie … il sonno arriva immediatamente. Si sveglia di nuovo: “Ma quanto tempo ho dormito?” si chiede fra se e se; il fuoco ora brilla più intenso … c’è una pentola che borbotta ed uno strano odore si spande nella stanza. Il vento di tempesta continua ad ululare in lontananza …

Paul ha fame … Si guarda di nuovo attorno rialzandosi in piedi … questa volta scorge una figura seduta in un angolo … “Grazie … grazie di avermi portato in salvo … chi sei?
Di nulla …” risponde la misteriosa figura “Sono solo un pastore ma conosco il deserto … è stato solo un caso che ti abbia trovato …” detto questo invita Paul a mangiare qualcosa con lui … prende due ciotole di legno le riempie di una scura zuppa presa dal pentolone, ne porge una al nostro eroe e comincia a mangiare voracemente e senza troppi complimenti dall’altra …
Paul non esista e spinto dalla fame e stimolato dal buon profumo che la zuppa emana, imita il suo ospite cominciando a mangiare voracemente … qualcosa però non va … la sua testa si fa pesante … ed in breve perde nuovamente i sensi …

Si sveglia di nuovo sul suo letto di pietra … di fronte a lui stavolta si erge una figura più alta e forzuta … “Chi sei tu? Che fine ha fatto il vecchio che era qui?” Per tutta risposta una spada laser di un colore rosso accesso balena nel buio … “Sono qui per ucciderti Paul Waterflyer!
Paul si alza… “Perché?
Perché è il mio compito …
Paul raduna le sue poche forze … e facendo affidamento sulla Forza prova a disarmare il suo avversario … la Forza è con lui ed il trucco funziona … la spada ora è nelle mani del nostro eroe.
Perché vuoi uccidermi?
Così mi è stato ordinato di fare!” ed una seconda spada rosso sangue compare tra le mani del misterioso nemico. Paul non demorde … non vuole ricorrere alla violenza … così fa uno sforzo e sfruttando ancora i poteri della Forza, di nuovo prova a disarmare l’avversario … e di nuovo ce la fa: due spade rosse ora sono nelle mani di Paul: “Chi ti ha ordinato di farlo? Per chi lavori?
L’intruso non demorde … sorride in modo beffardo ... e sfodera una terza spada, identica alle altre due: “Si tratta di un ordine del mio Maestro ed io non li discuto gli ordini del mio maestro …”.

Da qui comincia un delirio fatto di minacce … contraddizioni … provocazioni … insulti … ed altri comportamnti bizzarri … insomma, un lungo discorso improntato su cosa sia “male” e cosa no … ma non si arriva mai al combattimento. Paul comincia a sospettare che non sia una cosa del tutto reale … si aggrappa ai suoi sensi e si riprende …

Di fronte a lui sta il vecchietto … che scuote la testa: “Sei pericoloso giovane jedi!
Ormai non sono più molto giovane … ma tu chi sei?” ribatte Paul.
Mi hai detto che cercavi un uomo … beh lo hai trovato …
Da qui in poi scatta un altro dialogo delirante tra Paul ed il “pastore”. Il discorso va per le lunghe … alla fine il vecchio accetta, anzi si offre, di insegnare qualcosa a Paul purché egli faccia tutto ciò che gli viene detto senza discutere. L’addestramento, se così lo si può chiamare, sarebbe cominciato di lì a cinque giorni … nei quali il nostro eroe avrebbe dovuto restare nella grotta a leggere uno strano libro.
Il vecchio si appresta ad uscire, ma prima di inoltrarsi nella tempesta si rivolge di nuovo a Paul: “… puoi chiamarmi Ben!”.

NdSM: tra i vari svenimenti di paul sono passati in tutto circa 7 giorni.

 

GIORNO 168: GUAI IN HYPERDRIVE!
Il viaggio in hyperdrive procede monotono e regolare … Questo almeno per i primi giorni, finché durante uno dei suoi turni di guardia in sala comando Jere Mee Kohlson non nota una “perdita di energia” in un comparto della nave dove dovrebbe essere tutto spento. Urge un’indagine. Il jawas, lo wookie, il twi’lek ed il giovane jedi umano si recano sul posto. Qualcuno ha tentato più volte di usare una trasmittente … senza successo a quanto pare dato che la nave è in hyperdrive; la cosa è comunque preoccupante. I nostri eroi decidono di lasciare lì uno dei loro droidi protocollari che si finga spento e che controlli la trasmittente per scoprire chi l’ha usata nel caso dovesse tornare.

Passano alcuni giorni senza rapporti da parte del droide, che comunque è ancora in funzione. Questa volta è Highbecca a notare qualcosa di insolito … qualcosa si è staccato dalla nave e si è “perso nello spazio” sganciato da uno dei compartimenti di coda. Di nuovo i nostri quattro eroi si precipitano sul posto per controllare: qualcuno ha lanciato nello spazio qualcosa di simile ad una boa per inviare un segnale registrato (un pericoloso sistema di comunicazione di emergenza delle grandi navi stellari più vecchie) … “A questo punto è evidente che qualcuno a bordo gioca sporco! Dobbiamo scoprire chi è farci dire tutto quello che sa … con le buone o con le cattive!” sono le parole di Geego-Gin.

Nessuno lo contraddice.

Cominciano le indagini … gli indizi sono pochi, tuttavia sono sufficienti a creare una rosa di sospetti. A questo punto sono le doti investigative del twi’lek a fare la differenza ed a portare a nuovi piccoli passi avanti che restringono via via la rosa fino ad un solo “indiziato” (NdSM già identificato come “colpevole” dal solerte twi’lek). Così i nostri eroi decidono di tendergli un tranello … inscenano un finto guasto (NdSM: grazie alla delicatezza di Highbecca il guasto simulato diventa un guasto vero) che lo spione, un valente tecnico, possa riparare e lo mandano a chiamare … L’uomo arriva con tutto il suo armamentario per effettuare la riparazione e comincia a lavorarci aiutato dallo wookie mentre gli altri fingendo una innocente chiacchierata cominciano una specie di interrogatorio volto dapprima ad accertarsi che sia veramente lui il sospettato, e quindi volto ad incastrarlo.

La cosa non sembra portare da nessuna parte ed Highbecca persa la pazienza lo accusa in modo un po’ più diretto. Il tecnico (NdSM: in realtà si tratta di una spia imperiale; è stato lui ad accedere alla trasmittente e quindi non si presenta certo impreparato all’incontro con i nostri eroi) nega ogni accusa, ma nel frattempo comincia a prendere le sue precauzioni: nasconde una potente carica esplosiva in uno dei condotti che sta riparando. L’uomo si allontana di qualche passo. Geego-Gin gli sbarra l’uscita … dallo wookie arrivano altre accuse … non resta che una soluzione: con un telecomando fa saltare la carica appena installata (ferendo Highbecca, l’unico coinvolto nell’esplosione); nel frattempo estrae una pistola ed apre il fuoco verso il twi’lek. I nostri eroi reagiscono prontamente (si aspettavano un tradimento) e rispondono al fuoco colpendo duramente la spia.
Hope prova ad usare la Forza per costringere alla resa il nemico utilizzando un trucco mentale ... niente da fare. La spia spara di nuovo, ma questa volta il colpo va a vuoto. Una nuova salva di colpi dei nostri eroi ed il poveraccio è gravemente ferito … Hope non ha tempo di reagire né di provare altri “trucchi”, la spia gli passa accanto e si fa esplodere coinvolgendo il jedi ed il twi’lek nello scoppio e causando dei gravi danni alla nave. Lo scontro è finito … purtroppo senza prigionieri da interrogare …

Successive perquisizioni negli alloggi della spia portano al ritrovamento di tre piccoli computer portatili. Una volta decrittate le informazioni ivi contenute, i nostri eroi si convincono che la spia lavorasse da tempo per l’impero col compito di spiare in particolare le mosse del generale Tarth.

Cosa li aspetta ora al loro arrivo su Yavin?

La storia ora continua con la parte quinta.