Terza Parte

I PERSONAGGI

Ancora un piccolo aggiornamento sullo stato dei nostri eroi ....

Alberto = Geego-Gin = twi’lek – soldier = ha perso un braccio in battaglia per abbattere un “jedi oscuro” ed ora lo ha sostituito con una protesi cibernetica. Le qualità da leader si mostrano più di rado, lasciando il peso delle decisioni, in particolare, sulle spalle dello wookie; l’interesse per i jedi si è dimostrato passeggero smorzato dal “cattivo esempio” fornito in primis da Paul Waterflyer e, secondariamente, dall’enigmatico Capitano Tarth. Ha ottenuto la licenza da cacciatore di taglie.
Matteo = Highbecca = wookie – scout / soldier = conoscenze meccaniche in continuo aumento; rappresenta il “buonsenso e la moderazione del gruppo” e, ultimamente, ha anche un ruolo importante nella catena decisionale: si dimostra un ottimo tattico e combattente oltre che un buon “comandante”; rimane ovviamente un più che valido pilota. Ha ottenuto la licenza da cacciatore di taglie.
Arturo = Jere Mee Kohlson = jawas – scoundrel = se da un lato le sue conoscenze di meccanica si dimostrano sempre all’altezza della situazione, dall’altro il suo cinismo e la sua fame di “crediti” lo pongono un po’ più in disaccordo col resto del gruppo e, ultimamente, ad agire ai margini della legalità prendendo sordidi accordi con un trafficante della stazione spaziale. Ha ottenuto la licenza da cacciatore di taglie.
Beppe = Hope = human – jedi = continua a potenziare la sua Forza ed a migliorare l’uso delle sue tecniche: il giovane jedi… l’allievo… sta crescendo… e se da una parte aumenta un senso di “sfiducia” nel vecchio maestro, dall’altra si rende anche conto dei limiti dei suoi compagni, poco disposti a rischiare la pelle per proteggere gli ideali di pace e libertà che gli stanno a cuore.
Luca = Paul Waterflyer = human – jedi = la sua fede nella Forza si rafforza, ma crescono anche le domande che il vecchio jedi si pone… l’incontro col maestro twi’lek lo ha cambiato… adesso comincia a crescere anche lui: le sua abilità spaziano sempre di più. Si staccherà dal gruppo (temporaneamente?) per cercare , seguendo un suggerimento avuto dal jedi twi’lek, su Rodia le famose “lune gemelle di Rodia”… un campo di addestramento jedi molto famoso in passato.

Diario:

GIORNI 84 – 90: ANCORA SULLA STAZIONE SPAZIALE.


Siamo ancora sulla stazione spaziale… il tempo passa lentamente tra le riparazioni alla nave (che impegnano perlopiù Highbecca), le cure mediche necessarie a riprendere al meglio il proprio lavoro (nella fattispecie l’installazione di una protesi cibernetica in sostituzione del braccio perso da Geego-Gin), nuove spese ed acquisti per il bene proprio e dell’intero gruppo (ottima l’idea del piccolo Jere Mee Kohlson di comprare un droide medico), lunghe ore spese in meditazione per decidere cosa fare della propria vita e per scoprire, magari, qualcosa sul proprio destino (è quanto Hope si dedica a fare), e colloqui e scambi di opinioni con i prigionieri ed altri personaggi che si aggirano nella stazione (cosa che impegna Paul più degli altri).

 

Tutto sembra procedere per il meglio, almeno per un paio di giorni (NdSM: fino al giorno 86). Una mattina, infatti, la stazione spaziale sembra invasa dai trooper imperiali che si aggirano guardinghi in tutti i locali e gli hangar.
Cosa è successo?” è la domanda che i nostri eroi si pongono … raccogliendo qualche voce qua e là mentre portano a compimento le loro attività, vengono a sapere che pare ci sia stato un attentato; pare che qualcuno abbia fatto esplodere una nave diplomatica imperiale che era attraccata all’esterno della stazione; e ancora pare ci siano stati centinaia di morti … si dice che un inviato speciale dell’imperatore sia in arrivo a giorni per condurre le indagini.

La questione non sembra impensierire molto né gli abitanti della stazione spaziale (NdSM che comunque è di “competenza” imperiale) né tanto meno i nostri eroi … insomma la vita continua come prima.  Beh … non proprio come prima … il Generale Tarth si è dato alla fuga lasciando “soli” i nostri eroi con i loro tre ospiti (a questo punto è ormai inutile parlare di prigionieri). La cosa non va giù nessuno ma meno di tutti a Geego-Gin che aumenta la sua diffidenza nei confronti dello strano generale ribelle che si autodefinisce jedi.
Che ne facciamo ora di loro tre?
Li portiamo con noi … ovvio … mica possiamo abbandonarli qua … in mezzo ai trooper!
Questo breve scambio tra lo wookie ed il twi’lek sintetizza bene l’atmosfera che si respira a bordo della navetta dei nostri eroi (nonchè diverse ore di discussione tra i giocatori stessi) … Solo l’intervento di un “amico del generale Tarth” (il barista che lo ospitava nella sua cantina) fornisce ai nostri eroi quattro possibili contatti per rintracciare il generale ribelle: un agente ribelle a Coruscant, uno su Naboo, uno su Tatooine (che è lo stesso di cui il generale aveva parlato ai nostri eroi qualche tempo prima) ed uno su Ithor … tutti umani.

 

 

Così i giorni passano … la navetta viene riparata … l’equipaggiamento viene “aggiornato” … si fanno scorte di tutto quello che può servire … ed in breve il gruppo è di nuovo pronto a partire: questa volta portando con se i tre ospiti.

Piccola nota: il giorno prima della partenza, i nostri eroi assistono all’arresto di un jawas che viene portato via da alcuni trooper ed un ufficiale imperiale … pare che l’ufficiale fosse il famoso investigatore inviato direttamente dall’imperatore … il jawas, mentre lo portavano via “in catene”, urlava continuando a protestarsi innocente: “… ma non lo fanno forse  tutti?!” è stato il commento dei nostri eroi.

 

 

GIORNI 90 – 94: DI NUOVO IN VIAGGIO


Destinazione: la fascia di asteroidi poco lontano dalla stazione spaziale, dove ha sede la “fabbrica di armature” che gli ithorians vogliono sia liberata. Il viaggio comincia bene … ma la calma a bordo della navetta dura molto poco … Non si fa nemmeno in tempo a dare il benvenuto “in società” alla ex-soldatessa imperiale che subito Paul vuole essere portato su Rodia. Il jedi anziano insiste che deve cercare le “Lune gemelle di Rodia” come gli è stato suggerito dal vecchio maestro jedi twi’lek … e che per lui la cosa è prioritaria molto di più di qualsiasi lavoro da “mercenari” che gli altri abbiano accettato.
A nulla servono le parole di Highbecca: “Lune gemelle? Che io sappia Rodia ha si  due lune … ma non sono gemelle … sono due lune normalissime … anzi sono addirittura piuttosto “distanti” dal pianeta … Sei proprio sicuro che il vecchio maestro ti abbai detto lune gemelle di Rodia?” ma il vecchio jedi è convinto.

La discussione che ne segue, tuttavia, non è lunga come ci si potrebbe aspettare: il jawas, il twi’lek e lo wookie accettano con un po’ di disappunto la “pretesa” del vecchio jedi … Hope se ne sta in disparte … meditabondo … in silenzio senza dire se abbia intenzione di seguire il suo maestro o di restare con gli altri.

La nuova rotta è inserita … e con un brusco salto in hyperdrive Rodia è a soli quattro giorni di viaggio: un viaggio tranquillo … un viaggio fatto di lunghi silenzi, intervallati solo da brevi chiacchierate con la nuova “collega”.

 

 

GIORNO 94: ADDIO?

 

La nave giunge a Rodia senza troppi problemi … in breve i nostri eroi si accordano col governatore della città più grande per un atterraggio sicuro allo spazioporto.

La nave atterra dolcemente.

 

È l’ora dei saluti … ma il clima è freddo tra i nostri cinque eroi … Hope ha stranamente deciso di rimanere con gli “amici” sulla navetta e di lasciare a Paul, il vecchio amico e maestro, la sua ricerca. Il gruppo si divide, e l’atmosfera è di quelle da “lungo addio” … lo jedi anziano è da solo su un pianeta a lui sconosciuto alla ricerca di qualcosa di cui conosce solo il nome … gli altri, senza troppi pensieri o rimorsi, si rimettono in viaggio … una nuova dose di scossoni da hyperdrive e dopo otto giorni (NdSM: si arriva così al giorno 103) la fascia di asteroidi è in vista … non resta che trovare la fabbrica.

Altra piccola nota: anche i due “tecnici” salvati da Ceti II decidono di sbarcare su Rodia … convinti di potersi nascondere qui per un po’ dallo sguardo dell’impero.

GIORNI 94 – 98: DA SOLO SU UN MONDO OSTILE.


Siamo su Rodia, nello spazioporto della capitale: Equator City.
La nave dei nostri eroi si è appena sollevata dal suolo dello spazioporto per riportare i suoi “amici” alla loro missione precedente …

 

Paul Waterflyer adesso è solo…

Sperava che i due scienziati salvati dalla base segreta di Ceti II lo aiutassero o perlomeno gli fossero di compagnia, ma si sbagliava: i due lo hanno liquidato freddamente dicendo di avere già un modo ed un posto per nascondersi e di volersi arrangiare per conto loro; unica eccezione, forniscono allo jedi un contatto, tale Dottor Martin: un medico umano che opera in una clinica proprio di Equator City, la città in cui si trovano.

 

Sconsolato il jedi se ne va un po’ in giro, osservando la grande città e la curiosa razza che la abita. I rodian sono violenti, aggressivi, rissosi … e xenofobi. Almeno ad un primo sguardo. Così andando in giro, si spaccia per uno storico alla ricerca di testimonianze su antiche leggende di questo popolo … Chiede informazioni in diverse bettole dove prova ad entrare ma non ottiene granché … il massimo è un rodian ubriaco che, vedendosi offrire da bere, gli indica come fonte di informazioni un certo Jak-Thal. Ulteriori ricerche e scopre che Jak-Thal è un vecchio nobile rodian che risiede ai margini della grande città … e che le sue possibilità di ottenere un incontro con lui sono pressoché nulle.

 

Decide così di ritirarsi per la notte e sceglie di tornare a dormire nei pressi dello spazioporto: “Non sarà il quartiere più sicuro della città ma se non altro è quello dove gli “stranieri” sono accettati meno malvolentieri ...”. Paul sceglie una locanda gestita da un umano … scambia quattro chiacchiere col portinaio che pur dimostrandosi scontroso, antipatico e poco propenso al dialogo, risulta comunque utile al nostro eroe sconsigliando la visita al nobile rodian ed indirizzandolo verso il “Governatore delle fogne di Equator City”: un gamorrean chiamato Mett “Lo Sporco”. Il jedi si mette a nanna indeciso se puntare sul gamorrean o se provare a sfruttare i suoi “trucchi mentali” per ottenere un colloquio col vecchio Jak-Thal.

 

La mattina porta consiglio e Paul decide di provare a parlare con Mett: perciò si dirige verso il centro della grande città con l’intenzione di raggiungere il palazzo della “direzione fognaria” che si trova là. Raggiunta la piazza che ospita l’enorme palazzo (un “cubo” bluastro con una infinità di tubi delle dimensioni più varie che entrano ed escono) il nostro jedi viene sopraffatto dalla puzza di liquami che vi aleggia … Raggiunge a fatica l’ingresso ma due guardie rodian gli sbarrano il passo impugnando delle armi simili ad alabarde … il jedi tenta di convincerli che ha necessità di parlare con il “Signor Mett”, ma questi non cedono alle parole … vogliono che il vecchio umano fissi un appuntamento, come previsto dalla legge e per questo lo indirizzano verso un ufficio poco distante.
Paul raggiunge l’ufficio (dopo aver attraversato di nuovo tutta la piazza) e qui si trova ad avere a che fare con un burocrate puntiglioso e con un droide che cade a pezzi … ma dopo un po’ di peripezie (tra le traduzioni imprecise del droide e la puntigliosità del burocrate) ottiene un appuntamento per un’udienza immediata con il Governatore delle fogne di Equator City. Perplesso il nostro eroe torna dalle guardie che questa volta lo fanno passare senza problemi …

Il colloquio con Mett è breve ma fruttuoso … pare che lui conosca l’ubicazione delle famose “Lune Gemelle di Rodia”; per 750 crediti (NdSM: una miseria) ne rivela l’ubicazione allo jedi: “… si trovano ai poli … una a nord e l’altra a sud …”.

 

Ora Paul è soddisfatto e deve solo trovare un modo di raggiungere un luogo così lontano ed inospitale quale il polo del pianeta. Ritorna nella zona dello spazioporto e si reca da uno spedizioniere che gli è stato segnalato sempre da Mett per organizzare il viaggio. Qui decide di aggregarsi ad una carovana in partenza verso il sud come manovale … recupererà qualche soldo e si avvicinerà alla sua meta: il Polo Sud. La partenza è fissata di lì a tre giorni … ed il viaggio ne durerà 10.
(NdSM: si arriverà così al giorno 108).

 

GIORNO 103: LA FASCIA DI ASTEROIDI.


Torniamo alla Exxodus ed ai suoi occupanti: il viaggio in hyperdirve è stato pieno di scossoni ma ha comunque portato i nostri eroi a destinazione; finalmente è stata raggiunta la fascia di asteroidi che rappresenta il luogo della prossima “missione”. La fascia costituisce il limite esterno di un piccolo sistema solare: nove pianetini rocciosi ed inospitali orbitano allegramente attorno ad una piccola stella dall’aspetto freddo – una palla di fiamme bianco azzurre.

 

Una breve indagine coi sensori della nave indica che molti degli asteroidi più grandi ospitano installazioni industriali … In breve tempo la fabbrica di armature Ithoriana viene identificata: “Prima di entrare voliamoci intorno e diamo un’occhiata …” suggerisce Highbecca mentre già inizia la manovra … “Quelli devono essere stati i portelloni di sicurezza di cui gli ithorians ci hanno parlato … Qualcuno evidentemente li aveva chiusi ... ma sono stati fatti saltare dall’interno …” commenta lo wookie mentre prosegue nel suo volo; “Forse sarebbe meglio …” non fa in tempo a finire la frase … un missile parte “dal portellone dell’asteroide” e centra la navetta … con un’abile mossa lo wookie si muove in modo da inquadrare il “nemico” nei sensori e possibilmente rispondere al fuoco; Highbecca richiama Jere Mee Kohlson al suo posto di armiere ma il jawas è lontano … un secondo scambio di colpi ed una manovra evasiva … un altro missile colpisce la nave … il responsabile viene finalmente identificato; si tratta di un droide, tuttavia gli attacchi di risposta del wookie non vanno a segno …
Hope salta velocemente al posto di armiere: “Ti do una mano io … devo solo inquadrare qui e sparare vero?” Un’altra salva di razzi in arrivo … la manovra di Highbecca ha successo e li evita … ed anche il contrattacco stavolta è efficace! Un ultimo scambio di colpi ed il droide da guerra è distrutto … la nave è danneggiata … seriamente danneggiata … “Entriamo! Non possiamo fare altro in queste condizioni …” commenta lo wookie.

Il jawas ed il twi’lek fanno appena in tempo a raggiungere la cabina quando dalla parte opposta dell’asteroide cavo (NdSM: dall’altro portellone, in pratica) parte un nuovo attacco … la reazione dei nostri eroi questa volta è più pronta … anche se Highbecca non riesce a schivare un missile, mentre lui ed Hope rispondono al fuoco con precisione … il piccolo jawas si occupa di mantenere gli scudi in efficienza. Questa nuova “conformazione dell’equipaggio” (il jawas a fare il motorista ed Hope come armiere) sembra dare i suoi frutti ed in pochi attimi anche il secondo droide è sistemato … La nave è sempre più seriamente danneggiata: “… in queste condizioni niente Hyperdrive!” sentenzia lo wookie.

 

 

Una buona manovra e la nave si ancora ad un portello di attracco della grande fabbrica … un piccolo portello per lo scarico delle materie prime, a quanto sembra … i nostri eroi entrano (seguiti da Nova, la ex-soldatessa imperiale, che ha promesso di aiutarli). Il primo scontro che si trovano a dover affrontare è contro quattro semplici droidi da battaglia … in realtà non si tratta di un vero e proprio scontro: i droidi non fanno nemmeno in tempo a puntare le armi che vengono già abbattuti dai precisi colpi di blaster dei nostri eroi … sembra un lavoro facile!

In un’altra sezione della fabbrica la situazione si complica: quattro droidi da battaglia pesanti (NdSM: sono droideka, per la cronaca), protetti da poderosi scudi energetici sbarrano il passo ai nostri eroi e con il loro poderoso volume di fuoco li impegnano in un duro scontro … Le abilità con le armi da fuoco del jawas, dello wookie e, a sorpresa, di Nova, coordinate dalle intuizioni tattiche del twi’lek ed aiutate dalla presenza dello jedi che si “pone a fare da bersaglio” confidando sulla Forza che gli fa da scudo, mettono i nostri eroi in condizione di superare anche questo ostacolo … La battaglia dura solo un paio di minuti … ma sembra un’eternità!

 

 

I nostri eroi sono stanchi e feriti … ma alla fine anche l’ultimo dei quattro droidi viene disattivato … anzi disattivato alla maniera wookie, cioè fatto a pezzi! “… e questo è solo l’inizio!” è il triste e laconico commento dello wookie.

GIORNO 103: LA STANCHEZZA SI FA SENTIRE


I nostri eroi sono appena riusciti a sconfiggere i quattro droidi pesanti da battaglia (NdSM: i droideka della scorsa sessione) e, mentre controllano i “cadaveri” per controllare se ci sia ancora qualcosa di recuperabile, discutono sul da farsi. La decisione è praticamente unanime: “Abbiamo bisogno di riposo … e queste ferite devono essere medicate in modo migliore … Si torna alla navetta: dormiremo lì … è più sicuro!”. Dai resti dei quattro droidi i nostri eroi recuperano un generatore di scudi quasi integro (NdSM: sarà comunque difficile montarlo su un droide diverso da un droideka) ed alcuni circuiti di memoria da analizzare.

 

Prima del meritato riposo Highbecca e Jere Mee Kohlson provano ad analizzare le memorie sottratte ai droidi distrutti … le cose non vanno per il verso giusto; in risposta ai tentativi dello wookie di analizzare le memorie, scatta un sistema di protezione: una sorta di virus informatico comincia a diffondersi nei sistemi della navetta … Lo wookie interviene tempestivamente e limita i danni a pochi dati astrometrici ed archivi di inventario persi; inoltre pare che la trasmittente della navetta abbia trasmesso un messaggio non meglio identificato verso un destinatario altrettanto ignoto e che i “diari di registro” della trasmittente siano stati cancellati. Oltre al danno la beffa: i dati raccolti  dai droidi sono pochi ed inutili …

Forse è veramente ora di riposare!

 

 

GIORNO 104: DEMOLIZIONI!


Poco più di otto ore di sonno ed i nostri eroi sono di nuovo in piedi, carichi di energia. È ora di continuare il lavoro. Questa volta Geego-Gin rimane sulla navetta: “Meglio se resto a riparare i danni che avete combinato ieri sera …” spiega puntando il dito contro lo wookie ed il jawas; “Inoltre voglio provare a scoprire qualcosa di più sul messaggio che è partito … e credo anche che sia bene fare la guardia al nostro unico mezzo di fuga … seppur malridotto!”. Così sbarcano solo tre dei nostri eroi (il jawas, lo wookie e l’unico jedi rimasto – NdSM: Paul è ancora disperso su Rodia) ancora aiutati, come d’accordo, da Nova.

 

L’esplorazione della fabbrica continua (NdSM: la struttura è composta da anelli modulari … i nostri eroi, per ora, ne hanno esplorato uno solo). Superato l’anello dove si erano imbattuti nei droidi da battaglia pesanti, si inoltrano in una fila di uffici: sembrano inutilizzati da tempo … non vi si trovano nemmeno effetti personali di chi normalmente li avrebbe dovuti usare. Dall’altra parte di una paratia si sente un rumore assordante: qualcosa di metallico e di pesante si muove lentamente.

 

 

I nostri eroi si appostano nascosti dietro le paratie; solo il jawas si avvicina alla porta e la apre cercando di essere il più silenzioso possibile. Dall’altra parte, il nuovo anello è immerso nell’oscurità; illuminato solo da continui lampi di elettricità e da scintille sprigionati da una infinità di cavi tagliati: il responsabile sembra essere un enorme droide che sta demolendo una intera area della “catena di montaggio” di questa fabbrica: schiaccia tutto quello che trova sul suo cammino e con una enorme tenaglia trancia tutti i cavi elettrici che trova … Non appena la porta si apre il droide torna sui suoi passi e comincia ad avvicinarsi alla posizione dei nostri eroi … Jere Mee Kohlson non si rende subito conto del pericolo e non fa in tempo a dare l’allarme: si limita a richiudere la porta sperando che il bestione non si sia accorto di loro.

Vana speranza.

 

Un’esplosione di energia spazza via una intera parete della stanza dove stavano rintanati i nostri eroi (e ferisce il giovane jedi ed il giovane jawas). La battaglia ha inizio … Il jawas tenta di allontanarsi ma esita e la tenaglia cala su di lui con violenza inaudita e lo colpisce duramente: il jawas cade a terra svenuto. Hope si muove per recuperare il piccolo jawas prima che il bestione robotico lo calpesti a morte … ce la fa … aiutato dalla Forza in un impeto di agilità trascina il piccolo Jere mee Kohlson ancora incosciente fuori dalla stanza. Ma anche per lui la tenaglia è in agguato, e viene ferito. Highbecca e Nova escono dalla stanza a loro volta (NdSM: tutti i nostri eroi, a questo punto, sono tornati nell’officina che fu teatro dello scontro con i droideka) ed aprono il fuoco contro il bestione … è facile colpirlo. Ma sembra tuttavia molto resistente e due colpi di blaster non bastano certo a fermarlo.

Così come non basta una parete …

 

Anche questa parete esplode colpita dalle armi del droide demolitore … la battaglia continua … Hope, dopo aver curato il jawas (sempre grazie alla Forza), si offre come bersaglio contando sullo scudo di Forza che sempre gli è stato “amico”. Nova ed Highbecca, spostandosi in direzioni diverse per non farsi trovare come bersagli vicini continuano a sparare sul droide … anche il jawas si unisce al fuoco … ma è troppo debilitato ed i suoi primi colpi vanno a vuoto. Il droide usa una nuova arma contro Highbecca … lo colpisce con un getto di plasma incandescente nonostante la grande distanza che li separa … Lo wookie, ustionato, risponde al fuoco con prontezza nonostante le ferite subite … Nova continua a sparare: con la perizia tipica di un cecchino i suoi colpi vanno a segno … e questa volta anche Jere Mee Kohlson colpisce …
Il droide è disabilitato … ma con sommo dispiacere e grande sorpresa dei nostri eroi esplode andando a danneggiare ancora più seriamente la struttura portante della fabbrica ed a ferire gravemente tutti tranne lo wookie (l’unico abbastanza lontano). Il jawas è in punto di morte e solo un colpo di fortuna, o la Forza, se volete dar retta all’interpretazione di Hope, lo mantengono in vita abbastanza a lungo da permettere ai suoi compagni di medicarlo.
Dopo questa faticaccia, ci vuole un po’ di riposo!” suggerisce il giovane Hope … e così i quattro eroi si fermano per un po’ per bendare le ferite e riprendere fiato.

 

Dopo un po’ l’esplorazione riprende … Un altro “anello” di uffici … questi sono stati messi a soqquadro e perquisiti: “Qui qualcuno cercava qualcosa … Frughiamo in giro alla ricerca di qualche indizio.” commenta il wookie. E qualcosa si trova … è proprio il piccolo jawas a frugare tra le carte “giuste” ed a trovare dei pezzi di softwere … qualcosa che sembra scritto per spingere i droidi ad ignorare i loro programmi inibitori e ad usare violenza contro i viventi. Non è molto … ma è un indizio … ed è anche un presagio di brutte situazioni!

L’esplorazione continua … Lasciati gli uffici i nostri eroi si ritrovano in un anello attivo della fabbrica: qui vengono assemblate le parti di armatura destinate a coprire le braccia di chi la indossa: tutto sembra funzionare perfettamente … Si passa da una officina a quella successiva. Anche qui continua la lavorazione delle “braccia”; ma qualcosa di strano attira l’attenzione dei nostri eroi: è Nova ad accorgersene per prima e a richiamare gli altri … un ithorian gravemente ferito giace disteso tra un gruppo di braccia robotiche vicino al nastro trasportatore che sta in mezzo all’anello.
Andiamo a vedere … ma con prudenza … potrebbe essere una trappola!” ordina lo wookie. Pochi metri davanti ai nostri eroi, disteso in una pozza di sangue si trova un ithorian senza un braccio; sembra che la ferita sia già infetta da un bel po’ di tempo: “Cancrena!” sentenzia lo wookie. Il ferito si guarda in giro … gli occhi persi nel vuoto … e sembra delirare in ithorese. Hope e Nova si avvicinano … sospettano la trappola ... ma non possono restare insensibili di fronte ad un ferito; anche gli altri due si avvicinano ma si tengono qualche metro più indietro rispetto ai loro compagni.

 

All’improvviso Highbecca nota degli strani cavi che, ben nascosti, dalla schiena del moribondo si vanno ad innestare nei macchinari lì intorno … lo wookie vorrebbe dare l’allarme … ma non fa in tempo.
Il moribondo si alza in piedi rivelando il suo essere un “droide camuffato” ed una serie di cavi si gettano come serpenti contro i nostri eroi per bloccarli: Highbecca ed Hope vengono legati. I cavi cominciano a tentare di stordire i loro prigionieri con forti scosse elettriche … Comincia una nuova battaglia: mentre i due legati si divincolano a forza per liberarsi, Nova ed il jawas aprono il fuoco contro il droide. Lo scontro è breve … in pochi secondi sia lo wookie sia l’umano si liberano dai cavi stordenti … nel frattempo l’abilità e la mira di Nova fanno il resto, facendo praticamente a pezzi il “… debole droide camuffato da ithorian …”. La verità è ben diversa: ad una attenta analisi i nostri eroi si rendono conto che è come se il droide avesse “indossato” il cadavere di un vero ithorian. La situazione si fa inquietante.

GIORNO 104: IMBOSCATA.


I nostri eroi, stanchi e feriti dopo il breve ma feroce combattimento col droide trappola, devono decidere il da farsi. “… è ancora presto …” sentenzia lo wookie; “… recuperiamo Geego-Gin ed andiamo avanti … almeno esploreremo ancora qualche stanza; dopotutto non siamo nemmeno a metà.” E così si decide di fare. Il twi’lek abbandona la navetta e raggiunge i suoi compagni in poco meno di dieci minuti; dandogli giusto il tempo di medicarsi al meglio … Il gruppo riunito si muove verso un nuovo “anello”: la zona abitativa.

 

La situazione si presenta subito preoccupante: aperta la prima porta i cinque esploratori si trovano di fronte a due cadaveri di ithorian fatti a pezzi e parzialmente decomposti … la tensione sale; tutti temono un altro droide-trappola … ma non accade niente. Tra corridoi e stanze private l’esplorazione diventa quasi noiosa: niente droidi; niente terminali di computer da esplorare; niente di utile (nemmeno in due stanze adibite ad infermeria ma molto poco fornite); niente di niente.
Unica nota curiosa è una sala mensa dove alcuni distributori/preparatori automatici di cibo sono in funzione e continuano a sfornare ed a disperdere sul pavimento una discreta quantità di cibarie:  “Le più vecchie hanno almeno 20 giorni … e stanno marcendo sotto a quelle più nuove che sono cadute più di recente.” È l’analisi del twi’lek.
Già! Ma qualcuno deve aver manomesso questi aggeggi …” continua lo wookie, “… è assurdo pensare che siano impazziti per caso proprio tutti … temo un’altra trappola … meglio se ce ne andiamo.” E così i nostri eroi si allontanano, magari un po’ affamati, ma comunque salvi e certi di aver evitato una trappola.

 

L’esplorazione continua … Altre catene di montaggio più o meno danneggiate; qui si producono parti di droidi: torsi dalle fattezze umanoidi (NdSM: come quello di un droidi protocollare come C3BO o di un droide medico standard). Niente di strano da segnalare …

 

La tensione aumenta.

Un anello di uffici … finalmente dei terminali sui quali mettere mano … inserendosi in un computer Geego-Gin sfrutta le sue abilità informatiche per spegnere tutti i sistemi ed accendere tutte le luci della “seconda metà” della struttura; una saggia precauzione. In qualche ufficio si trovano dei droidi da battaglia molto semplici e disattivati … un piccolo mistero.

 

Poco importa: si va avanti!

Il gruppo si appresta ad attraversare un nastro trasportatore ormai spento …

 

Hope è passato … Nova resta in retroguardia col fucile  carico e pronto all’uso … e gli altri sono sopra al nastro …

Scatta un’imboscata …

 

Alcune porte sulla parete di fronte ai nostri eroi si aprono contemporaneamente … E contemporaneamente fanno il loro ingresso una ventina di droidi da battaglia che aprono il fuoco contro i nostri eroi colti alla sprovvista. Inizia un combattimento violento … i droidi cominciano a prendere di mira gli avversari più vicini: Hope e Geego-Gin.

Hope corre verso il gruppo di nemici più numeroso sfoderando la spada … ma prima di arrivare al corpo a corpo usa la forza per sollevarne uno ed abbatterlo con violenza contro i propri simili; Geego-Gin non perde la calma e sfodera una granata che, lanciata con cura, va a colpire un paio di nemici … Nova si getta a terra e comincia ad aprire il fuoco per coprire le spalle al giovane jedi (il più bersagliato dai droidi) … Highbecca non è da meno e si lancia con impeto verso i droidi andando ad offrire un nuovo bersaglio ai nemici che distraggono un po’ di fuoco dai primi due bersagli, e rincarando la dose di granate andando a distruggere i due avversari danneggiati dal twi’lek pochi istanti prima … Jere Mee Kohlson comincia a fare fuoco col suo fucile a ioni … danneggia alcuni droidi ma diviene anche lui un bersaglio … Il contrattacco dei droidi si fa presto sentire … qualche colpo ed il jawas, già gravemente ferito, è di nuovo a terra in un lago di sangue … districandosi dal corpo a corpo una decina di droidi concentrano il loro fuoco su Hope causandogli gravi ferite … altri droidi continuano a bersagliare lo wookie ed il twi’lek, ma con meno fortuna rispetto ai loro compagni …

 

Così il combattimento va avanti tra granate e colpi di blaster di Highbecca e Geego-Gin, azioni di cecchinaggio di Nova, e fendenti di spada laser del giovane Hope che continua a far uso della forza per sbattere i nemici uno contro l’altro … il jawas resta a terra immobile.

Dopo qualche minuto rimane in piedi un unico droide … il twi’lek finite le munizioni non perde tempo a ricaricare e si getta in un corpo a corpo utilizzando una spranga di ferro … un colpo ben assestato ed il droide cede … anche questa battaglia è finita e vede i nostri eroi ergersi feriti ma vincitori! Nova è la prima preoccuparsi per il jawas: corre da lui e comincia a medicarlo per fargli riprendere conoscenza, aiutata dal giovane jedi che pur ferito non esita a trasferire parte della sua energia vitale nel corpo esanime del compagno …

 

Passa un bel po’ di tempo prima che il jawas riprenda i sensi; i quattro “sopravvissuti” devono di nuovo decidere il da farsi alla luce delle pessime condizioni in cui versano dopo quest'ultimo sfibrante combattimento; ma sono dubbiosi … Highbecca e Geego-Gin si allontanano per un piccolo controllo alle stanze da cui sono spuntati i droidi: niente da segnalare. Dopo una breve discussione i cinque decidono quindi di dividersi; mentre il jawas ed il jedi riposano e si curano con Nova che resta con loro per aiutarli in caso di attacco, il wookie ed il twi’lek continuano ad esplorare la struttura “… dopotutto … dopo tutti questi … quanti altri droidi volete che ci siano ancora?

 

L’esplorazione è breve … oltre l’ultimo anello di uffici si trova l’ultimo anello di produzione. Qui ha stabilito la sua base l’invasore. I due eroi stanno ben attenti a restare nascosti … aprono la porta (venendo investiti da un forte odore di idrocarburi che porta con se un po’ di nausea per i nostri due eroi) e guardando con circospezione dall’altra parte notano un grosso droide da guerra … fermo.

 

Il droide comincia improvvisamente a muoversi … Cammina, lento ma inesorabile verso di loro.

 

La porta viene chiusa ed i due arretrano fino alla officina precedente … il grosso droide li segue … non dovrebbe passare attraverso porte “piccole” ma è in grado di compattarsi per adattarsi a passare attraverso spazi angusti …

 

I nostri eroi lo osservano meglio: “… bipede … di taglia grande … tre bocche da fuoco: due gemelle, coassiali sopra la testa ed una indipendente sulla spalla sinistra … armi pesanti: molto distruttive … due enormi pinze come arti superiori … e “sul palmo” di ogni pinza quella che sembra la punta della lancia di un lanciafiamme …”. La situazione sembra disperata e la fuga viene accolta subito come ottima opzione di comportamento. Raggiunto il gruppo si discute ancora brevemente e si opta per dividersi in due gruppi ed attendere l’arrivo del grosso droide per stabilire se attaccarlo o meno: Hope, Geego-Gin e Jere Mee Kohlson (appena appena cosciente) si nascondono in attesa in una stanza; Highbecca e Nova si ritirano in un’altra più lontana.

Il grosso droide si ripresenta dopo qualche minuto di fronte ai nostri eroi … si tenta di elaborare una strategia … Il droide spara, praticamente alla cieca, verso le due stanze in cui i nostri eroi si sono rintanati … non colpisce nessuno ma la potenza dimostrata e la pioggia di scintille provocata dall’impatto dei due colpi delle bocche da fuoco gemelle (evidentemente indipendenti l’una dall’altra, a questo punto) mettono in grande apprensione i nostri eroi … “Dobbiamo pensare ad una strategia risolutiva … e che ci permetta di portare a casa la pelle …” sta dicendo tramite com-link il twi’lek, quando Hope decide per tutti: si pone bene in vista e prova ad usare i suoi poteri per sbilanciare il grosso droide … lo sforzo richiesto è troppo grande ed il giovane jedi non ce la fa. Per tutta risposta il droide apre di nuovo il fuoco e con uno dei suoi colpi centra in pieno il giovane Hope che cade a terra in un lago di sangue … Geego-Gin ordina la ritirata e tutti obbediscono … quindi raccoglie il corpo del povero jedi e dà fondo al suo jetpack per allontanarsi il più velocemente possibile …

 

 

Il droide riprende il suo flemmatico ma inesorabile inseguimento … sembra incerto su chi seguire (dato che i nostri eroi furbescamente scappano in direzioni diverse) … ma alla fine decide di seguire lo wookie … Il twi’lek, a questo punto ha un’illuminazione … sempre sfruttando il jetpack vola velocemente nella stanza da cui il grosso droide è partito e forte di un: “… spero che sia impegnato ad inseguire gli altri …”, cerca di scoprire se là ci sia un modo per fermarlo … Comincia una lunga gara di resistenza tra lo wookie in fuga ed il droide in perseverante ed inesorabile caccia. Nel frattempo Geego-Gin raggiunge la stanza … è stata svuotata dagli impianti di costruzione … al suo interno si trova una grande apparecchiatura … il twi’lek la studia velocemente: un computer piuttosto potente ed una trasmittente ugualmente di buon livello …”Posso spegnerlo da qui!” … e si mette al lavoro. Comica così un confronto tra hacker … ma Geego-Gin riesce in breve ad aver la meglio sul suo sconosciuto e lontano avversario … il computer è suo … “Si! Posso farcela! Adesso posso spegnere quel dannato bestione!”.

 

Gli ci vogliono dieci minuti per forzare il sistema … dieci minuti in cui continua la gara di inseguimento tra il lesto wookie e l’inesorabile droide … Gli altri sono ormai tutti nascosti al sicuro. Alla fine si arriva ad un punto cruciale: il twi’lek inserisce gli ultimi comandi … “O la va ... O la spacca!” …

Comandi inviati …

Pochi secondi e …

La va!

Il grosso droide si ferma!
Geego-Gin ne ha ottenuto il controllo (almeno parziale).

 

I com-link gracchiano di nuovo … “… raggiungetemi nella stanza della benzina …” è la voce di Geego-Gin a richiamare i compagni. Mentre gli altri lo raggiungono il nostro twi’lek non perde tempo; si impegna da subito a ricavare quanti più dati possibile dal computer e dalla trasmittente che sono, per ora, sotto il suo controllo (le informazioni recuperate indicano che il mandante di questa “follia” si trova su Tatooine); la sua esperienza gli dice che come lui è riuscito ad entrare nel computer estromettendo un altro, anche l’altro potrebbe tentare di fare la stessa cosa … E difatti dopo qualche minuto è un nuovo duello tra hacker … questa volta Geego-Gin non ha la meglio ed il suo avversario impone una cancellazione di tutti i programmi contenuti nel computer ed una autodistruzione del grosso droide da guerra. Il twi’lek non resta lì a vedere se il suo avversario abbia avuto successo e si rintana in una stanza vicina con gli altri eroi che nel frattempo lo hanno raggiunto … un paio di esplosioni confermano l’avvenuta distruzione del grosso droide e del serbatoio di carburante posto vicino al computer … I nostri eroi sono stanchi, un po’ nauseati dai vapori di benzina e feriti, ma la fabbrica è disinfestata: MISSIONE COMPIUTA!
 

Da qui in poi, per ora, non riesco a dare una formattazione decente al testo ... intanto però proseguo col diario.

GIORNO 104: RITORNO.
La minaccia dei droidi invasori è finalmente scongiurata ed i nostri eroi (ancora orfani dello jedi anziano disperso su Rodia) possono finalmente riposarsi. In realtà di tempo per riposare ce n’è poco: Hope va curato seriamente, ed è il droide medico comprato solo pochi giorni prima a prendersene cura in modo efficace; nel frattempo Highbecca e Jere Mee Kohlson si dedicano a piccole riparazione alla nave: “Ogni bullone stretto un po’ di più può aiutare … La condizione della navetta è disastrosa, saltare in hyperdrive equivarrebbe ad un suicidio … anche un semplice volo a velocità sub-luce sembra rischioso!”.

In un paio d’ore i preparativi per il decollo sono completati ed i nostri eroi si rimettono in viaggio verso la stazione spaziale: lo wookie al posto di pilota, il twi’lek al posto di armiere ed il piccolo jawas al posto di motorista (con l’incarico principale di mantenere in efficienza gli scudi della navetta). L’uscita dal campo di asteroidi è brusca, ma in breve la nave è comunque diretta verso la stazione spaziale dove gli ithorian attendono il ritorno dei nostri eroi.

Non così in fretta!

Una trasmissione radio, un messaggio ripetuto ad intervalli regolari, raggiunge la navetta: “Arrendetevi. La vostra nave sta trasportando un ricercato. Per ordine dell’inquisitore Tarkin siete in arresto. Arrendetevi!” … E ben presto si scopre la fonte del segnale: un incrociatore imperiale da battaglia sta attendendo al varco (con la sua scorta di tie fighter) la malconcia navetta dei nostri eroi. Geego-Gin prova ad instaurare un dialogo via radio con gli imperiali ma ottiene ben poco … Un raggio traente cattura la navetta (dopo un tentativo andato a vuoto che ha scatenato l’ilarità dei nostri eroi) che viene chiusa in un hangar depressurizzato per non lasciare alcuna via di fuga ai suoi occupanti.
In breve la nave imperiale riparte e, stando alle sensazioni dello wookie salta in hyperdrive con tutto il suo carico … Geego-Gin continua a provare ad instaurare un dialogo via radio; ricorre addirittura a delle velate minacce. È tutto inutile. L’equipaggio della nave imperiale è intenzionato a rispettare gli ordini: silenzio assoluto e cattura dei fuggiaschi. Ci vogliono sei giorni prima che il viaggio da prigionieri veda una fine.

GIORNO 108 – 109: PAUL VERSO IL POLO SUD.
Paul Waterflyer, cavaliere jedi, è su Rodia da ormai un paio di settimane e sono dieci giorni che il nostro jedi lavora su una carovana diretta verso Delekria, la grande città del sud; finalmente la metropoli è in vista … il Polo Sud e le “Lune Gemelle di Rodia” sono più vicini. In realtà la situazione non è così rosea. Se già nella grande Equator City il nostro umano si sentiva un pesce fuor d’acqua (vista la scarsità di non-rodian) qui questa sensazione è ben peggiore. Gli “alieni” si contano sulla punta delle dita e questo non fa che complicare la vita e le ricerche del povero Paul.
Sfruttando le conoscenze del capo-carovana il jedi viene a sapere che la sua unica speranza di raggiungere il Polo risiede in due rodian un po’ folli che potrà incontrare alla locanda “La melma butterata”; si fanno chiamare “Stella Impazzita” e “Nebbioso”. Inutile dire che il nostro eroe vi si dirige senza preoccuparsi di risultare poco gradito. Dopo un breve cammino raggiunge la sua meta; l’atmosfera del locale è tutt'altro che amichevole e gli basta sfiorare uno degli avventori per trovarsi decine di sguardi carichi di odio e curiosità puntati addosso. “Devo parlare solo col locandiere come mi è stato suggerito … Calma Paul … Puoi farcela.” Sono i pensieri che gli fluiscono in mente … Detto, fatto. Dietro il bancone sta un enorme rodian dalle scaglie giallo brunastre che curiosamente è il meno ostile presente nel piccolo locale. Dopo poche chiacchiere il jedi immediatamente chiede notizie dei due rodian che sta cercando: “… devo trovare Stella Impazzita e Nebbioso … mi hanno detto di cercarli qui.”
“E, di grazia, perché li stai cercando?” ribatte il locandiere.
“Devo contattarli perché, stando a quanto mi è stato detto sono gli unici che possono aiutarmi.”
“Rischierai la pelle a stare con loro… sai combattere almeno?”
“Si … Me la cavo.”
“E sai anche fuggire velocemente?”
“Certo, me la cavo anche meglio nella fuga che nel combattimento!”
“Allora forse hai qualche speranza di portare a casa la tua pellaccia rosa anche avendo a che fare con quei due … E, per pura curiosità, cosa ti spinge ad aver bisogno dell’aiuto di due soggetti così pericolosi?”
“Devo raggiungere il Polo e …” Paul viene interrotto dallo scoppiare di feroci risate di scherno nei suoi confronti, mentre uno degli avventori sta ribadendo in rodian l’intenzione dell’umano di raggiungere il Polo, in modo da mantenere elevato il livello di ilarità suscitato dalla folle idea esplorativa del jedi. Mentre il rodian continua la sua performance di scherno ed il povero Paul viene bersagliato da pezzi di cibo lanciati da tutta la sala, esplode un colpo di blaster ed il rodian che per primo ha deriso l’umano giace a terra, con la faccia spappolata …

Cala il silenzio …

Paul si volta e nota, in un angolino buio, un rodian con le scaglie color verde chiaro e con un’unica “antenna” rimasta sulla testa, col fucile ancora fumante appoggiato al tavolo … “Quello è Stella Impazzita!” spiega il locandiere.

L’umano prende coraggio e si dirige al tavolo. Il rodian lì seduto gli rivolge una domanda che ovviamente Paul non capisce … Fortunatamente ha il buon senso di non chiedere spiegazioni e di presentarsi; il rodian mostra un sorriso e con una voce femminile (NdSM ebbene sì … è un rodian femmina) ribadisce … “Piacere Paul, io sono colei che stai cercando … e, per la cronaca, ti avevo solo chiesto come stavi!”. Comincia così un primo dialogo tra Paul e Stella Impazzita sul perché lui la stesse cercando e su cosa possa il giovane umano offrire in cambio dei servigi dei due avventurieri rodian … È proprio durante il colloquio che appare, sorprendendo alle spalle il povero jedi, il secondo rodian: Nebbioso.
Costui è piccolo di statura e gracile di corporatura; contrariamente alle abitudini dei suoi simili non porta con se armi ed anzi non indossa nemmeno un vestito che lo possa coprire del tutto, solo una specie di gonnellino fatto della pelle maculata di chissà quale strano animale. “Dunque cosa abbiamo qui …” il nuovo arrivato sibila all’orecchio di Paul … “Un umano … 1500 crediti per una missione pericolosa …” poi aggiunge con palese sarcasmo “… una spada laser nascosta dal mantello … e magari sei pure un jedi … e se è vero che lo sei magari hai pure una taglia sulla testa!”. Paul sorpreso dall’apparizione improvvisa non può far altro che confermare la sua “professione” e negare (più volte) di avere una taglia sulla testa … La discussione riprende e non è carica di buona notizie per Paul: le informazioni che ha ricevuto da Mett “lo Sporco” sono false; non c’è niente di tutto ciò al Polo Sud (e tanto meno al Polo Nord). L’unico che potrebbe fornirgli qualche notizia credibile sarebbe proprio Jak-Thal (il nobile rodian) ma per un umano come lui le possibilità di incontrarlo sarebbero veramente ridottissime. Ad un tratto i due rodian sembrano disinteressarsi totalmente di Paul e cominciano a discutere tra loro nella loro lingua; l’umano non capisce, ma il tono sembra tranquillo; sembrano due persone che ragionano e prendono accordi.
Infine, dopo un veloce spuntino a base di lucertole arrostite, i due rodian si accordano e Stella Impazzita ha una proposta da fare all’umano: “Sai combattere?” 
“Si, me la cavo, come stavo dicendo prima al locandiere …”
La rodian interrompe Paul e continua con le domande: “Quanto è importante per te raggiungere le Lune gemelle di Rodia? Saresti disposto a combattere per raggiungere il tuo obbiettivo?”
“Ovviamente sono disposto a combattere per raggiungerle, forse non sono disposto ad uccidere …”
“Su Rodia non c’è molta differenza tra combattere ed uccidere!” replica l’avventuriera seccata … “Dunque sei disposto a rischiare la tua vita per raggiungere il tuo obbiettivo? E sei anche disposto a rischiare di dover uccidere qualcuno per farlo?”
“Solo per difendermi potrei arrivare a malincuore ad uccidere un altro essere vivente!”
“Bene direi che può bastare …”
La rodian si fa pensierosa ed aggiunge “Abbiamo una proposta da farti …  Tu sei uno jedi … o almeno fingi di esserl, e per me questo è sufficiente … sai combattere … e ti serve il nostro aiuto … ma hai solo 1500 crediti giusto?”
“Si, tutto giusto!” replica Paul.
“Allora ascoltami bene. Jak-Thal è ormai vecchio e non va più a caccia. Per questo ha messo in piedi una arena nei suoi possedimenti dove fa combattere gladiatori … Tu combatterai per noi … Noi ti iscriveremo ad uno dei prossimi combattimenti … punteremo su di te i tuoi 1500 crediti … tu vincerai i tre combattimenti che ti attendono … noi ci terremo il premio delle scommesse e ti restituiremo i tuoi 1500 di partenza … e se sarai fortunato e riuscirai ad impressionare il vecchio Jak-Thal, forse avrai l’onore di incontrarlo di persona … Che ne pensi? Accetti?”
“Accetto!” Risponde sicuro il jedi “Non ho altra scelta dopotutto …” aggiunge quindi a mezza voce.
“Perfetto. Si parte domani. Ti porteremo noi di nuovo ad Equator City … considerati nostro ospite fino ad allora”.

GIORNO 110 – 111: DI NUOVO IN VIAGGIO.
Si parte di buon’ora. Paul, Stella Impazzita e Nebbioso a bordo della navetta degli esploratori rodian (uno strano veicolo aperto … un veicolo adatto solo ai voli “in atmosfera” … un residuato bellico a prima vista) si mettono in viaggio verso la grande capitale equatoriale. Ci vorranno due giorni di volo; due giorni durante i quali Paul non può far altro che chiacchierare con i suoi due ospiti per ottenere qualche dettaglio in più sul tipo di combattimento che lo aspetta.

GIORNO 110 – 111: L’INQUISITORE TARKIN.
Ed i nostri eroi sulla Exxodus?
La navetta viene finalmente sganciata dall’incrociatore imperiale e trascinata da un nuovo raggio traente dentro uno degli hangar militari della stazione spaziale che i nostri eroi ben conoscono. Non appena l’hangar è chiuso e pressurizzato viene “invaso” da una trentina di trooper pesantemente armati. Tra loro si fa poi avanti un uomo in divisa scura con mantello rosso ed una specie di scettro rosso tra le mani: l’inquisitore.
È Geego-Gin a farsi avanti per primo. Una volta sbarcato è il primo ad andare a presentarsi all’inquisitore per sapere i motivi che hanno portato al loro arresto. L’inquisitore risponde in tono stranamente gentile e spiega al twi’lek che ci sono delle prove che coinvolgono il suo amico jawas nel deplorevole attentato avvenuto quasi un mese prima … in particolare ci sono due “colpevoli” che lo accusano di complicità. Il twi’lek non è molto convinto ma decide che la cosa migliore da fare è lasciare che il jawas si spieghi da solo …

Così anche il piccolo Jere Mee Kohlson è costretto a sbarcare. Riprende il colloquio, allargato a tre persone a questo punto … ed è un colloquio lungo … l’inquisitore accusa, il jawas si difende ed il twi’lek assiste … Si va avanti per quasi un’ora …
Alla fine l’inquisitore sembra quasi convinto dell’innocenza del piccolo jawas, ma preferisce imporre alla navetta ed a tutto il suo equipaggio una sosta forzata di due giorni per permettergli di valutare al meglio e con calma le nuove testimonianze acquisite. Due giorni chiusi in un hangar … giusto il tempo per cominciare a riparare la nave (così Highbecca ed il jawas saranno comunque occupati) e per curarsi le ferite. Solo in seguito si potrà uscire (forse) e contattare gli ithorian per ricevere il pagamento pattuito.

GIORNO 112: RITORNO ALLA STAZIONE SPAZIALE.
È metà mattina quando l’inquisitore si ripresenta davanti ai nostri eroi … questa volta le notizie sono buone: il jawas è scagionato da ogni accusa (NdSM: compresa quella di essere un killer a pagamento); i due “colpevoli”, un jawas ed un umano zoppo di nome Spud, in seguito ad un nuovo e più energico interrogatorio hanno ritrattato le accuse rivolte a Jere Mee Kohlson. Il caso non è ancora chiuso, ma se non altro i nostri eroi ne sono usciti puliti. Così non resta che accendere i motori, liberare l’hangar imperiale e noleggiarne di nuovo uno (sempre 120 crediti per 10 giorni) per avere il tempo di riparare a dovere la navetta e di portare a termine tutti gli affari che legano i nostri eroi a questa sperduta stazione spaziale.



GIORNO 112: L’ARENA.
Nel frattempo su Rodia … La navetta/residuato bellico atterra nel “giardino” di un grande palazzo: l’arena di Jak-Thal. Paul viene scortato agli spogliatoi (eccessivamente lussuosi per i suoi gusti) e comincia ad attendere, in meditazione, il momento del primo combattimento. Il tempo trascorre lentamente è solo metà mattina e combatterà nel pomeriggio … Il jedi decide di studiare i suoi probabili avversari visionando alcuni video di vecchi combattimenti … dopodichè si procura un’arma (una semplice mazza ferrata) … e quindi si informa sulle regole:
• Una campana dà inizio e segna la fine del combattimento.
• Non si può uscire dall’arena.
• Non si possono usare armi da fuoco (se non nelle gare apposite).
• Chi sopravvive vince e continua a combattere.
Poche e semplici regole … Paul è un po’ perplesso.

Passano le ore e finalmente viene il momento del primo combattimento. Un montacarichi lo solleva fino alle porte dell’arena. La campana suona …

DOOONGGG!

Il suo avversario è un bipede, rettiloide, rozzo, tozzo e violento … non ha armi … gli bastano i suoi artigli … Paul esordisce coi suoi poteri jedi: rimanendo nascosto nel vano del montacarichi prova a stritolare il suo avversario che gli corre incontro con irruenza … “… niente da fare … se sta soffrendo non lo da a vedere!” Un paio di artigliate ed un morso inaspettato colpiscono lo jedi … il veleno entra in circolo e si fa sentire annebbiando i riflessi del malcapitato umano. La folla (un migliaio scarso di rodian) urla in preda all’esaltazione dovuta al combattimento. Paul si affida di nuovo ai suoi poteri jedi e prova un trucco mentale … niente da fare … la creatura che ha di fronte è troppo stupida, primitiva ed infuriata per cedere ad un effetto simile … Nuove artigliate … nuovi morsi … altro veleno …
Paul sempre più intorpidito si decide finalmente a combattere. Si affida alla mazza pesante che si è procurato negli spogliatoi (non vuole ricorrere da subito alla sua fidata spada laser) … un paio di colpi vanno a segno ma il tozzo rettiloide, a questo punto palesemente ferito, non sembra nemmeno accorgersene. Una nuova sfuriata fatta di artigli, morsi e veleno e Paul sembra sul punto di soccombere ... non resta che la spada laser … La sfodera, e con due eleganti fendenti (l’ultimo dei quali molto fortunato) getta a terra il mostruoso avversario finalmente stremato.
La folla è in delirio per la sorpresa … Paul ha vinto …


Ma è una maschera di sangue e tra poco meno di due ore dovrà affrontare una nuova sfida: ha giusto il tempo di scendere negli spogliatoi per prendere fiato e per farsi medicare dagli addetti.

Continuano i problemi di formato: i due capitoli che seguono dovrebbero, in realtà, essere uno solo ...

GIORNO 112: DI NUOVO NELL’ARENA.
È ancora stanco e dolorante dopo lo scontro col tozzo e violento rettiloide, ma Paul sa che non ha altra scelta se non apprestarsi ad un nuovo duello: due ore di pausa sono poche ma dovrà farsele bastare. Giunge il momento del secondo scontro.

Cigolando l’ascensore solleva nuovamente il nostro eroe al livello dell’arena. Paul si guarda in giro: non riesce a distinguere chi sarà il suo avversario, anche perché è distratto dalla presenza di uno strano personaggio che levita (a circa 50 metri d’altezza) proprio sopra l’uscita dell’altro ascensore.
Finalmente il suo avversario esce allo scoperto: si tratta di un Kel-Dor, la maschera fissata al volto che gli permette di sopravvivere in una atmosfera normale non lascia dubbi.

A prima vista è disarmato: “Che sia un esperto di arti marziali?” si chiede il nostro eroe. Ed in effetti è proprio così. Ed il rispettoso inchino rivolto al “levitante” identifica questo ultimo come il suo maestro. “Che stranezza!” pensa il jedi.
Paul si prepara, in attesa della mossa dell’avversario. L’avversario non si fa attendere: un paio di rapidi balzi di lato prima da una parte e poi dall’altra e svanisce. Svanisce nel nulla! Paul non lo vede e non lo sente; non gli resta che ricorrere alla forza. Si concentra … Niente da fare!
Il suo avversario è scomparso e Paul non sa cosa fare. Decide di avanzare lentamente ed in guardia verso il centro dell’arena … non riesce a fare che pochi passi. Il Kel-Dor appare davanti a lui come se niente fosse e lo colpisce con un violentissimo colpo dato col palmo della mano: un colpo che avrebbe tramortito una persona normale, ma non il nostro jedi che, anzi, ha il sangue freddo di reagire proprio facendo uso dei suoi trucchi mentali.
Dapprima tenta di spaventare il suo avversario lasciandolo in uno strano stato di trance. Poi prova a convincerlo alla resa … il secondo tentativo di fare breccia nella disciplinata mente del combattente kel-dor scatena in lui una strana reazione violenta: con uno sforzo sovrumano si sdoppia ed attacca contemporaneamente dai due fianchi lo smarrito Paul. L’attacco va a segno ma è troppo debole: Paul è ancora in piedi. La furia svanisce ed il kel-dor sanguinante e stremato cade a terra privo di sensi. La vittoria è per l’umano, ancora sorpreso dallo strano combattimento.

In breve lo strano alieno si rialza in piedi barcollante e, senza nemmeno sollevare lo sguardo da terra, si dirige verso il suo “ascensore”. Il levitante atterra sopra la torre che sostiene l’ascensore, estrae una lunga lancia lucente e, urlando una singola parola, la scaglia contro il suo allievo uccidendolo sul colpo. Paul non sa cosa volesse dire di preciso, ma l’idea che si è fatto è che avesse il senso di INDEGNO!

L’ascensore lo riporta al suo spogliatoio con una vittoria in più e con la sensazione che ci sia un altro utilizzatore della forza nascosto tra i partecipanti a queste strane lotte. Passano altre due ore tra medicamenti ricevuti, pensieri contraddittori su come stanno andando le cose e preoccupazione per gli eventi futuri.

È finalmente ora del terzo ed ultimo scontro.

L’ascensore sale, cigolando come sempre. Il cancello dell’arena si apre e questa volta Paul non deve sforzarsi per capire chi sia il suo avversario: una lama di luce bianca illumina parzialmente un umanoide ricoperto di una strana armatura (un elaborato elmo ne cela le fattezze). Un breve istante di concentrazione per averne la conferma: è un utilizzatore della Forza.

Lo scontro ha inizio immediatamente. Paul esordisce coi soliti trucchi mentali ma contro questo disciplinato jedi (che jedi non è – NdSM: si tratta di un Jenserai Defender) non hanno effetto si passa allo scontro tra spade laser ma qui viene fuori la notevole esperienza di combattimento dell’altro a dispetto dei talenti mentali di Paul. In breve, dopo pochi colpi scambiati, dopo uno stritolamento con la forza tentato da Paul e dopo un colpo di pura forza messo a segno dell’essere in armatura, il combattimento ha termine: l’umano è a terra svenuto; Paul ha perso.

Quando riprende i sensi si trova di nuovo negli spogliatoi: è stato medicato in modo da salvargli la vita, ma è debole e frastornato. Si guarda intorno e vede l’ormai solito medico assieme a Stella Impazzita e Nebbioso: sorridono.
“Alzati forza!” intima la donna rodian, “Jak-Thal è ansioso di vederti!”. Paul tenta di replicare che ci deve essere uno sbaglio, in fondo ha perso; la rodian gli spiega che i jedi sono rari e per questo anche un nobile potente come Jak-Thal è curioso di poter scambiare quattro chiacchiere con uno di essi. Nessuno si aspettava che il nostro eroe vincesse sul serio tutte e tre le sfide … bastava impressionare il padrone di casa e pare che il “trucco” abbia funzionato.

Mentre si dirige verso la terrazza dove il nobile rodian lo attende Paul riprende lucidità e finalmente realizza una cosa: la sua spada laser è sparita. Facendosi coraggio non dice niente e spera di poter scoprire qualcosa proprio dal vecchio e nobile Jak-Thal.

L’incontro è piuttosto formale: Jak-Thal è un vecchio rodian (e si vede) seduto su un trono, al suo fianco un giovane rodian (uno dei figli del nobile secondo Stella Impazzita) e lo strano guerriero jedi che ha vinto il torneo appena conclusosi. Paul ha il buon senso di mantenere un “profilo basso” assecondando il senso di superiorità manifestato dal nobile rodian; così facendo riesce ad intavolare un dialogo proficuo ed a venire a conoscenza di molti più dettagli rispetto a quello che si sarebbe aspettato sulle fantomatiche Lune Gemelle di Rodia
“Si trattava delle due lune più vicine al pianeta … Erano molto simili ed orbitavano lungo la stessa orbita ma in posizione diametralmente opposta rispetto al pianeta … oltre un secolo fa qualcosa, nemmeno io so cosa, le ha fatte uscire dall’orbita e le ha allontanate per sempre dal pianeta … ora vagano nello spazio … nessuno sa di preciso dove siano o anche se semplicemente esistano ancora … questa è la verità sulle lune gemelle di Rodia! Qualsiasi altra cosa tu possa sentire a riguardo è una bugia o nel migliore dei casi un’esagerazione.”

Il colloquio dura oltre un’ora durante la quale Jak-Thal si informa lungamente sull’identità di Paul e sul cosa voglia dire essere un jedi; il rodian arriva persino ad offrire all’umano un lavoro come sua guardia del corpo, da svolgere assieme al misterioso guerriero in armatura. Paul cortesemente rifiuta, spiegando al vecchio che lo scopo della sua vita è quello di crescere come jedi, come aveva promesso al suo vecchio maestro tanti anni prima. Per tutta risposta Jak-Thal indica a Paul il luogo ove potrebbe risiedere un vecchio jedi suo amico: il rodian lo ha tenuto nascosto per qualche tempo dall’impero, ma poi il jedi (un umano) ha voluto a tutti i costi andarsene per evitare brutte sorprese all’amico rodian così disponibile nell’offrirgli riparo. La rotta presa dal vecchio jedi era quella verso Tatooine. Dopo aver parlato col nobile Paul ha anche l’occasione di scambiare poche parole col guerriero in armatura; l’elmo è fatto in modo da alterare la voce di chi lo indossa ed il nostro eroe fatica addirittura a stabilire se il suo interlocutore sia maschio o femmina (NdSM: Paul non ha ancora nessuna idea di quale sia la sua razza, per altro!); il colloquio è freddo: l’essere in armatura tratta Paul con la stessa freddezza e superiorità con cui un uomo adulto tratterebbe un bambino impertinente. Alla fine una cosa è chiara la spada del nostro eroe ora brilla tra le mani dello strano “jedi in armatura”; dopo poche parole a riguardo quest’ultimo lancia a Paul un’altra spada (quella bianca usata contro di lui nello scontro) commentando “… e se rivuoi la spada che fu del tuo maestro, sai dove trovarmi!”.

Tuttavia anche questo colloquio è tutt’altro che inutile; rispondendo alle domande di Paul, lo strano jedi in armatura indica al nostro eroe un lontano pianeta (chiamato Jessen): qui in un monastero insegnano a seguire le vie della forza in modo “nuovo”; qui è dove lo strano jedi in armatura ha imparato. Finiti i colloqui Paul se ne va con Stella Impazzita e Nebbioso e con una nuova spada laser (bianca) indeciso su quale delle due piste seguire: cercare un monastero perduto (dove Paul potrebbe perdere la vita nel solo tentativo di raggiungerlo) o seguire le diafane orme di un maestro jedi forse ancora in vita?
La decisione è presto presa: i due rodian che lo accompagnano sono diretti, per proprio tornaconto, proprio verso la presunta dimora del maestro jedi: Paul non può far altro che aggregarsi al loro viaggio. La partenza è fissata per l’indomani.

GIORNO 113: UN NUOVO VIAGGIO.
È così ora di una nuova partenza per Paul; il nostro vecchio jedi lascerà Rodia assieme ai due “amici” (oltretutto la nave è la loro) che ha incontrato qui per partire alla ricerca di un maestro jedi scomparso. NdSM: ci vogliono ben 18 giorni di viaggio per arrivare a destinazione (magie dell’hyperdrive)! Il viaggio è lungo ed il nostro eroe ha tempo sia di guarire completamente dalle ferite, sia di chiacchierare coi suoi due compagni, sia di scoprire che altro non sono se non contrabbandieri.

GIORNO 112 – 118: L’INQUISITORE TARKIN.
Veniamo ora agli altri.
Sono appena ri-attraccati alla stazione spaziale dopo aver chiarito lo spiacevole equivoco con l’inquisitore. È ora di riscuotere i propri crediti e di pensare a rimettere in sesto la navetta. L’incontro con gli ithorian proprietari della fabbrica “disinfestata” è proficuo. È Geego-Gin a gestire le trattative ma gli ithorian sono dei clienti “facili” e ben presto ci si accorda su un cospicuo risarcimento pari a 25000 crediti (i 10000 pattuiti più altri 15000 per le indagini svolte ed i dati “extra” recuperati dai computer dei mandanti). L’incontro va così bene che gli ithorian si informano anche sulla disponibilità dei nostri eroi per un nuovo lavoro: visto l’interesse dimostrato dal twi’lek e dallo wookie, viene stabilito un nuovo incontro di lì a pochi giorni (NdSM: tanto con la nave in quelle condizioni dove volete che vadano i nostri eroi?!). Così i giorni passano tra le riparazioni alla nave, la ricerca di equipaggiamenti e gli incontri romantici di Highbecca con la cameriera dal famoso locale di cucina wookie “La Tana Pelosa”. Durante il secondo giorno di sosta alla stazione spaziale, ai terminali da cacciatori di taglie dei nostri eroi arriva una segnalazione:

Ricercato: Ai-Thi (jawas)
Taglia: 12000 crediti (pagata dagli Hutt di Tatooine), vivo o morto, non disintegrato.
Luogo:  seconda luna di Coruscant.
Accusa: sabotaggio di corse spaziali ai fini di guadagni illeciti (baro)
Note: soggetto non pericoloso.

Una nuova opportunità di guadagno.

Qualche giorno dopo, invece, è il solo Geego-Gin ad avere una sorpresa: l’inquisitore Tarkin lo invita a bere qualcosa ed a fare quattro chiacchiere “tra amici”, dopo averlo incontrato “casualmente” per strada. Le chiacchiere sono abbastanza amichevoli, ma risultano sconcertanti per il twi’lek. L’inquisitore, infatti, dopo essersi fatto raccontare tutto il possibile sul passato del nostro eroe ed averlo ascoltato con grande interesse, gli rivela alcuni dettagli che al nostro eroe erano oscuri. Per prima cosa gli rivela che suo padre era uno jedi (una bella foto di un twi’lek che impugna una spada laser fa la sua comparsa davanti agli occhi di Geego-Gin), ed è per questo che era stato “tradito ed ucciso” mentre era in missione su Kashyyyk … Quindi aggiunge che il nostro eroe ha ancora una famiglia su Rill: una madre e tre sorelle (l’inquisitore fornisce anche ora una foto come prova). Il twi’lek non sembra convinto, ma è senz’altro sotto shock. A questo punto l’inquisitore cala la mannaia: “… inoltre, stando alle nostre ultime indagini, anche un uomo che viaggiava con voi risulta essere un jedi!” e qui è una bella foto di Paul a finire tra le mani del twi’lek ancora sconvolto. La foto di per se non prova nulla ma le reazioni di Geego-Gin vengono valutate attentamente dall’inquisitore che aggiunge: “Domani dirameremo una segnalazione di taglia ufficiale. Per ora te la lascio, ci tenevo che tu l’avessi in anteprima!”

Ricercato: Paul Waterflyer
Taglia: 2500 crediti, vivo.
Luogo:  Rodia.
Accusa: sostiene di essere un jedi.
Note: soggetto potenzialmente molto pericoloso.

Detto questo se ne va, soddisfatto di aver messo in crisi il nostro eroe. Geego-Gin è sconvolto. L’unica cosa che riesce a fare è bere. Così continua … fino a ridursi ad uno straccio. Riesce a malapena a trascinarsi alla navetta ed a chiudersi nella sua cabina; non prima di aver lanciato uno stentato “Il nostro amico jedi ci ha messo nei casini di nuovo!” verso i suoi compagni.

Il giorno dopo arriva la conferma e la taglia diventa ufficiale.

Nessuno però ne parla. Ed il gruppo decide di non darle peso … almeno per il momento. Arriva in compenso il famoso nuovo incontro con gli ithorian. La nuova missione sarebbe trasportare una parte di un grosso carico e, nel frattempo, scortare la nave da trasporto del capitano Barnaba (un umano con un braccio cibernetico) che trasporta la parte più consistente. Il premio sarebbe di 10000 crediti (NdSM: molti soldi per un lavoro così semplice). La destinazione un piccolo pianeta chiamato Maetin che si trova vicino a Coruscant. I destinatari della spedizioni sono altri ithorian che sono anche incaricati del pagamento. Dopo la consegna ed il pagamento i servizi dei nostri eroi non saranno più richiesti. Dato che la taglia sul jawas è a Coruscant, i nostri eroi accettano l’incarico.

GIORNO 118 – 122: SPEDIZIONI.
La partenza è fissata e le due navi decollano come da programma. Dopo qualche semplice manovra per sincronizzare il viaggio, si entra in hyperdrive e tutto sarà tranquillo fino a destinazione. Il viaggio è stranamente breve: quattro soli giorni. Quattro giorni durante i quali i nostri eroi, ancora accompagnati da Nova, non perdono l’occasione di discutere in pace dei nuovi sviluppi che coinvolgono il loro vecchio compagno. Geego-Gin non fa nessun accenno alle notizie sulla sua famiglia che ha ricevuto; è solo più taciturno, silenzioso e scontroso del solito, ma nessuno ha l’ardire di chiedere spiegazioni (nemmeno papà-wookie).

GIORNO 122: PACCO A SORPRESA.
Finalmente Maetin è in vista. In breve i destinatari si fanno trovare ed inviano ai nostri eroi le coordinate per l’atterraggio per la consegna di quanto pattuito. La voce alla radio suona stranamente famigliare ai nostri eroi, ma nessuno la riconosce. Solo una volta a terra arriva la sorpresa: davanti a loro non ci sono ithorians ma ribelli guidati dal solito generale Tarth.
Il generale fa fatica a trattenere i nostri eroi ma, se non altro per il tempo necessario a scaricare le merci dalla loro nave, riesce a convincerli a fare quattro chiacchiere con lui. L’atmosfera è tesa, dopotutto li ha abbandonati nei guai su una stazione spaziale imperiale dopo un attentato, ma i 10000 crediti pattuiti aiutano la distensione.
Il generale non perde tempo: “Avrei un lavoro per voi. Una operazione di ricerca ed eventualmente recupero. In premio ci sarebbero molti soldi.”
“E vorrei ben vedere … visto come si è conclusa l’ultima operazione di recupero a cui ci ha destinati!” commenta sarcastico Geego-Gin.
“Già … ma questa volta è diverso. Non dovrebbero esserci grandi rischi abbiamo avuto notizia del ritrovamento di un relitto di nave spaziale “Venator Class Corvette” su un pianeta boscoso chiamato Sal’aaha … il vostro compito sarebbe quello di andare lì e controllare se le informazioni che abbiamo ricevuto sono vere ed eventualmente qual è lo stato della nave … dopotutto è abbandonata là da quasi 30 anni … riportateci queste notizie ed avrete 25000 crediti.” Propone il generale. “Troppo poco … ma possiamo accordarci … noi facciamo le indagini e voi installate un bacta tank pieno e funzionante sulla nostra navetta … e se la nave fosse recuperabile? Ci spetterebbe un premio vero?” rilancia il twi’lek.
“Se la nave sarà recuperabile e se riuscirete a portarla alla base che vi indicherò, avrete un grosso premio: cinque milioni di crediti!”
Di fronte a questa cifra i nostri eroi non hanno dubbi: “Affare fatto!”.

La storia continua con la parte quarta!