I nostri eroi:

Per ora, alla luce della neonata camoagna, i giocatori sono alle prese con i loro primi alter-ego di questo mondo oscuro ...

 

Ho deciso di ambientare la mia prima storia nel Sanctum Imperium, in particolare in Friuli ... una terra in cui la disinfestazioen dai morti è appena cominciata. I nostri eroi sono tutti, in un modo o nell'altro, legati alla Chiesa e, almeno per ora, si apprestano a prestare fede ai loro diversi giuramenti di fedeltà con le missioni che gli verranno afidate dai loro superiori.

 

Maranga = ha scelto per il suo primo personaggio un sotium inquisitoris, in pratica un giovane inquisitore letteralemnte a caccia di tutto ciò che è eretico o comunque lontano dalla morale cattolica. Si tratta di un uomo giovane originario di Udine e fuggito verso Roma proprio nei primi giorni dell'Apocalisse; è una persona dall'aria malaticcia e meditabonda, con una persoanlità forte e testarda ... e con una capacità fuori dal comune di discutere per ore ed ore anche di niente. = il suo tarocco dominante è IL PAPA.

Giorgio = un uomo magro e debole, con una voce ben poco virile ... all'apparenza un semplice soldato del neonato esercito papale (la Sancta Militia), nasconde il cuore e la fede di un gesuita sotto la divisa che porta. = il suo tarocco dominante è LA PAPESSA.

 

Ecaterina = uno dei tanti orfani di guerra ... cresciuto secondo i rigidi precetti di un collegio/orfanotrofio religioso di Roma ... in pratica il prototipo del Cavaliere Templare Errante. Un insieme di fede, forza fisica e acciaio messi al servizio del Papa contro i morti. = il suo tarocco dominante è LA RUOTA DELLA FORTUNA.

Alberto = il suo saio grigio non mente, è un Francescano ... uno di quelli che hanno deciso di dedicarsi alla cura del prossimo. Certo non lo si può definire un medico ... ma di certo ha una certa preparazione utile a salvare le vite altrui. = il suo tarocco dominante è IL SOLE.

 

Paola = un eroe dei cieli, un asso dell'aria ... un asso di quando a volare erano dei veri eroi ... in poche parole? Un reduce dell'aviazione della prima guerra mondiale che, nonostante le brillanti ed eroiche imprese aeree del Ventennio, non è riuscito a mantere il suo ruolo ed il suo status. Ha vissuto per anni nella speranza di tornare a solcare i cieli ... poi si sono risveglaiti i morti ed il suo sogno pareva infrangersi. Oramai è un uomo che si potrebbe definire anziano e gli anni trascorsi a fare il "cacciatore di morti" lo hanno segnato più di quanto forse non dia a vedere ... gli è stato proposto di entrare nella Sancta Militia e lui ha accettato ... dopotutto forse le voci sono vere ... forse l'Impeium sta veramente tentando di creare una nuova aviazione ... forse riuscirà, dopotutto, a trovare un paio di ali per se stesso! = il suo tarocco dominante è IL MONDO.

Fabio = voleva un personaggio semplice in un mondo così compelsso quale il Sanctum Imperium di Sine Requie ... voleva qualcosa che fosse vicino al "picchiatore stantard" di D&D ... ha scelto un Templare Errante ...ha scelto un uomo strano che sopperisce ad alcune carenze fisiche con una forte fede ed una strana percezione del mondo che lo circonda ... il suo "sesto senso" ha un che di soprannaturale ... il tutto però messo al servzio dell'unica vera fede e del Papa. = Il suo tarocco dominante è ????

 

 

Questi sono i primi "eroi" che si avventureranno nel "mio" Sanctum Imperium.

Diario:

3 giugno 2011

 

PROLOGO

 

Un vecchio camion militare corre lungo tortuose strade di campo della Bassa Friulana. Il polverone sollevato sembra essere l'unica cosa a rompere la monotonia dei campi assieme a qualche sparuto boschetto. Il camion è partitto da Venezia con a bordo sei persone; oltre al guidatore ci sono due templari, due miliziani ed un inquisitore diretti tutti vero il neo-liberato paese di Cividale del Friuli.

L'ordine dell'autista è chiaro: seguire la strada indicata dalla mappa, evitare i paesi non ancora liberati (cioè, in pratica, tutti) e raggiungere il prima possibile la sua destinazione.

Il viaggio è lungo è dà modo ai nostri eroi di conoscersi un minimo ... solo uno dei due miliziani se ne sta più tranquillo e si limita a rispondere alle domande che gli vengono rivolte. Appare chiaro che i due templari sono animati da un autentico fervore (si potrebbe dire che sono due invasati) nonostante la differnza di età e di educazione ricevuta; da parte sua anche l'inquisitore ha una forte fede ed un forte senso della Chiesa, quasi una voglia di vendetta nel tornare nei luoghi dove è nato prima del Giorno del Giudizio per riportarvi l'ordine e la pace santa dell'Imperium. L'altro? Si tratta di uno strano soldato, molto religioso e taciturno ....

 

Il lungo. scomodo e polveroso viaggio viene improvvisamente interrotto da un brusco urto. Il pilota non ha notato un fossatto di traverso alla strada e ci è finito dentro con tutto il muso del camion. L'urto è violento è sbalza a terra i cinque passeggeri che se ne stavano tranquilli sul retro. Pochi istanti per rimettersi in piedi ed assicurarsi di stare bene e subito uno dei due miliziani, quello rimasto più sulle sue, raccoglie i suoi attrezzi da meccanico e scende dicendo "Vado a dare un'occhiata ed a vedere se l'autista ha bisogno di aiuto" ... gli altri non fanno nemmeno in tempo a domandarsi cosa stia succedendo che il silenzio seguito all'incidente viene scosso da un urlo di terrore ...

 

I due templari non perdono tempo, indossano i loro elmi scintillanti e scendono dal camion con le spade in pugno ... seguiti a breve dal secondo miliziano, molto più agile e scattante del previsto. L'immagine che si trovano davanti è orripilante: l'autista, senza più un braccio e coperto di ferite si muove barcollando verso il meccanico ... il meccanico si tiene una mano al collo dove è stato morso dall'autista già risveglaitosi come morto.

I due templari non si perdono d'animo e mentre il più vecchio ed imprudente si getta a spada tratta contro il morto, purtroppo la spadata va a vuoto; il più giovane si pone a difesa del meccanico ferito. Intanto il miliziano sfodera un pugnale e lo lancia contro il morto ... il pugnale si conficca nel braccio del morto che non reagisce minimamente.

Solo ora il giovane inquisitore trova il coraggio di dare un'occhiata fuori ... la scena è orripilante e lui non resiste senza scendere in preda al terrore si rannicchia seduto a terra vicino alla panc a del camion.

 

Il morto non si ferma e prova ad azzannare il templare che ha di fronte ... va a vuoto ... le spade dei tempalri invece colpiscono di nuovo e questa volta il colpo dell'invasato va a vuoto; il giovane, invece, con un poderoso fendente stacca la testa al cadavere ambulante ... da qui in poi è facile farlo a pezzi.

 

Meno facile è prendersi cura del ferito ... mentre il templare scova una misteriosa boccetta nella cassetta del pronto soccorso e si prepara a somministrarla al ferito sull'onda di un "Non so cosa sia, ma se stava lì dentro gli farà bene no?", il gruppo decide di limitarsi a pulire e bendare la ferita ...

 

Il tempo passa,il sole di giugno è a picco e scalda parecchio ... il camion sembra irrecuperabile e nessuno ha la più pallida idea di dove si trovi, solo l'autista sapeva la strada: il miliziano colto da improvvisa folgorazione fruga la cabina di guida e trova un amappa con seganto il percorso da seguire ... "... è una strada lunga da fare a piedi ... e con un ferito poi ...".

L'inquisitore di vedetta scorge una nuvola di polvere in avvicinamento ... "Un altro veicolo? E chi potrebbe mai essere?" ... I due tempalri si avvicinano alla strada dall'altra parte del fosso, intenzionati a fermare il veicolo e chiedere aiuto (o requisirlo, se fosse necessario).

Quello che si ferma a pochi metri da loro è un altro residuato bellico, ma in condizioni migliori rispetto al loro ... ne scendono due strani figuri, diverse parti di diverse divise militari ... ed in testa un buffo cappellino di paglia ... uno ha un fucile ed entrambi un'ascia motlo affilata ... "Cacciatori di morti" sentenzia con un po' di velato disprezzo il tempalre più giovane ... "Diocan due templari!" ribatte a tono il cacciatore senza fucile ... la situazione sembra tesa, ma la necessità di ricevere aiuto fa si che i nostri due eroi lascino perdere per un attimo ogni presunzione e richiedano ai due uomini l'aiuto di cui necessitano ...

Richiamato dai compagni (che si presentano come "Cheiditarcint", cacciatori di morti) dal retro del robusto camion esce un terzo uomo ... un uomo grande e grosso con una vistosa cicatrice in faccia, biondo con gli occhi azzurri e con indosso vestiti civili ... lo chiamano Toni e deve essere un disertore tedesco o qualcosa di simile dato che il suo italiano è penoso a dir poco ... Però è un bravo meccanico ed in un paio d'ore sitema, un po' alla buona, il camion della milizia.

 

Ora non resta che rimettersi in viaggio ... ma chi guida? Nessuno degli eroi sa guidare ... urge di nuovo richiedere l'aiuto ai cacciatrori di morti ... Si intavola una nuova trattativa ed alla fien il risultato è che i due camio viaggeranno insieme fino a Cividale (guidati entrambi dai cacciatori di morti) ... in cambio questi otterranno tutta la benzina avanzata ed il eprmesso di fare un po' di affari nel paese apepna liberato.

Ai nostri quattro eroi non resta che accettare e così la carovana si rimette in viaggio ... ci vorrà quasi un altro intero giorno per giungere a destinazione ... una notte passata all'addiaccio (dentro i camion in realtà) e nuove preoccuapzioni per il ferito ... Ma alla fine il paese è in vista.

 

"Siamo arrivati!" mormora il templare invasato ... grato ai nuovi "amici" di averli portati sani e salvi fino lì, ma poco propenso a dimenticare la bestemmia con cui sono stati accolti ... "Pazienza! ... Dopotutto dopodomani è venerdì!"

 

 

 

10 giugno 2011

 

CAPITOLO 1: L'INCONTRO

 

Un vecchio pilota, reduce della prima guerra mondiale, che si è reinventato meccanico dopo il Giorno del Giudizio ed un frate francescano penitenziale, un ex pugile divenuto esperto di pronto soccorso, sono ormai da alcuni giorni a Cividale. Ognuno dei due  è impegnato nei suoi compiti, e non si sono mai incontrati ... fino ad oggi.

Oggi si incontrano per la prima volta, convocati alle porte del paese, l'uno per rimettere in sesto un mezzo che si è guastato proprio sulla porta, e l'altro per portare le prime cure ad un ferito. la situazione è grave in entrambi i casi: il mezzo resta immobile nonostante le riparazioni effettuate, ed il ferito è talmente grave che merita di essere ricoverato con urgenza presso la locale misericordia (una specie di ospedale). Insomma i due non si trovano certo a vivere una giornata di routine, ma nemmeno niente di trascendentale almeno ficnhè dopo alcune ore vengono convocati dal Maestro Templare che per ora controlla il paese.

 

I due, accompagnati da un templare burbero e taciturno, raggiungono le sale della locale "rocca" e qui trovano gli altri occupanti del veicolo al centro delle vicende della mattinata: due templari erranti giovani, un gesuita ed un sotium inquisitoris.

La riunione si rivela meno grave e preoccupante del previsto ... per tutti ... e si conclude con un piccolo comito per i sei "eroi" da portare a termine nel pomeriggio, in attesa di ritornare ciascuno ai propri doveri l'indomani. Il pranzo (corroborante ed energetico, nonostante l'apparenza povera) è un'occasione per scambaire quatrro chiacchiere e fare conoscenza. Appare chiaro che l'asso dei cieli (il meccanico) è l'unico non espressamente legato alla chiesa, se non come membro della milizia: una "solitudine" che potrebbe farsi sentire, lavornado con gente del genere.

 

La "missione" è semplice, guidare un camion fino al vicino vecchio ospedale di Cividale (poco lontano dal centro cittadino) e recuperare quanti più materiali utili possibili, il tutto con un terzo templare al seguito. Tocca al pilota guidare il camion ... la strada è poca ed è semplice, il piazzale davanti all'edificio (rovinato da bombardamenti del tempo di guerra) è sgombro. "Non scendete!" intima il nostro asso dell'aria ... qualcosa non lo convince ... il colpo d'occhio è buono ed un'ombra sembra muoversi alle finestre del piano terra.

Data un'occhiata in giro si decide infine di scendere.

Da una parte del camion sbarcano il francescano ed i due templari giovani, l'altro tempalre, più anziano ed esperto (ed armato di "requiem"), si posiziona dall'altro lato assieme al gesuita (ancora sul camion) che imbraccia la sua fida balestra per coprirgli le spalle. Gli altri ancora aspettano sul camion

 

All'improvviso un urlo ...

 

Un giovane corre verso i nostri eroi inseguito da un morto ... dall'altra parte un secondo morto spunta dalle macerie dell'ospedale. E mentre da un lato il francescano si prende cura del malcapitato in fuga (e lo scorta verso il retro del camion) ed i due giovani templari si preparano ad abbattere il morto, anche l'inquisitore scende dal camion e si schiera alle spalle dei due sfoderando una spada. Dall'altra parte il rombo del motore della requiem indica che il templare anziano è pronto a combattere.

 

I due combattimenti sono contemporanei ... da una parte i tre giovani attaccano con le spade e con pochi colpi ben assestati staccano la testa del cadavere ambulante; dall'altra il templare anziano abbatte il morto  con l'aiuto dell'asso dei cieli e lo fa a pezzi con la sua requiem, solo un graffio sulla gamba è il prezzo da pagare per la vittoria.

Resta da capire chi sia il giovane in fuga (che si rivela essere un boscaiolo impegnato in lavori in montagna poco lontano per conto della rocca templare), e chi si nasconda ancora dentro all'ospedale ... quest'ultimo si rivela essere un ragazzino (di circa 12 anni) che dice di essere lì in cerca di medicinali e bende per sua madre (donna Matilde). Il racconto del bimbo non convince l'inquisitore che si ripromette di fare una chiacchierata con donna Matilde non appena riaccompagneranno a casa il bimbo.

 

Qualche ora dopo le dotazioni mediche sono caricate sul camion ed il gruppo può accompagnare a casa il bimbo. I due (madre e figlio) vivono in una baita con le finestre sprangate e con un rigoglioso orto attorno (spiccano alcune aiuole di erbe medicinali).

Il colloquio con la donna è sereno e tranquillo (tanto che è lei stessa ad invitare i francescani a servirsi delle sue erbe medicinali) ma non dissolve i dubbi dell'inquisitore <8sempre in cerca di minacce contro la fede e la chiesa).

 

Il gruppo torna in paese e, scaricati i materiali recuperati in ospadale, non resta che fare rapporto e passare la serata in tarnquillità. Finalmente le campane suonano l'otra di notte ... e stabiliscono che è ora di concedersi un buon sonno.

 

... è mattina ma le campane non hanno ancora suonato. L'inquisitore si prepara alla messa del mattino ed al suo primo vero giorno di lavoro. Ma non è destino che si cominci a vivere la routine ... un excubitor bussa alla sua porta: c'è bisogno di lui per il sopralluogo sulla scena di un omicidio.

Poco lontano dal Ponte del Diavolo (strano che nessuno abbia ancor apensato di cambiargli nome) in una viuzza il giovane inquisitore si trova di fronte ad una scena raccapricciante: un lago di sangue in terra ed un cadavere senza testa inchiodato al muro con lunghi chiodi metallici.

Nessuna traccia a terra nè altri segni particolari ... Nessuno di coloro che vivono nei dintorni ha sentito niente.

17 giugno 2011

 

CAPITOLO 2: LA VECCHIA FERROVIA.

 

Il nostro sotium inquisitoris cominc ia a darsi da fare per prendere atto del terribile crimine ... poi, d'improvviso, un capogiro ... il suono delle campane ... ed il prode si sveglia di soprassalto tutto sudato nel suo letto. Le campane stannop suonando il nuovo giorno ... sono le sei ... è l'ora della messa del mattino ... e lui non vuole mancare "... tanto, per quanto orribile, era solo un sogno ..." ripete a se stesso.

Passato il ponte non può fare a meno, ancora tremante, di buttare l'occhio in quella viottola e di tirare un sospiro di sollievo vedendo che tutto è al suo posto ... che tutto è normale.

 

La messa, lunga e stiracchiata, distrae la mente del nostro inquisitore che passa il resto della mattinata a chicchierare con varie persone del paese (soprattutto a proposito di Donna Matilde); preso possesso del suo nuovo e spoglio ufficio deve anche procedere alla scelta del suo futuro segretario ... la scelta è ridotta tra due persone un ex maestro (mandato al confino dal Fascismo) ed un ex "impiegato" delle ferrovie che ora lavora come meccanico. La scelta pare cadere su quest'ultimo, che per altro suggerisce al nostro giovane inquisitore di recuperare tavoli, carta, armadi e mobilio vario prorpio dagli uffici della locale stazione ferroviaria.

 

Non contento il nostro giovane si toglie lo sfizio di visitare sia la “caserma” degli excubitores sia il luogo del suo sogno … e proprio qui in una “cantina” decorata con antiche pitture trova qualcosa di strano: un sacco con dentro 500 scudi (una cifra mostruosa) … l’inquisitore prende con se i soldi e lascia lì il sacco … quindi dà ordine agli excubitores di arrestare chiunque entri in quella cantina.

 

Nel frattempo il nostro giornalista gesuita continua la sua raccolta di infromazioni, notizie, descrizioni e curiosità sulla liberazione di Cividale da parte dei templari ... e si concede anche il lusso di chiedere lumi sulle leggende che circonadano il paese e soprattutto sul vicino convento di suore di Castelmonte ... "Curioso ... pare che nessuno sia andato a controllare in che condizioni sia adesso ...".

 

Le ore passano.

 

Il pomeriggio mette di nuovo insieme i nostri due eroi e li spinge, su suggerimento del Maestro dei Templari, verso la stazione ferroviaria assieme ad un soldato della militia (esperto meccanico, pare) ed al templare che, armato di motosega, aveva già accompaganto i nostri eroi durnate la loro visita a quel che restava dell'ospedale. Scopo di questa nuova esplorazione è da un alto recuperare i materiali utili all'inquisitore (e non solo a lui) dall'altro eseguire un primo controllo alla stazione, in cerca di locomotive funzionanti e chissà che altro.

L'avvicinamento con un carro è docile e facile ... ed anche veloce visto che le distanze sono esigue ... La prima impressione è buona ... sembra che gli uffici siano intatti ... si potranno recuperare un sacco di cose. In un'officina sul retro potrebbe esserci una locomotiva, "... meglio dare un'occhiata!". Peccato che un paio di cani rabbiosi avessero eletto quel fabbricato a loro tana ...

Scattano fuori dalla porta oscchiusa e si gettano a fauci spalancate contro il templare che apre la fila ... un rpimo morso si infrange sull'armatura che difende il petto del cavaliere ... ma altri morsi vanno a segno e feriscono il vecchio ad un braccio e ad una gamba ...

Ma l'azioen combinata dei quattro uomini li rende inoffensivi ben presto: un fendente dell'inquisitore, per nulal spaventato dalle zanne sbavanti dei due mastini, ed un preciso colpo di balestra del gesuita abbattono con rapidità i due cani ... poi il templare li fa a pezzi, per evitare il risveglio? Forse ... ma forse solo per "vendetta".

 

E mentre il meccanico dimostra di saper anche medicare le ferite, i due tonacati si dirigono verso un treno rovescaito sul fianco poco lontano dalal stazione ... i vagoni sono carichi di morti ... ma anche di valige e documenti: il treno deve essere in questo stato da prima del '43 ... da prima del Giorno del Giudizio (la maggior parte delle cose è inservibile, ma qualcosa si è salvato).

Frugando in giro appare chiaro che tutti i passeggeri erano soldati oppure membri di spicco del PNF con le rispettiva famiglie ... uomini importanti fuggiti da Roma nei momenti di crisi e di cui non si era saputo più nulla. Tra le varie cianfrusaglie i nostri eroi ritrovano due cose che sembrano interessanti: una carta geografica (militare) con segnalata una miniera nei pressi di Merano dove sarebbe nascosta la riserva aurea del Regno d'Italia; ed una lettera lasciapassare per il cosiddetto "laboratorio M" un'insitallazione militare fascista segreta sull'appennino presso Bologna (questi sono a nome di Maria Elettra Marconi - figlia del famoso scienziato secondo il gesuita).

 

24 giugno 2011

CAPITOLO 3: CASTELMONTE.

Pare non sia proprio destino che i nostri “eroi” vivano nella routine … e se ieri è toccato al gesuita ed all’inquisitore andare in esplorazione, oggi tocca anche agli altri.

Facciamo un passo indietro … a cena dopo aver esplorato la stazione ferroviaria il gesuita si incontra di nuovo con il gruppetto di persone che lo ha accompagnato all’ospedale qualche giorno fa ed approfitta della situazione per mostrare gli strani “progetti aeronautici” all’unico  che potrebbe capirci qualcosa: l’asso dell’aria.
Nulla di fatto … i disegni sono troppo complessi … tuttavia se non altro la cena passa in tranquillità e con un senso di “amicizia” tra chiacchierate e ricordi. E proprio durante la cena il maestro templare si fa avanti e richiede i servigi dei nostri eroi … la nuova missione è fissata per il giorno seguente, stavolta si tratta di raggiungere Castelmonte, un convento di suore, per controllare in che stato sia e se ci siano o meno ancora sorelle vive là dentro.

Arriva la mattina … e si avvicina la partenza. Il Maestro ha messo a disposizione dei nostri eroi (il giovane templare, il gesuita, l’ex pilota ed il francescano) una vecchia jeep con tanto di mitragliatrice. Il vecchio si siede al volante … il gesuita prende posto alla mitragliatrice … si parte!

 

Fuori dal paese la strada è brutta … trascurata da almeno 13 anni … ma l’abilità di guida del nostro asso dell’aria sono sufficienti, almeno finchè non si arriva alla montagna … Qui le cose si fanno più difficili, la guida più incerta e nervosa … il tutto finchè la strada non appare bloccata da un albero di traverso.
La jeep dei nostri eroi è ferma in mezzo alla strada nel bosco; un albero di traverso blocca l’intera carreggiata … prima di scendere e provare a spostarlo i quattro si danno un’occhiata in giro … c’è silenzio … e mentre il francescano si accinge ad avvisare gli altri per uno strano “brontolio” sentito nel silenzio del bosco, qualcuno nota sulla strada a monte un veicolo fermo … un veicolo con le insegne del Reich …

Un attimo di panico …

Il gesuita prende in mano la situazione e furtivo si avvicina al veicolo attraversando il bosco … gli altri già temono un agguato ... Il cingolato è fermo lì apparentemente da anni … e non c’è nessuno … nemmeno tracce di eventuali assalitori …
Torna la calma ed il templare e il francescano possono liberare la strada dal tronco … si prosegue … non prima di aver dato ancora un’occhiata allo strano veicolo: “… c’è ancora una mitragliatrice nel cassone … deve essere un trasporto truppe … e con dei barilotti simili a bombe d’aereo attaccate ai fianchi … c’è un cadavere al posto di guida … morto da tempo ed ormai decomposto … sembrerebbe quasi irrecuperabile questo mezzo … ma almeno c’è ancora un po’ di carburante nel suo serbatoio … magari qualcosa sarà recuperabile .. ma adesso non ce n’è il tempo …”!
Si prosegue fino a raggiungere il piazzale antistante il santuario … tutto attorno al monastero appare bruciato (di recente) … l’odore di fumo è ancora nell’aria … i resti di due camion, bruciati anch’essi, sono all’estremità opposta del piazzale …
I nostri eroi sono ancora nel loro veicolo, intenti a scrutare i dintorni in cerca di pericoli in agguato … è il francescano questa volta che con buon colpo d’occhio nota una figura vestita di scuro aggirarsi sulle mura del santuario.


Una prima occhiata ai due camion distrutti (e bruciati) conferma i sospetti dei nostri eroi: “… forse quelle voci erano vere … anche questi camion sono sicuramente tedeschi … almeno non ci sono soldati in giro … ma forse è vero che ce ne sono un po’ allo sbando da queste parti … sarà meglio stare molto molto attenti …”. Un esame più approfondito dei due relitti porta a scoprire che dentro c’erano diverse persone al momento dell’incendio … ed anche a scoprire segni lasciati da un’arma pesante: un cannoncino o qualcosa di simile.

 

Nel frattempo si moltiplicano gli avvistamenti di figure nel convento … i nostri eroi si fanno coraggio ed avanzano a piedi verso le mura del santuario.
Fermi lì … se mi capite fermatevi … o vi incendio … nel nome del Signore!
Il tono non lascia scelta ed i nostri eroi si fermano a pochi passi dalle mura … da sopra fa capolino una suora armata di torcia accesa e bottiglie incendiarie … sembra incuriosita più che spaventata; “Chi siete?” chiede con tono un po’ più gentile …


Da qui in poi comincia un fitto dialogo tra le suore ed i nostri eroi … evidentemente qualcuno al monastero è sopravvissuto … ed anzi pare che le sorelle abbiano raccolto altre donne mettendole in salvo sia dai morti sia dal resto del mondo …
Insomma ne esce un “primo contatto” tra l’imperium e queste suore devote di Santa Teresa … decise a purificare il mondo con la forza della fede e con il fuoco (Ok … sono delle suore un po’ piromani ed un po’ matte!); primo contatto durante il quale i nostri eroi si dimostrano amichevoli verso le suore e ne ricevono in cambio una certa confidenza … non riescono ad entrare nel convento (femminile di clausura) ma i rapporti instaurati sono buoni,tant’è vero che si fanno accompagnare da una delle sorelle alla cosiddetta “Busa dal Diaul” (una grotta poco distante dove , secondo le leggende locali raccolte dal gesuita, pare si sia rifugiato il diavolo) ed al cingolato tedesco … presso la grotta i quattro curiosi effettuano le prime indagini veloci e si ripromettono una ulteriore e migliore esplorazione, al cingolato si prodigano per recuperare il carburante disponibile per lasciarlo alle suore “… che ne facciano buon uso!” …

 

Infine l’ora è tarda e con la promessa di tornare e di portare notizie fresche da e per Cividale, i quattro eroi si rimettono in viaggio verso casa per fare il loro rapporto. Ma non è finita … tornando a casa i nostri eroi notano un colorato camion che si dirige verso i resti di un distributore di benzina: “Zingari!” … Il vecchio pilota accelera ed arriva per primo sul posto … comincia un bel dialogo tra gli zingari ed i nostri quattro eroi … anzi, più che un dialogo un vero baratto … benzina per tabacco ed informazioni … la situazione non è proprio rilassatissima … ma la calma regge e gli scambi vanno in porto …

Un’altra cosa da raccontare nel rapporto al Maestro!

1 luglio 2011

CAPITOLO 4: POLVERE DI SCHEGGE.

Fatto il dovuto rapporto al maestro della rocca templare resta giusto il tempo per la confessione, dopotutto è venerdì. La cena è più frugale e meno animata del solito .. dopotutto è venerdì. Non manca però l’occasione di scambiare due chiacchiere col maestro templare per esporgli una nuova idea: esplorare la “Buca del diavolo” (la grotta presso Castelmonte dove si dice abbia trovato rifugio il diavolo); il templare non è certo entusiasta dell’idea, ma si fa con vincere dopotutto potrebbe nascondere qualche minaccia …

Si arriva così al sabato mattina (è sabato 19 giugno 1954) con i nostri eroi che, recuperato anche il giovane inquisitore, raccolgono mezzi ed attrezzature per calarsi nella grotta nota come “Busa dal Diaul”. Si viaggerà con la macchina utilizzata ieri e con il giovane templare al seguito a cavallo.
Alla guida va il nostro asso dei cieli … ormai la strada la conosce … e tutto procede tranquillo fino alla zona più boscosa. La tensione e l’attenzione dei nostri eroi aumentano mano a mano che la strada si fa più oscura … Ad un tratto, un bel pezzo più a valle rispetto all’albero caduto che aveva rallentato la salita l’altra volta, qualcosa non va: due cadaveri giacciono a faccia in giù di fianco alla strada … divisa grigia, fisico addestrato, sembrano militari di professione.
Urge una breve indagine, e poi “… dobbiamo incenerirli … è la legge!” sentenzia l’inquisitore. Le prime osservazioni lasciano i nostri cinque eroi un po’ perplessi e preoccupati: “… gli hanno sparato di fronte … forse sono stati fucilati … e poi gli è stata staccata la testa, chi li ha uccisi non voleva altri “morti” in giro … sembrano tedeschi … e quel medaglione a forma di croce uncinata non fa altro che avvalorare questa idea … certo non sembra che siano in giro da tredici anni, le uniformi sono praticamente perfette … non nuove certo, ma nemmeno vecchie di ben tredici anni … e gli stivali poi, sono ancora più nuovi …”. Sono soprattutto gli stivali nuovi ad attirare la curiosità dei nostri eroi … per loro stivali di quella qualità sono merce rara; ed è proprio il giovane inquisitore a suggerire di recuperarli e di riutilizzarli.
Dopo queste osservazioni si procede alla cremazione: operazione non facile e che potrebbe non passare inosservata, ma va fatto! Giusto il tempo di organizzare il tutto e di dire poche preghiere mentre il fuoco consuma i cadaveri … ed è ora di rimettersi in viaggio … più attenti e preoccupati di prima.

Poche curve e qualcosa nel bel mezzo della strada attira l’attenzione del nostro pilota: un mucchio di foglie nasconde qualcosa … il vecchio frena bruscamente e l’auto slitta sul fondo fangoso … fortunatamente l’incidente non è grave: l’auto non ha subito danni e nessuno si è fatto male. Il giovane francescano è il primo a voler vedere cosa si nasconde sotto le foglie e prova a smuoverle col suo bastone … un sordo CLICK non sfugge alle orecchie dell’inquisitore … teme, anzi ne è certo, che si tratti di una mina e si lancia sul compagno per buttarlo a terra in caso di esplosione.
Un gesto eroico … ma la determinazione questa volta ha portato con se anche l’imprudenza ed una buona dose di sfortuna … è proprio il giovane sotium a finire con la schiena sulla mina nel tentativo (riuscito) di buttare a terra il francescano.
Che fare ora?
Diverse idee solcano la mente dei nostri eroi … e solo quando il vecchio pilota riacquista un po’ di tranquillità (dopo l’incidente con la macchina), riesce a mettersi di impegno ad analizzare la situazione con calma, per trovare una soluzione che salvi tutti: “La questione è complicata … se si tratta di una mina antiuomo quando si leva il peso dalle spolette scoppia … se si tratta di una mina anticarro, invece scoppia quando si schiacciano tutti gli inneschi …”. Guardando bene si nota come ci sia un quarto innesco (oltre ai tre premuti involontariamente dal nostro inquisitore finito a pancia all’aria) ancora da inserire … “… sembra proprio che sia la seconda ipotesi … dunque direi che se lo togliamo di lì abbastanza velocemente, dovrebbe salvarsi … ma bisogna aiutarlo … e che sia chiaro che chiunque lo aiuti rischierà la vita …”.
Tocca a me …” aggiunge premuroso il francescano, “… dopotutto lui è finito così per aiutarmi in un impeto di generosità!”.

Gli altri si allontanano ed il salvataggio viene messo in atto … i muscoli dell’ex puglie non sono scomparsi nel nulla e con uno scatto di nervi aiuta il giovane a tirarsi in salvo … resta un problema: che fare di una mina anticarro lasciata lì durante la notte da qualcuno in mezzo alla strada che impedisce il passaggio?
Disinnescarla sarebbe pericoloso … quindi la soluzione scelta è quella proposta dall’ex pugile: “… le tiriamo dei sassi finchè non esplode …”.
Detto, fatto!
Tutti si mettono al riparo e si allontanano mentre il giovane francescano comincia a lanciare pietre da dietro un riparo (un grosso albero). Dai e dai un lancio va a segno meglio degli altri e la mina esplode con un grosso boato e scagliando schegge in ogni direzione … una scheggia colpisce di striscio il vecchio pilota … che trattiene a stento una bella imprecazione.
Insomma, medicato il vecchio del gruppo tutto è a posto … e invece no … la strada non è più molto praticabile dato che ora è interrotta da una bella voragine … “… niente paura, un paio d’ore di pala e badile e sarà quasi come prima …”. In pratica i nostri eroi si dilettano a dare un nuovo profilo al cratere in modo da rendere nuovamente percorribile la strada verso Castelmonte.

È quasi mezzogiorno e si riparte … incuranti che il rumore prodotto possa aver messo in allarme chiunque si trovi nei dintorni.

Il gruppo, per soddisfare la curiosità dell’inquisitore, si ferma presso il relitto di cingolato tedesco trovato il giorno prima. Non c’è niente di nuovo … ma le orecchie fini di alcuni di loro percepiscono il rumore di un grosso motore che si muove e si ferma lungo la strada a monte … Il gesuita ed il pilota si offrono volontari per una osservazione da vicino e di nascosto (dopotutto sono entrambi abili a muoversi di soppiatto) … il gesuita, però, non vuole muoversi disarmato e così i due esploratori si portano dietro la mitragliatrice della macchina …

Si muovono silenziosi nel bosco …

All’improvviso notano sulla strada poco lontano da loro (e più in basso) un secondo cingolato (nuovo e funzionante) ed una decina scarsa di soldati con la stessa divisa dei due cadaveri … il bosco ha un che di spettrale ed i nostri eroi sono indecisi se attaccare con la mitragliatrice sfruttando la sorpresa e la posizione sopraelevata o se tornare indietro e discuterne di nuovo sugli altri.
All’improvviso uno dei soldati tedeschi lancia l’allarme e tutti si voltano verso l’altro lato della strada rispetto ai nostri eroi … sembra che abbiano visto qualcosa in movimento sull’altro versante … l’occasione è troppo ghiotta: la sorpresa, la posizione rialzata, ed ora anche il nemico di spalle … i due esploratori decidono di attaccare.
La prima raffica si concentra sui soldati a terra … e li falcia tutti … la seconda punta verso la cabina di guida del cingolato (che nel frattempo si è rimesso in movimento dopo la prima sventagliata): la blindatura resiste ma una chiazza rossa sul piccolo vetro indica che all’interno qualcuno è stato per lo meno colpito … uno dei soldati prova a reagire e spara verso i nostri eroi: i due sono nascosti ma il colpo del tedesco è preciso e centra il gesuita alla testa.
Il pilota non può crederci … lo hanno colpito … sembra una ferita mortale … risponde al fuoco e la terza raffica concentrata sul cecchino lo stende definitivamente, lasciandogli solo il tempo di sparare ancora e ferire a sua volta il nostro asso dei cieli. La paura di aver perso un compagno si fa subito largo nelle viscere del pilota … gli si avvicina, solleva la testa e vede che la fortuna ha baciato in fronte il gesuita … il colpo è solo di striscio … per stavolta è stato miracolato.

Gli spari hanno messo in agitazione gli altri tre rimasti a valle; cominciano a correre verso il luogo della sparatoria e piano piano arrivano tutti. Il bilancio non è dei migliori … i due esploratori sono entrambi feriti non gravemente, ma una fasciatura è necessaria: peccato che la tensione per quanto successo fino ad ora sia una distrazione troppo forte per il francescano la cui opera risulta, alla fine, inutile.
La novità è che c’è un prigioniero: uno dei soldati tedeschi feriti … l’altro viene in un certo senso giustiziato dal templare: le sue condizioni erano troppo gravi, non sarebbe sopravvissuto ed una morte del genere era certo migliore di una lunga agonia seguita da un brusco "risveglio" … non resta che smembrare e bruciare i cadaveri prima di correre al convento a controllare la situazione.

La corsa al convento di suore di Santa Teresa si rivela inutile … tutto è a posto. È vero che le suore confermano che un veicolo è passato dalla strada pochi minuti prima, ma non si è fermato e anzi si è tenuto ben alla larga dalle mura del convento.
Ne scaturisce una nuova occasione di fraternizzare con le suore ed un nuovo accordo per consegnare un secondo messaggio della superiora al maestro della rocca templare nonché per una nuova visita al convento tra quattro settimane (28 giorni) … è ormai pomeriggio quando i nostri eroi col loro prigioniero si rimettono in strada verso Cividale cercando le parole per fare il dovuto rapporto al maestro templare.
 

15 luglio 2011

CAPITOLO 5: LA BUCA DEL DIAVOLO.

È sabato ed è ormai sera. I nostri eroi hanno fatto il loro rapporto sugli avvenimenti del giorno (lo scontro a fuoco ed il prigioniero) al maestro templare e si stanno godendo una buona cena ed una bella serata “tra amici” in attesa della domenica, il giorno di festa.

E la domenica passa tranquilla, non certo in ozio, ma è il giorno sacro al Signore e quindi i lavori sono ridotti al minimo indispensabile. Il giorno festivo porta tuttavia una novità: dopo la giusta funzione della mattina i nostri eroi scambiano qualche parola con il Maestro templare ed incontrano un “civile” che si presenta come cacciatore di morti (con tanto di licenza) con una buona esperienza nell’andare per grotte … ha inavvertitamente ascoltato il discorso che i nostri eroi facevano col Maestro e si è reso conto di poter essere loro utile, in cambio di vitto ed alloggio per qualche giorno.
La cosa ha infastidito non poco il giovane inquisitore, ma se questo faciliterà l’esplorazione della famigerata “busa dal Diaul” tanto meglio … il tempo per i processi verrà.

Arriva così la mattina seguente: lunedì 21 giugno 1954 … primo giorno d’estate. La giornata per i nostri passa tra le cure del caso prestate ai feriti dopo la sparatoria di sabato e l’organizzazione pratica dell’esplorazione della grotta prevista per l’indomani.

Martedì mattina i nostri eroi si radunano come stabilito per procedere all’esplorazione della grotta accompagnati dal cacciatore di morti conosciuto il giorno prima … la preparazione del giovane uomo si fa subito notare dato che si premura di procurare corde, moschettoni, chiodi e quant’altro può tornare utile.

Si parte …

La strada è sempre la stessa (stavolta i nostri eroi sono con la macchina usata sabato e due cavalli per i due templari) ed in un paio d’ore, e senza strani incontri, il gruppo raggiunge l’ingresso della grotta.
Dopo aver strisciato per un po’ infastidendo alcuni pipistrelli i nostri eroi sono costretti a sforzi mai fatti prima … calarsi con le corde non è proprio semplice e spesso si risolve in cadute e tonfi notevoli … più di qualcuno si ferisce leggermente tanto da far balenare il pensiero di “tornare indietro e lasciar perdere” … Ma la perseveranza è una virtù, ed ai nostri eroi non manca tanto che arrivano, dopo un paio d’ore di fatiche, in una sala più grande … decorata con stelle (o pentacoli … dipende dai punti di vista) scolpiti o dipinti sulle pareti … ed una grossa pietra squadrata sembra un altare in mezzo alla sala …
È il templare più anziano che vuole essere sicuro di ciò che sta guardando ed avanza per primo … l’oscurità è rischiarata solo dalla torcia tenuta dal francescano … all’improvviso qualcosa si muove nel buio e prima che chiunque possa reagire morde l’eroico cavaliere che si è fatto avanti per primo. Senza nemmeno porre attenzione a cosa ci si trovi di fronte i nostri eroi sono convinti che si tratti di una qualche imboscata o di un qualche morto (perlopiù pensano alla seconda ipotesi) e si avventano con le armi contro l’aggressore … nuovi scambi di colpi … altro sangue schizza ovunque nella stanza .. i nostri eroi sono colpiti ma con freddezza e determinazione stendono il nemico: è il giovane gesuita ad infliggere il colpo mortale con la sua balestra, e per la prima volta è quasi felice che si sia rivelata utile. Poi, con la calma che segue alla battaglia, si fa strada  un vero incubo vivente … davanti a loro sta il cadavere di un uomo-lupo … come nelle peggiori storie sentite da bambini (o lette da ragazzi secondo il vecchio aviatore). Il mistero si infittisce.

Incurante dei brividi di paura che il luogo gli trasmette è il giovane inquisitore a farsi avanti per una prima indagine sul cadavere “… prima di distruggerlo affinchè non si risvegli … non si sa mai …”; il nostro giovane è perplesso … con la mano ferma (quanto possibile) prova a tracciare dei disegni della creatura che ha di fronte: il risultato è scarso … ma almeno si fa un’idea della situazione: “… il corpo sembra …  è … no, sembra quello di un uomo, peloso vero, ma uomo … le mani sono state sostituite da strani artigli simili a quelli di un lupo … ma forse di una scimmia … niente pollice opponibile ma nemmeno una zampa di cane … la testa è quella di un lupo … almeno così sembra per la faccia … la nuca … non si capisce … il corpo è pieno di cicatrici … niente tatuaggi … niente simboli strani … e tutto in un grotta che deve il suo nome al diavolo … sotto un convento di suore piromani … e nei gironi a ridosso del solstizio d’estate … se non è stregoneria questa …”.


E su questi dubbi e queste perplessità … e su questo “orrore” si ferma la storia per ora … ma continuerà presto!
 

22 luglio 2011

CAPITOLO 6: “… A RIVEDER LE STELLE”.


È sempre martedì 22 giugno. Ed i nostri eroi sono ancora nella parte più profonda della “busa dal Diaul” la grotta che hanno insistito per esplorare a causa delle leggende che la circondano.
Evidentemente qualcosa di vero c’è … le pareti … i pentacoli … e questo … questo … questo uomo-lupo che ci siamo trovati di fronte … per fortuna adesso è morto e ridotto in modo da non poter nuocere a nessuno … Sarà il caso di proseguire … la grotta sembra continuare di là!” sono le parole che l’inquisitore pronuncia per spronare i suoi, per continuare l’esplorazione e per nascondere l’inquietudine causata dalla situazione.

L’esplorazione continua con lo “speleologo” davanti ed i nostri eroi a seguire. I nuovi passaggi sembrano più semplici ed agevoli di quelli già percorsi … “Almeno non ci sono pozzi in cui cadere”… tuttavia lungo il percorso si vedono spesso macchie di sangue … recenti.
Finchè una macchia più grande delle altre inquieta di nuovo il gruppo: qualcuno ha usato il dito per tracciare una scritta nel sangue … solo poche lettere: J D D M R. La tensione aumenta … ed il cunicolo si restringe …

Dopo un tortuoso girovagare tra stretti cunicoli, finalmente una buona notizia: il cunicolo sbuca lateralmente ad una larga galleria (sempre naturale) … “… si potrà avanzare più comodi, ed apparentemente in piano …”. Ma qualcosa colpisce l’attenzione dei nostri eroi: una nuova pozza di sangue sul muro ed a terra di fronte alla galleria che loro hanno appena finito di percorrere: “… è come se qualcuno si fosse appoggiato al muro per vomitare sangue … molto sangue … tanto da morirne …” è il commento del giovane templare; il gruppo si inquieta e tutti sfoderano le armi in attesa di non si sa bene quale orrore.

 

E l’orrore non si fa attendere.

 

Un morto sbuca dall’oscurità della grotta urlando e correndo … e si avventa a fauci spalancate contro i nostri eroi (già provati dall’esplorazione delle grotte e dalla battaglia contro l’uomo-lupo). Lo scontro che ha così inizio è duro e sanguinoso … e complicato dal terrore che questo morto (NdDM: un “ferox”) genera nello speleologo e nel gesuita: il primo resta paralizzato, il secondo fugge a più non posso. I due rimasti faticano a tenere a bada il morto, diversi colpi di spada vanno a segno ma non sembrano impedire all’orrenda creatura di avventarsi con ferocia contro il giovane templare … il morto perde un braccio ma non demorde … ed anzi incalza se possibile più ferocemente di prima.


I due terrorizzati cominciano a riprendersi e si decidono finalmente a dare manforte agli altri … ma non basta! Il morto con un assalto particolarmente violento azzanna al collo il giovane templare: la ferita è molto brutta e solo la grande resistenza fisica e la grande forza di volontà del giovane gli impediscono di svenire sul colpo (o peggio). Lo speleologo si prodiga a prestare le prime cure al templare allontanandolo di peso dalla battaglia … è una corsa contro il tempo.
Nel frattempo un colpo di fortuna gira le sorti dello scontro in favore dei nostri eroi … il morto si sbilancia nel tentativo di mordere ancora … ed il giovane inquisitore con un possente colpo di spada gli stacca di netto la testa. Ormai la vittoria è sicura … resta da vedere se il giovane templare si salverà.

E mentre lo speleologo blocca in qualche modo la forte emorragia del nostro cavaliere errante, gli altri cercano un’uscita più vicina e più “facile” della lunga e tortuosa via percorsa per arrivare fin lì. Di nuovo la fortuna ci mette lo zampino ed una nuova via si palesa a breve di fronte ai nostri eroi …

Da qui in poi tutto si fa un po’ più confuso e nervoso: il gruppo esce di nuovo all’aperto che è pomeriggio inoltrato. In fretta e furia raggiungono cavalli e veicoli e si rimettono in viaggio verso Cividale per assicurare alla misericordia locale (ed alla misericordia di Dio) il loro amico gravemente ferito. Durante questi frangenti hanno anche il tempo di incontrare un boscaiolo (che era scomparso da giorni dal suo luogo di lavoro/accampamento): Bruno “l’Orso” racconta ai nostri eroi che è inseguito (o qualcosa di simile) da un gruppo di lupi particolarmente feroci, malvagi ed intelligenti … e che sta cercando di raggiungere il convento di suore per ottenere un po’ di cibo prima di nascondersi in una baracca poco lontana.

A sera siamo di nuovo in paese … ed il giovane templare viene affidato ai francescani.

Riuscirà a cavarsela?

29 luglio 2011

CAPITOLO 7: TEMPLARI SCOMPARSI.

La sera del 22 giugno trova i nostri eroi, preoccupati per la sorte del loro amico templare appena affidato alla misericordia, impegnati a fare il loro rapporto al Maestro su quanto visto e trovato nella “Busa dal Diaul”. Il maestro templare è sconcertato … il “licantropo” è qualcosa di incomprensibile anche per lui; decide quindi di rimandare le discussioni ai giorni seguenti e congeda i nostri eroi con un laconico “Ci vedremo giovedì …”.


Prima di ritirarsi a godere del giusto e meritato riposo, il giovane inquisitore si reca presso la sede degli excubitores sia per vedere se ci siano novità sullo strano sotterraneo che egli stesso ha visitato in paese sia per metterli ancora di più in guardia sulla presenza di possibili eretici “… dovrete scovarli e trascinarli davanti a me … per che ricevano il giusto castigo divino!”.

Il giorno seguente ognuno è impegnato nei suoi lavori personali: il gesuita mette ordine tra le sue carte e completa le bozze di ben due articoli che ha cominciato a scrivere sugli avvenimenti della zona; il francescano presta la sua opera presso la misericordia, cercando di restare il più vicino possibile all’amico templare ferito;  l’asso dell’aria si ricorda di essere stato arruolato come meccanico e torna ai suoi lavori, cosa che comunque lo fa rilassare non poco dopo gli ultimi avvenimenti; l’inquisitore vuole al più presto interrogare il prigioniero tedesco, quindi si reca da solo fuori dal paese a visitare Donna Matilde.

Il colloquio tra il prete e la donna chiarisce un po’ l’identità di quest’ultima e di suo figlio, ma non è di grande aiuto al nostro eroe che deve arrendersi di fronte all’evidenza che la donna parla solo poche parole di tedesco: inutili ai fini di un interrogatorio. Una novità, però, c’è; la donna ha sentito chiaramente un cavallo passare al galoppo fuori da casa sua qualche notte fa … esattamente la notte prima dell’esplorazione della grotta e dei relativi brutti incontri.
Questo episodio è la chiave di quanto segue: è il primo tassello che ha portato il giovane inquisitore ad indagare su un potenziale furto di un cavallo a Cividale … un furto probabilmente ai danni dei Templari … quindi l’inquisitore arriva alla scoperta della scomparsa di un templare.

 

Nel frattempo, nel pomeriggio il gesuita riceve una visita inaspettata: è il capo dei templari in persona, senza scorta o accompagnatori e vuole da lui un favore: “Pare che un nostro fratello … uno dei più anziani ed esperti … sia fuggito stanotte rubando un cavallo. Ha tramortito uno stalliere e travolto una guardia … è sempre stato un tipo strano … Leonardo da Sulmona ha combattuto al mio fianco per anni e adesso si è dato alla macchia così dal nulla …” porge un fascicolo con la scheda del templare al nostro eroe  e continua: “Vorrei che tu indagassi un po’ … in silenzio e senza sollevare scalpore o scandali … i miei confratelli sono bravi … ma mancano della discrezione tipica di quelli del tuo ordine … gesuiti … non avrei mai pensato potessero essere così utili …” Una lunga pausa … poi ancora: “Vorrei lasciare fuori per ora l’inquisizione da tutto ciò … solo temporaneamente ovviamente … solo che prima delle torture vorrei delle risposte … vorrei la verità!”. Il gesuita è pensieroso … ma alla fine accetta.
Sfogliando il fascicolo viene colpito da una foto … il ricercato … è certo di averlo già visto … poi un lampo: “… è lui! È il morto che abbiamo abbattuto nella grotta … ne sono sicuro.”  … il templare appare sconvolto.

Ma la giornataccia per il maestro dei templari non è ancora finita … A sera l’inquisitore è di nuovo dagli excubitores dove riceve conferma del fatto che “… qualcuno ha rubato un cavallo dei templari ed è fuggito ferendo due persone …”. Le testimonianze (in particolare quella dello stalliere tramortito) puntano verso un templare … è ora per un colloquio faccia a faccia col maestro così il nostro eroe si reca da lui: ha sentito in giro che qualcosa non va ed ha voluto sincerarsene con il “capo” … Il colloquio tra i due è teso e non porta a niente: l’inquisitore viene solo a sapere della scomparsa di un templare … quindi prova ad accusare di qualcosa il maestro templare che risponde da par suo … insomma nulla di fatto.

 

Arriva un nuovo giorno.
 


La scomparsa di un secondo templare non può passare inosservata e, di nuovo, l’inquisitore si presenta al maestro dei templari a chiedere spiegazioni: “Lo scomparso … il nuovo scomparso … è proprio colui che era stato travolto dal cavallo in fuga del primo templare … bisogna cercare nelle stanze dei due e scoprire se c’è qualcosa che non va …” … il maestro acconsente e si prepara a dare tutto l’aiuto possibile all’inquisitore per scoprire cosa c’è che non va (pur nascondendogli qualcosa).

Ma facciamo un passo indietro: forte del suo nuovo incarico segreto il nostro gesuita ha già perquisito la stanza del primo cavaliere scomparso, se ne è occupato la sera prima scoprendo una stanza vuota e ripulita con alcune assi fuori posto e con uno strano disegno dietro all’armadio: una specie di pentacolo … il mistero si infittisce.

 

Tornando al “presente” ci troviamo con il maestro templare che convoca in adunata tutti i  templari per informarli della situazione e per fare un bel discorso per mantenere alti morale e fedeltà. Dopo il discorso il maestro templare assegna due aiutanti all’inquisitore ed anche il nostro gesuita si accoda alla combriccola che si occupa delle perquisizioni.

Il risultato è ancora una volta deludente: nella stanza del primo scomparso anche l’inquisitore non trova granchè … solo un rosario tutto intrecciato con un filo di edera (nascosto sotto le assi smosse che il gesuita aveva ignorato). Nella stanza del secondo invece regna il disordine … la stanza è stata messa sottosopra ed è impossibile stabilire se manchi qualcosa.

 

IL mistero si infittisce ed il giovane inquisitore ormai ha perso la pazienza … ottenuto un nuovo colloquio col maestro templare, gli vomita in faccia una serie di accuse più o meno gravi, convinto che ci sia lui dietro a tutto ciò … ma non basta ed il tono dell’inquisitore si fa troppo sfacciato. Tanto sfacciato da spingere il maestro templare ad alzare la voce per la prima volta … a far valere il suo rango e ad affermare le profonde divisioni tra i due ordini.

 

Finisce tutto qui … con la situazione molto molto tesa!
 

5 agosto 2011



CAPITOLO 8: NUOVI INSORMONTABILI MISTERI.

 

La sera di giovedì 24 giugno i nostri eroi si ritrovano a fare il punto della situazione … o almeno così vorrebbero, ma per paura di chissà cosa nessuno si fida a raccontare agli altri le cose che solo lui sa. In particolare sono il gesuita e l’inquisitore a tenersi reciprocamente nascoste alcune informazioni … ed il tutto si conclude con un nulla di fatto … con una strana sensazione di attesa verso l’indomani, verso il venerdì e le confessioni.

È venerdì (finalmente, nella mente dell’inquisitore) ed è il giorno della  confessione; il nostro eroe vuole approfittarne fino in fondo e fa affiggere un avviso sulla bacheca dei templari nel quale li invita a riferire direttamente a lui qualsiasi dettaglio conoscano sulla vita dei due scomparsi, se necessario anche in confessione, protetti dal segreto che questa comporta.

E così comincia la lunga processione di gente comune, frati e templari che vogliono farsi confessare direttamente dall’inquisitore in persona; va detto che è strano vedere così tanta gente da un solo prete confessore … di sicuro centra qualcosa lo strano clima che in questi giorni si respira in paese, ma per il nostro eroe è tutto normale … e non ha motivi di credere altrimenti.

La confessione si rivela fruttuosa: a parte un discreto ritratto dei due templari scomparsi, ne viene fuori un nuovo personaggio misterioso … un sedicente inquisitore di nome Padre Raffaele Vicario. Un’altra questione su cui indagare …


La sera l’inquisitore dopo una cena frugale passa la serata a mettere per iscritto in buon ordine tutto quello che ha raccolto fino ad ora; inoltre richiede al Maestro templare di avere due templari, i due di cui ormai è amico, che lo accompagnino durante le sue investigazioni … e la richiesta viene ovviamente approvata.

 

Arriva il sabato.


La mattina passa veloce con i nostri eroi impegnati in nuove indagini sia sui due templari scomparsi, sia sul misterioso Padre Vicario. Ne viene fuori che i due scomparsi hanno effettuato un’unica missione assieme: l’esplorazione di una piccola cripta in una chiesa del centro di Cividale, la chiesa dedicata ai Santi Pietro e Biagio. D’altra parte si scopre che questo presunto inquisitore (di cui il nostro eroe non ha mai sentito parlare) si è interessato di far curare senza troppe domande nella locale misericordia sia il secondo templare scomparso sia un altro uomo misterioso (poco tempo dopo la liberazione del paese), e contemporaneamente si è rifiutato di pagare un debito ad un oste e ad un fabbro facendo valere il suo status.

 

Le indagini non portano ad altro e quindi per proseguire, secondo il nostro inquisitore bisogna scendere a controllare quella misteriosa cripta. Nel pomeriggio i nostri eroi si equipaggiano e si muovono. Entrano in chiesa e scendono nella cripta senza problemi … qui scovano dei resti di strani incensi ed erbe bruciati sotto una mattonella e si apprestano ad aprire un cancello ruggine e malmesso.


Con la chiave giusta il cancello si apre senza problemi, senza emettere un solo cigolio … la cosa è sospetta. Si scende lungo una scala a chiocciola, ad un tratto sembra di udire dei passi “bagnati” … si continua a scendere fino ad una enorme stanza dalla volta a botte e coj il pavimento ricoperto da un sottile strato di acqua e fanghiglia … il tutto è scavato con maestria nella roccia, ma i nostri eroi non fanno in tempo ad ammirarne le bellezze perché due dardi di balestra volano verso di loro … uno va a vuoto … l’altro colpisce alla testa il giovane templare (ancora non perfettamente guarito dopo la ferita al collo) … per fortuna il pesante elmo fa il suo lavoro ed il nostro eroe è solo un po’ frastornato.

 

I due tiratori fuggono nell’oscurità … i nostri eroi si gettano all’inseguimento.

 

All’improvviso il rumore di uno scivolone ed un urlo mettono in allarme il gesuita che blocca gli altri appena in tempo prima di finire giù da un piano inclinato … il fascio di luce della lanterna si sposta verso il basso dove illumina il corpo immobile di uno dei due fuggiaschi … il giovane templare scende a controllare legato con una fune … “… ha battuto la testa … è morto … si tratta del secondo templare scomparso, ne sono certo … ora non è il caso di perdere tempo .. meglio evitare spiacevoli risvegli!”. Detto fatto il nostro eroe sfodera la spada e comincia a colpire il cadavere in modo da staccargli testa, braccia e gambe … gli pare addirittura che stia cominciando a muoversi, a risvegliarsi … ma non può esserne certo, forse e solo suggestione. In ogni caso è convinto di aver agito bene ed appena in tempo.
Il cadavere viene recuperato per procedere a cremarlo ed a dare degna sepoltura alle sue ceneri … e viene perquisito, quel tanto che basta per trovare uno strano libretto (una specie di diario) chiuso con un nastro, la balestra ed altri nove dardi.

 

Un cunicolo si distacca lateralmente dalla grande sala umida in cui si trovano i nostri eroi, e mentre questi sono intenti a discutere se proseguire in quella direzione o se tornare indietro per risolvere definitivamente il problema del nuovo cadavere, si accorgono che qualcuno li spia proprio da quel cunicolo.

 

Comincia un nuovo inseguimento … si sale di nuovo per una seconda scala a chiocciola parallela a quella usata per scendere … si attraversa una strana stanza con quattro brande ed un armadio svuotato in fretta e furia. L’inquisitore è senza fiato e si ferma lì a dare un’occhiata approfittando di un candelabro acceso … gli altri proseguono l’inseguimento … ma solo il gesuita tiene il passo del fuggiasco … o meglio quasi … infatti non appena sbuca all’aperto fa solo in tempo a vederlo fuggire a cavallo verso i campi … verso nordest … di nuovo verso Castelmonte e la grotta.
Una rapida occhiata in giro porta a scoprire qualcosa di buono: il fuggiasco ha perso un sacchetto contenente poche monete (alcuni scudi papali ed un paio di monete tedesche) ed un anello con sigillo: un rapace piuttosto stilizzato, lo stesso emblema mostrato dal presunto inquisitore Padre Raffaele Vicario.

 

In capo a qualche minuto il gruppo è di nuovo riunito nella strana stanza sotterranea; anche qui le cose ritrovate sono importanti ed in quietanti al tempo stesso:
• Una antica mappa di Palmanova la città fortezza di origine veneziana che dista pochi chilometri da Cividale.
• Due strani mitragliatori di fattura ignota.
• Uno strano libro con la copertina in simil-plastica e scritto con caratteri tipografici strani, sembrano lettere greche … ma non lo sono.
• Una tunica grigia ed un bastone di legno uguali a quelli del morto della “Busa dal Diaul”.
• Una tonaca da inquisitore malfatta … un palese falso.

Questi ritrovamenti lasciano molto perplessi i nostri eroi; inoltre il libretto del templare scomparso sembra una strana raccolta di conoscenze erboristiche ed esoteriche, alcune decisamente cattoliche altre evidentemente blasfeme o eretiche … sembra un libro potenzialmente pericoloso. L’intera situazione è pericolosa ed ammantata di mistero e lascia il giovane inquisitore intriso di una spiacevole sensazione di non essere all’altezza della situazione: “Meglio se chiedo istruzioni al mio superiore … o se addirittura gli chiedo assistenza …”.

Sono circa le cinque della sera quando i nostri eroi si recano dal Maestro Templare a fare rapporto … e ne escono solo un’ora più tardi. Ma l’inquisitore non è ancora soddisfatto … torna da solo a fare un controllo presso la grande sala sotterranea … ha la sensazione che ci troverà qualcosa di utile.
E difatti, con una scrupolosa ispezione trova un passaggio segreto in una parete … qui, nascosta, si trova una cappella votiva dedicata alla Madonna (alla “Vergine delle acque” per la precisione): un altare con una bella pittura tanti mazzi di rose secche a terra (degli ex-voto templari che aspettano lì da chissà quanto tempo) ed un antico calice d’oro che contiene un altrettanto antico rosario di fattura pregevolissima. Il giovane inquisitore lo prende tra la mani ed ha un mancamento … ha una visione di una chiesa scura ma bella e pulita … una chiesa tra le montagne … il duomo di Venzone. Si risveglia dopo qualche istante disteso sul pavimento della piccola cripta con un forte dolore alla testa ed un bel bernoccolo.

Un sogno ad occhi aperti?

Il nostro eroe corre dal Maestro templare a metterlo al corrente di quanto scoperto … finalmente una buona notizia.

 

La cena del sabato è, come sempre, la migliore e più attesa della  settimana; i nostri eroi si concedono il lusso di un po’ di pausa dalle indagini e dalle stranezze … solo l’inquisitore è ancora pensieroso, al punto da non godersi la compagnia allegra della serata … e nemmeno la cena.

Tornato nel suo alloggio il giovane trova una lettera sigillata col sigillo del Maestro Templare che gli indica le prossime “tappe” della liberazione del Nordest così come erano state pianificate in un primo tempo, e poi dopo una sostanziale modifica … la lettera è poco chiara ma evidenzia che il Templare è riconoscente al giovane per aver messo in luce il santuario nascosto e che lo considera per questo “illuminato dal Signore”.

 

La domenica è un giorno di riposo … la messa prima di tutto, poi il riposo. Ed alla messa in Duomo, quest’oggi mancano tutti i templari di grado più alto … una mancanza che non può passare inosservata. “L’importante è che siano andati a messa … non mi interessa dove!”, sono i commenti del nostro inquisitore che non si sofferma più di tanto a ragionare su questa stranezza.

 

Arriva così il lunedì mattina: 28 giugno 1957

Il gruppo si riunisce per accontentare il giovane inquisitore ed accompagnarlo per una nuova visita  a casa di Donna Matilde … non si fida di lei, ma si rende conto che potrebbe sapere cose utili … La corsa si rivela inutile … la casa è vuota e sembra sia stata abbandonata in tutta fretta.
Fuori spiccano le impronte di una persona grossa e che veste due stivali diversi … proprio come faceva “Bruno l’Orso” il taglialegna … secondo quanto ricordano il giovane templare ed il giovane inquisitore.

 

Nuovi misteri si aggiungono uno sugli altri e si contorcono di continuo … ma la strada tracciata ormai sta diventando evidente.

 

12 agosto 2011



CAPITOLO 9: INQUISITORI.

 

È sempre lunedì 28 giugno … una calda mattinata afosa.
Il giovane inquisitore non può non andare avanti con la perquisizione della casa di Donna Matilde. Coadiuvato dal gesuita da un templare e da un miliziano continua le sue ricerche in casa, senza per altro scoprire niente di nuovo. Non resta che guardare in cantina … una cantina con l’ingresso sbarrato dall’esterno.
Servono un po’ di forza bruta e tenacia per riuscire a scardinare le assi inchiodate a bloccare la porta della cantina … e dopo un po’ di sforzi i nostri eroi riescono ad entrare. L’inquisitore ed il templare scendono per primi, per controllare cosa ci sia là sotto: gli altri due restano all’aperto … di guardia, attenti a qualunque cosa possa sbucare all’improvviso dai boschi. L’inquisitore infatti è inquieto … da quando è arrivato qui stamattina ha la spiacevole sensazione di essere osservato.

Nella cantina riposano da anni botti (contenenti cibo ormai avariato) ed alcune casse di armi … stando alle scritte sono armi inglesi ed i nostri eroi non faticano ad immaginare che possano essere state nascoste qui dai partigiani. I nostri eroi rischiano un po' nell'aprirle inconsapevoli di quanto contengono; ma almeno hanno il buon senso di non provare ad usare quelle armi ferme da chissà quanto in una umida cantina. Uno spiffero d’aria segnala ai due che deve esserci un passaggio nascosto dietro una parete.
Meglio dare un’occhiata … una volta aperto ci si mettono in tre per scendere in un buio cunicolo e vedere dove sbuca … dopo qualche centinaio di metri si ritrovano nel bosco, lungo un dolce pendio a nordovest della capanna.

La questione è sempre più strana: “… ma le armi potrebbero essere utili … torniamo in paese e poi torniamo qui con un furgone per caricare tutto … e magari portiamoci pure qualcuno che sappia come si maneggiano questi aggeggi …”. La decisione è presa, di buon passo si torna a Cividale.

 

Il pericolo, però, è in attesa lungo la strada … un colpo di fucile esploso dal bosco sfiora il templare … l’avversario non fa molto per rendersi invisibile … sembra un soldato con l’uniforme uguale a quelli già incontrati (a colpi di mitragliatrice) vicino al convento di Castelmonte … un soldato tedesco. Lo scontro a fuoco continua, mentre il templare cerca di avvicinarsi a portata di spada … chi alza le armi contro un templare va fermato … con le buone o con le cattive.
Un dardo della balestra del gesuita centra il soldato … per tutta risposta questi molla il fucile e si avventa contro il templare con zanne ed artigli … si tratta di un MORTO! Il templare colpisce senza ulteriori esitazioni … “… se è un morto avrà il suo meritato eterno riposo …” … un paio di colpi di spada ben dati dal templare ed il morto è segnato … anche se il “colpo fatale” viene dall’inquisitore che si è affiancato al compagno in battaglia … il tutto si risolve bene … o meglio si rivela solo un brutto incontro che getta nuove oscure ombre sulla realtà. NdDM: si trattava di una "atrox" ma per i nostri eroi dell'Imperium i morti sono tutti "stupidi" ... per dogma!
Non ho mai visto un morto svegliarsi così in fretta ...” ammette il templare, ma l’eresia di un morto senziente non lo tange nemmeno … anzi non ne ha nemmeno il sospetto. Lo stesso non si può dire del giovane soldato che li accompagna … ma ha il buon senso di tacere.

Più tardi in paese i nostri eroi riescono a fare rapporto ed a convincere il capo dei templari e quello della sancta militia a recuperare i materiali contenuti nella cantina. E così si procede … saranno cose utili, in ogni caso, anche se arrugginite e quasi inservibili.
Arriva finalmente la sera ed un meritato riposo.

 

Il giorno seguente c’è una novità … da Venezia sono in arrivo il vescovo incaricato di prendere le redini del paese ed un importante inquisitore (il maestro del nostro giovane eroe) … così la giornata si consuma nei preparativi per l’arrivo di queste personalità e culmina nella messa di benvenuto celebrata in loro onore nel duomo. Una cerimonia sobria e ben lontana dalla “festa” che avrebbe potuto (e forse dovuto) essere, forse in virtù degli ultimi accadimenti.

Passano così altri quattro giorni (si arriva a Sabato 3 luglio) durante i quali il maestro inquisitore prende visione di tutto quanto successo ed ascolta i rapporti del suo discepolo … il tutto inframezzato da riunioni tattiche sui prossimi obbiettivi dei templari, da colloqui più o meno informali con i nostri eroi e gli altri testimoni dei fatti incredibili accaduti fino ad ora … tutto con un unico fine: decidere come comportarsi d’ora in avanti e come procedere contro il presunto falso inquisitore Padre Vicario.
 

19 agosto 2011



CAPITOLO 10: MAGIA!?

 

 

Arriva finalmente la domenica, il giorno della festa (domenica 4 luglio), e finalmente Cividale festeggia con una messa solenne il nuovo vescovo che da ora in poi si occuperà della città. Non si fa festa grande, i lutti ed i misteri ancora aperti sono troppi, ma almeno la domenica passa come una giornata tranquilla … unica pecca per i nostri eroi (se vogliamo chiamarla così) è la convocazione di tutti loro inquisitore compreso davanti al di lui maestro per il giorno dopo … alle 6 del mattino; d’altro canto sembra che il maestro inquisitore voglia mettere al corrente i nostri eroi, alemno in parte, di quanto saputo dal tedesco prigioniero … finalmente interrogato grazie ad un interprete. La domenica passata in santa pace è comunque un toccasana, specie accompagnata da un pasto “festivo e ricco” come quello che viene servito per festeggiare il vescovo.
Se la giornata è stata tranquilla e serena, non si può dire lo stesso della notte. Saranno circa le 4 del mattino quando le campane suonano l’allarme svegliando, tra gli altri, i nostri eroi. Mentre i più si portano verso le mura temendo di trovarle assediate da orde di morti, i nostri, ancora pensierosi per i vari misteri irrisolti, corrono alla loggia templare … e qui scoprono il motivo dell’allarme pare che sia il maestro templare sia il maestro inquisitore siano vittima di un avvelenamento … o qualcosa di simile. “Stanno nei loro letti … hanno la febbre altissima … e sembra abbiano difficoltà a respirare … non sono coscienti; al massimo delirano …”.
I soccorsi (i francescani esperti) giungono in fretta assieme anche al nostro frate-pugile ma non riescono a concordare su quale malattia o problema sia, si discute ad esempio sul fatto che siano stati avvelenati o che abbiano mangiato qualcosa di andato a male; anzi a dirla tutta i medici non riescono a concordare nemmeno sul fatto che sia una malattia o di qualcosa di “reale”. L’atmosfera si fa sempre più inquieta … e mentre i due “malati” vengono portati via verso la misericordia, i nostri eroi cominciano ad investigare ed a perquisire le stanze alla ricerca di qualsiasi cosa possa sembrare strano o, peggio, soprannaturale.


Ed a questo punto succedono due fatti strani praticamente contemporanei: allontanando i malati dai loro letti e dalle loro stanze la situazione sembra migliorare ed i sintomi sembrano alleviarsi tanto da far riprendere per un attimo conoscenza al maestro templare che però è troppo debole per dire qualcosa di utile ai nostri eroi … salvo confermare la stranezza e la natura improvvisa del malore; intanto il nostro miliziano meccanico nota che uno dei due letti è stato spostato per metterlo parallelo all’altro … ed il nostro francescano nota, ai primi chiarori dell’alba, una sagoma scura che “li fissa” da un campanile poco lontano (quello della chiesa dei santi Pietro e Biagio … la chiesa con la cripta segreta).
Urge fare un sopralluogo … i nostri corrono, ma solo il gesuita ha la resistenza fisica da arrivare là di corsa giusto in tempo per vedere, assieme ad uno dei templari posti lì di guardia, una sagoma scura volare via dal campanile ed attraversare il fiume … un’ombra oscura e terribile.

 

Comincia la perlustrazione … il gesuita ed il giovane inquisitore salgono sulla torre … per primo sale il gesuita e non nota niente di strano salvo uno strano anello di piume intrecciate ed erbacce … niente che valga la pena ricordare o conservare … ma per uno strano senso di disagio schiaccia col piede l’anello fino a distruggerlo e prova a benedire l’area. Raggiunto dall’amico inquisitore le sensazioni e le osservazioni sono lo stesse anche se il misterioso anello ha qualcosa di strano (per l’inquisitore) … ha la sensazione di averne già sentito parlare, ma non ricorda niente di preciso.
Si scende e si torna alla misericordia ad aspettare notizie sullo stato dei due maestri malati … e l’attesa viene premiata … i due malati si riprendono (almeno un minimo) e possono raccontare la loro versione delle cose … che rende il tutto ancora più oscuro dato che non sembrano abbiano fatto niente di pericolo o visto nessuno … prende corpo l’ipotesi che il tutto sia una maleficio di qualche genere.
Il maestro inquisitore prega i nostri eroi di compiere un servizio per lui al seguito del suo discepolo (in pratica è un ordine): seguire le tracce di questo Padre Vicario e cercare di trovarlo e consegnarlo alla giustizia dato che i crimini ed i peccati di cui si è macchiato sono tanti in molti luoghi.

 

I nostri eroi accettano e seguono da subito il giovane inquisitore che vuole tornare al campanile per un secondo sopralluogo: e la ricerca dà i suoi frutti, una porta segreta verso l’esterno risulta essere un comodo accesso alla torre campanaria nascosto dalle guardie di fronte alla chiesa e che non richiede di entrare in chiesa per accedere alla torre … in più, parlando dell’ombra volante con i suoi compagni, il gesuita stimola l’intuizione del vecchio aviatore che suggerisce l’idea di un piccolo paracadute, magari di tela scura.

 

Altro che demoni volanti!


Comincia la caccia allo “stregone” che ha messo a rischio i due maestri. Si comicnia con una velcoe chiacchierata col tedesco prigioniero (aiutati dall’interprete) solo per avere la certezza che la sua presenza lì non sia collegata a questa misteriosa “magia nera”; quindi si procede con la caccia vera e propria. Raccolti i materiali ed i rifornimenti necessari e recuperato l’ormai solito veicolo il gruppo si mette in viaggio verso la direzione presunta di fuga del “mostro volante” … tanto per cambiare nordest, verso Castelmonte.

 

La strada ormai è nota ed il piazzale del santuario è raggiunto in fretta. Qui il francescano ha un’idea … dire messa di nuovo per le suore che in passato avevano apprezzato il gesto e farsi raccontare quello che sanno in tale occasione.
Si perdono così un paio d’ore … senza ottenere granchè alla fine dato che le suore tendono a restarsene isolate e rispondono alle richieste di chi passa di lì solo se interrogate. Ne esce però una conferma … da qualche ora è passato un uomo a cavallo che andava molto di fretta lungo la strada che scende a nord.

 

Si risale in macchina per proseguire … solo per fermarsi dopo qualche chilometro … inorriditi! Davanti ai nostri eroi si mostra una scena orrorifica … talmente macabra ed oscena da terrorizzare e lasciare sotto shock il povero francescano: le budella di un uomo sono legate a due alberi ed attraversano varie volte la strada … una macabra ragnatela sanguinolenta … appese alle budella altre parti del corpo fanno bella mostra di sé … a fianco giace una testa di donna … quella di Donna Matilde …

 

Il prode inquisitore vuole vederci più chiaro e si avvicina … anche per provare a togliere quell’orrore ed a dare una degna sepoltura ad una donna che, a questo punto, ai suoi occhi è diventata innocente. Memore di quanto successo fino ad ora avanza ed agisce cautamente … e quando fa scattare la trappola così brutalmente mascherata è pronto a buttarsi indietro … due bombe a mano esplodono … e gli alberi cadono a bloccare la strada … ma lui è indenne.

 

Non resta che bruciare ciò che resta del corpo … offrendole il giusto rito funebre … e non resta che aggiungere anche questo omicidio alla lista dei misteri da risolvere ed a quella dei probabili crimini di Padre Vicario.

 

 

E ora cosa accadrà?
 

26 agosto 2011


CAPITOLO 11: FUOCO CAMMINA CON ME.

 

 

Il macabro ritrovamento ha messo in guardia i nostri eroi … un simile spettacolo deve essere stato ordito da una persona veramente crudele e molto molto pericolosa … potrebbe trattarsi di Padre Vicario, ma non ci sono prove.

La strada bloccata dai tronchi costringe i nostri eroi ad andare avanti a piedi … si muovono solo in tre: l’inquisitore, il gesuita ed il templare. Superati gli alberi caduti i tre si incamminano lungo la strada, questo fino a che il templare non nota un filo di fumo uscire dal camino di una capanna di legno più a valle … “Deve esserci qualcuno là dentro … e se fosse chi stiamo cercando? Avanziamo un po’ più prudenti … attraverso il bosco ad esempio …”.
Il bosco si rivela costellato di piccole trappole, tagliole per catturare qualche animale, niente di più … ma questo contribuisce ad innalzare l’attenzione dei nostri eroi che, giunti a qualche decina di metri dalla casa di legno, non si lasciano sfuggire dei movimenti sul retro.
Un uomo grosso, probabilmente “l’orso” li osserva e cerca di stare nascosto … sembra che abbia una pistola in mano; “… è illegale e dovrà giustificarsi …” stà dicendo il giovane inquisitore mentre i tre avanzano ancora verso la capanna. Ma non fa in tempo a finire la frase che il grosso boscaiolo apre il fuoco.

Sapevo che aveva qualcosa da nascondere … ma non pensavo fosse così stupido … e così colpevole!” sentenzia l’inquisitore mentre estrae la sua spada … poi urla all’uomo di arrendersi. Il gesuita non è convinto … sente qualcosa di spiacevole, una sensazione di pericolo e di morte … ma non dice niente; anche il templare percepisce un pericolo ed avanza passando oltre all’inquisitore per essere lui il primo bersaglio. L’orso continua a sparare … ma la mira gli fa difetto ed i suoi colpi vanno a vuoto.


Sembra semplice …

Sembra un "arresto" come tanti altri ...

Sembra che tutto sia tranquillo …

 

Finchè la parete della capanna “esplode” in una nuvola di schegge rivelando una seconda persona … nemmeno il tempo di capire chi sia che il nuovo arrivato tende le mani aperte verso il templare che è a pochi metri da lui e pronuncia alcune parole arcane … Una fiamma rossa e vorace avvolge il povero templare che si sente bruciare vivo. La comparsa delle fiamme … improvvise ed inspiegabili è un trauma per i nostri eroi che si spaventano (il gesuita fugge) … Ma il tutto si risolve presto; è una questione di pochi secondi e la fiamma si spegne, misteriosamente così come era apparsa … ma il prode cavaliere è ferito … si è ustionato davvero.

 

Comincia così una battaglia tra i tre eroi (NdDM: contando anche il gesuita in fuga) e gli altri due uomini … il giovane inquisitore suggerisce (anzi, quasi ordina) di concentrarsi sullo “stregone”; ma non e così che si decide di fare … in breve i due armati di spada ingaggiano i loro rispettivi bersagli: il templare si occupa del boscaiolo, che fino ad ora si è limitato a sparare, mentre l’inquisitore si getta addosso allo stregone che nel frattempo ha estratto la sua spada per difendersi: una spada templare. I due combattimenti infuriano mentre il gesuita fuggito lontano comincia a riprendersi … Il duello, se così si può dire, tra lo stregone e l’inquisitore si risolve subito, un colpo preciso del nostro eroe ed il nemico cade, con il cuore trafitto … il suo addestramento non era così buono come dava a vedere.


A questo punto è il caso di dedicarsi al boscaiolo … il templare ha appena avuto il tempo di ingaggiare battaglia quando anche il gesuita è tornato in se ed è tornato di corsa sui suoi passi per giungere a dare manforte ai suoi compagni. È proprio un dardo di balestra scagliato dal prete-giornalista a centrare in piena testa il grosso boscaiolo: si tratta di un colpo mortale … nessun essere normale avrebbe potuto sopravvivere ad un colpo del genere, ma il boscaiolo non sembra farsi influenzare. Se non che molla la pistola e, invece di sfoderare la pesante ed affilata ascia che porta legata al fianco, si avventa con artigli e denti contro il templare che gli sta di fronte: un MORTO!

Di nuovo un caso di risveglio immediato?


Il mistero cresce … fatto sta che a questo punto il templare lascia andare ogni remora: il nemico che ha di fronte è quello che si è addestrato a combattere e che ha giurato di distruggere. La “ferocia” del morto è pari al vigore del templare (che deve ringraziare l’armatura che lo ripara da un colpo potenzialmente mortale) ed è solo grazie all’aiuto dell’inquisitore che si riesce ad avere la meglio anche su questa mostruosità staccandole la testa … al gesuita non resta che scuotere la testa i suoi pugnali e la balestra non sono proprio l’ideale contro i morti.

 

La battaglia è finita … i nostri eroi sono feriti e stanchi … e soprattutto vincitori.


Perquisire i due cadaveri è d’obbligo e risulta anche utile; nelle vesti dello stregone i nostri eroi ritrovano un vecchio libro sul diavolo … una specie di trattato scientifico su come sia fatto il diavolo e su quali siano le sue debolezze … Un po’ più preoccupante è la scoperta fatta sul cadavere del boscaiolo … nel petto, sotto ad un pesante grembiule di cuoio usato come protezione, si trova un buco al posto del cuore … un buco mezzo marcio … non poteva essere vivo in queste condizioni … “Un morto senziente? Impossibile … non è vero … non ci posso credere!” Da un lato la fede dei nostri eroi viene messa a dura prova, dall’altro la sensazione che si tratti di qualcosa di demoniaco e diabolico trova una nuova certezza … unico appiglio per tirare avanti.
 

Con la sensazione di aver “sconfitto un grande male” i tre si avvicinano alla capanna alla ricerca di indizi (NdDM: non prima di aver medicato alla buona le proprie ferite e di aver perquisito e saccheggiato i due nemici sconfitti): l’interno è povero e polveroso, ma sembra sia comunemente usata da una sola persona da diverso tempo … sul fuoco nel camino bolle una zuppa … a terra, disegnato nel mezzo della stanza, uno strano simbolo attira l’attenzione dei nostri tre “guerrieri”. È il gesuita quello che ne rimane più impressionato … infatti è lui il solo che riesce a vedere la sagoma traslucida di un ragazzo in piedi in mezzo allo strano simbolo “magico”.

Il prete-giornalista resta lì imbambolato ad ascoltare la flebile voce dello spirito che continua a chiedergli aiuto ed a chiedergli se riesce a sentirlo … gli altri non lo prendono per pazzo, ma anzi sono convinti che sia in preda ad una vera crisi mistica e lo assecondano. Dopo qualche attimo il gesuita suggerisce di benedire la stanza e di “purificarla” mentre lui prova a seguire il ragazzo fuori: è riuscito a capire che si tratta del figlio di Donna Matilde (cioè del suo spirito) e che è costretto a vagare qui nei dintorni perché è stato seppellito chissà dove senza le dovute benedizioni …


La ricerca nel bosco ha successo ed i nostri eroi trovano la sepoltura del cadavere di un bambino, ormai ridotto a scheletro. NdDM: nessuno si chiede da quanto tempo sia lì … preferiscono ignorare ulteriori misteri e darsi da fare per fargli avere il meritato eterno riposo. Il giovane inquisitore ha letto diverse cose a proposito di spiriti ed esorcismi, ed è convinto di poter presiedere ad un adeguato rituale per donare l’eterno riposo al bimbo. Così si consulta con gli altri e poi procede … il rituale sembra andare per le lunghe ma, dopo un buon paio d’ore, sembra dare i suoi frutti: lo spirito del bimbo è libero.
A questo punto accade un altro fatto strano, lo spirito confessa al gesuita che è da un po’ che li segue e li osserva … e gli propone di rimanere con lui e di “consigliarlo”, anche come ringraziamento per avergli salvato l’anima … il gesuita è perplesso ma alla fine accetta … lo spirito così lo abbraccia dolcemente e svanisce (dentro di lui?) per lasciarlo con una fede più intensa di prima e con una percezione del mondo, in qualche modo aumentata.

 

Ormai è tardi … il sole si abbassa sull’orizzonte ed è ora di rientrare. Non resta che portare via tutto quello che c’è nella baita e sui cadaveri prima di bruciarli … Il giovane inquisitore mette comunque la testa dello stregone in un sacco con lo scopo di mostrarla al suo maestro come prova della morte di Padre Vicario (NdDM: ebbene si! Lo stregone piromante era proprio lui!). Il gruppo raccoglie ulteriori indizi e prove sull’eresia di padre Vicario e sull’esistenza di una qualche entità malvagia denominata “uomo-diavolo”. “Pare che la prossima meta sarà proprio Palmanova allora!” prevede il gesuita. Raccolto il tutto si torna a Cividale.

 

 

Dopo un veloce resoconto sulla missione al maestro dei templari ed al maestro inquisitore è il caso di ricoverarsi tutti alla misericordia per farsi curare le ferite … per riposare e guarire. Ci vorrà almeno una settimana per essere di nuovo tutti in forze e pronti, di nuovo, all’azione!

2 settembre 2011



CAPITOLO 12: LA FINE.

 

 

È martedì 6 luglio.
I nostri eroi sono tutti ricoverati presso il convento di San Francesco di Cividale, riadattato a  misericordia dopo la liberazione del paese dal flagello dei morti. Le ferite riportate negli ultimi giorni di questo folle mese (i nostri eroi si sono incontrati attorno al 12 giugno) sono gravi, molto gravi in alcuni casi, e necessitano di cure e riposo: almeno una settimana prima di poter di nuovo uscire.


La settimana trascorre tra dolori noia e preghiere per tutti tranne per il vecchio asso dei cieli: le sue ferite erano più leggere, quindi ha potuto tornare al lavoro già qualche giorno prima; tuttavia la sua settimana non è certo all’insegna della tranquillità e della routine. Dapprima deve rispondere diverse volte alle domande del maestro inquisitore … non lo accusano di nulla ed è relativamente tranquillo, ma è comunque una situazione spiacevole; poi viene improvvisamente convocato ad una riunione di alto livello. Lo aspettano il maestro templare ed il maestro inquisitore insieme al più anziano dei frati francescani … sono lì proprio per lui e questo lo mette molto a disagio, disagio che si amplifica quando gli propongono una nuova missione molto pericolosa.
In pratica dovrebbe allontanarsi dal paese con i quattro che con lui sono stati testimoni di cose tanto misteriose per recarsi in un altro luogo, non ancora liberato dal flagello dei morti, per aiutare i quattro di cui sopra in non è ben chiaro quale nuova missione. È libero di non accettare, dopotutto lui è nella sancta militia e chi gli parla non potrebbe dargli ordini diretti, ma le condizioni poste sono gravi, molto gravi: da un lato la possibilità che a Cividale ci sia qualcuno che vuole morti i cinque eroi, dall’altra la promessa di “farlo volare di nuovo”. Seri motivi su cui riflettere, mordendo e fumando il suo sigaro.

 

Si arriva così a martedì 13 luglio.

I nostri eroi cominciano finalmente a riprendere la loro vita normale, ma qualcosa si muove all’orizzonte. E verso sera lo strano senso di inquietudine che i nostri eroi provano da alcuni giorni si manifesta in una riunione alla quale sono tutti “sollecitamente invitati” a partecipare … si trovano di fronte così ai tre alti prelati che solo pochi giorni prima avevano avuto un incontro col solo eroe dei cieli; il clima è meno rilassato di quello che si era presentato al vecchio soldato ed ai quattro uomini di chiesa non viene data alcuna scelta … “Dovete lasciare Cividale. I vostri ordini sono di andarvene di qui al più presto per raggiungere Venzone o Palmanova – a voi la scelta – per provvedere ad un sopralluogo dei paesi in questione prima che i templari si muovano per liberarli dalla presa del male!” … Non c’è scelta per nessuno, dove il templare ed il giovane inquisitore ricevono a voce gli ordini dal proprio diretto superiore, il gesuita li riceve per lettera (con una raccomandazione che agli altri viene taciuta: stare attento alla propria vita dato che qualcuno lo vuole morto insieme ai suoi compagni di sventura).
Il francescano ex-pugile è ancora scosso dal macabro spettacolo a cui ha assistito solo qualche giorno prima ed il suo superiore ha deciso di allontanarlo dalla misericordia, in un modo o nell’altro: o presterà le sue doti alla missione degli altri tre eroi o sarà costretto ad esiliarsi in un eremitaggio al sicuro, in centro Italia, per scacciare le visioni di morte che ancora gli annebbiano la mente e ne incrinano la fede.

 

I nostri eroi si mettono il cuore in pace con la sensazione che ci sia qualcosa di non-detto, nascosto nella nuova missione. E diventa tutto più chiaro il giorno dopo … accettata la missione non resta che recuperare il pilota (anche l’asso dei cieli ha accettato mettendo sul piatto della sua ricompensa in anticipo anche qualche sigaro) e stilare una lista dei materiali necessari a queste esplorazioni … così al briefing “finale” il non detto diventa chiaro: “… certo l’esplorazione è importante, ma cosa più importante è che voi ve ne andiate di qua … qualcuno vi vuole morti … e non sappiamo chi sia. Oltretutto c’è un altro compito per voi … pensiamo che la storia delle tre corone nasconda qualcosa di vero … e se è vero che la seconda corona è a Venzone direi che voi potreste dare un’occhiata in giro anche in tal senso … prima che arrivi qualcun altro, magari spinto da ideali meno nobili … o addirittura eretici …”.
La sensazione di essersi imbarcati in una nuova crociata assale a questo punto i nostri eroi caricandoli di un fervore religioso fino ad ora sconosciuto.

 

Bastano un paio di giorni per revisionare il camion che sarà la loro casa per chissà quanto tempo e per caricare provviste e materiali.

 

All’alba di sabato 16 luglio si parte: “Addio Cividale!” …
 

Si conclude così la mia "Saga di Cividale" ... 

Ma la storia non si ferma qui; cinque eroi continueranno ancora a cercare nuove avventure ed a trovare nuove rogne nel nuovo capitolo: la "Saga di Venzone".