Qui comincia il vero e proprio diario delle avventure di nuovi "Dispossenti a spasso per il IV° Reich" ... La storia è un po' un giallo ...  un po' un noir ... un po' un horror ... probabilemnte un po' anche un qualcosa di comico ... vedremo come la vivranno i sei eroi-poliziotti che i miei giocatori (Giorgio, Ecate, Matteo, Luca, Beppe ed Arturo) hanno creato.

Diario

04 Luglio 2012


19 ottobre 1957: un’accozzaglia di specialisti.

Sono da poco passate le 21:00 di un sabato sera di fine ottobre l’ispettore ha appena finito il suo turno ed è indeciso se tornarsene dritto a casa a farsi “gli affari suoi” o se indugiare in qualche locale per una buona birra.
Un’auto scura lo attende fuori dal distretto, due agenti della Gestapo gli si fanno incontro (non ha nulla da temere … sono suoi colleghi e soprattutto suoi sottoposti), lo salutano formalmente e gli comunicano che lo devono scortare immediatamente alla stazione dei treni di Spandau da dove partirà per una nuova missione su ordine diretto di Frederik Muller, Obersturmfuhrer della Gestapo berlinese (NdDM: si tratta di uno dei cinque uomini più potenti di tutta la Gestapo di tutta la Germania).
Ovviamente non c’è scelta … e la birra aspetterà.

L’arrivo in stazione è foriero di sorprese: per prima cosa l’ispettore non è solo, ad attenderlo ci sono due agenti Kripo, con cui ha già avuto modo di lavorare in passato, due uomini della totenpolizei con annesso consueto odore di fumo e gasolio ed un agente semplice della Gestapo un po’ in là con gli anni e con una vistosa onorificenza militare appuntata perfettamente sul petto; poi, mentre questo misterioso sestetto viene scortato verso un treno corazzato in attesa sul binario più vicino (e mentre vengono caricati molti materiali sul secondo vagone dei tre di cui il treno è composto), l’ispettore nota che il traffico ferroviario è fermo e c’è gente in attesa di partire … sembra che tutti stiano aspettando che succeda qualcosa di molto importante; da ultimo nessuno degli uomini che li stanno scortando ha la minima idea di cosa debbano fare (e fin qui niente di sorprendente) si sa solo che gli ordini vengono da molto in alto e che si vocifera di un omicidio importante.

I sei uomini salgono sul treno ed in un baleno questo si mette parte viaggiando da subito ad alta velocità.

Il viaggio in treno è lungo e dà modo ai sei di presentarsi e di cominciare a capire in cosa sono stati coinvolti. Già perché anche gli altri cinque hanno subito un trattamento simile a quello dell’ispettore … chi era a casa sua, chi stava per cominciare un turno notturno, chi stava per staccare dopo una “operazione di routine” per lo smaltimento di un cadavere …
Così mentre da un lato il vecchio medico-Kripo si siede a leggere unlibro che ha avuto la saggezza di prendere con se, dall’altro l’agente decorato si toglie dalle spalle una custodia di pelle scura e ne estrae un Kar 99, un fucile da cecchino, e comincia a smontarlo e ripulirlo con fare meticoloso e senza dire una parola o degnare chiunque di attenzione … come se tutto ciò fosse normale.
Gli altri sono più sospettosi e cominciano a scambiare quattro chiacchiere con diffidenza ed a cercare di capire dove il treno sia diretto … stando alle prime osservazioni si va più o meno a sud … e si viaggia veloci, molto veloci … una possibile destinazione potrebbe essere Lipsia, ma la possibilità sfuma quando dopo circa due ore di viaggio il grande “borgo” sfreccia davanti ai finestrini ed il treno se lo lascia alle spalle …
Una busta gialla su uno dei tavolini rivela una parte del mistero: l’obersturmfuhrer della Gestapo nominato prima ha radunato questa squadra affinchè compia delle indagini su un omicidio fuori da Berlino. È una procedura insolita, ma i documenti nella busta stabiliscono che tutto è in regola ed autorizzato …
In effetti anche il fatto di avere un “treno corazzato tutto per loro” è indice di qualcosa di insolito ed eccezionale, nonché il semplice fatto di creare una squadra mista ed equilibrata di Gestapo, Kripo e Feuerbrigade …

Dopo cinque ore abbondanti di viaggio il treno finalmente rallenta per entrare in un borgo … la destinazione finale è raggiunta: Monaco di Baviera.

NdDM: Berlino – Monaco in meno di 6 ore vuol dire aver viaggiato a circa 130-150 km orari di media … a occhio era possibile già ai tempi, ma forse ho esasperato un po’ i tempi.

Il treno si ferma ed altri solerti poliziotti locali si affrettano a ricevere la squadra berlinese per trasferirli al luogo del delitto: una villa in un piccolo borgo poco distante dal grande borgo che è Monaco.
Non resta che recuperare un po’ di attrezzature: macchina fotografica, qualche caricatore per la luger d’ordinanza, una borsa della polizia scientifica, un lanciafiamme … e via sul camion della Gestapo verso la nuova destinazione.

La destinazione finale è una ricca villa … villa Von Ricthofen. Sono ormai le 4:30 di domenica mattina quando i nostri un po’ assonnati poliziotti raggiungono la villa e vengono accolti dal Barone Von Ricthofen in persona assieme al suo caro amico obersturmfuhrer della Gestapo berlinese.

E subito viene svelato il delitto su cui la squadra è chiamata ad indagare: mentre nel salone al piano terra della villa si svolgeva una festa, la figlia minore del barone è stata trovata impiccata nello studio (al primo piano) che il padre le aveva messo a disposizione da qualche tempo. Proprio il barone dubita che la ragazza possa essersi suicidata ed ha chiesto al suo amico una squadra di valenti poliziotti che fosse esterna alla Baviera e quindi “super partes” nei confronti di tutti gli invitati.
Il cadavere è stato scoperto da una domestica di origine polacca, ma il barone si sente di garantire personalmente sull’innocenza della donna.

La prima cosa da fare è controllare la stanza del delitto e rendere inoffensivo il cadavere (che comunque non ha ancora dato segni di risveglio) … e così si procede con i sei che si impegnano ciascuno nel proprio campo per cominciare a chiarire il mistero.
Ad un primo colpo d’occhio l’ispettore comincia a ragionare ad alta voce, a mettere insieme i pezzi delle singole osservazioni fatte dai suoi uomini, come se qualcuno dovesse prendere nota di ciò che dice: “La posizione della sedia, la lunghezza della corda … tutto lascia presumere che sia davvero un suicidio …  se non fosse per il modo in cui la corda passa sul lampadario, un nodo troppo ben fatto, in un certo senso … Non è certo vestita per andare ad una festa, modesti abiti “da casa” … ed è scalza, lescarpe sono riposte con cura in un angolo vicino alla porta. Le scrivanie dello studio sono piene di fogli e foglietti … appunti vari … era una dotteressa? A quanto pare si … anche a giudicare dai libri presenti. Le finestre sono chiuse dall’interno, danno sul davanti della casa, una vista magnifica … nessun segno di scasso, niente di strano … nemmeno qualcosa con cui raggiungerle facilmente dall’esterno, niente grondaie … niente di niente …”.
Nel frattempo i due uomini della feuerbrigade tirano giù il corpo … per permettere una prima analisi al loro medico-kripo: “… il cadavere è abbastanza rigido … la scoperta del cadavere deve essere stata fatta poco dopo la sua morte … sembrerebbe morta per soffocamento, ma qualcosa nel colorito non mi convince …  c’è un segno di una mano, probabilmente maschile, che le ha stretto il braccio sinistro … e c’è il segno di una corda sottile sui polsi … le hanno legato le mani mentre era viva … ma perché? Ecco … alla base del collo … il segno di una puntura … meglio prendere un campione di sangue …” Si procede e poi si continua frugandole le tasche … una chiave è tutto ciò che contengono.
L’agente kripo intanto controlla le scrivanie ed è per un mero colpo di fortuna che, facendolo cadere da un tavolo, nota un foglio pieno di segni … il foglio è bianco ma quello che ci stava sopra aveva sicuramente qualche scritta … un foglio nuovo, un po’ di carboncino e via, la fortuna aiuta gli audaci, magicamente appaiono un nome: Manfred Strhol, ed un numero di telefono col prefisso di Berlino. Né l’uno né l’altro risultano noti … ma possono essere una prova.

Frugando nelle tre scrivanie cominciano a saltar fuori cose interessanti: alcuni fogli scarabocchiati di appunti vari ... tra essi spiccano un singolo nome: Siegfried A. Herringer ed una strana serie di numeri, due serie di 12 numeri ciascuna; una lettera di addio, che però ha un qualcosa che non convince i nostri investigatori: “meglio far fare una perizia calligrafica”; i fogli bianchi di un notes sui quali è rimasta traccia di ciò che era scritto sui fogli soprastanti; ed alcune lettere già imbustate ed affrancate, indirizzate a tre “doktor”: Maria Thurling, Hans Grobbenkranz e Deuter Schnellinger (le rispettive lettere sono indirizzate ad Amburgo, Berlino e Monaco). Il cordino che lega le tende è compatibile coi segni sui polsi … comincia a vedersi una luce? Forse … in ogni caso di materiale su cui cominciare ad indagare comincia ad essercene.

I due “feuerbrigade” cominciano a spazientirsi: vorrebbero “mettere in sicurezza il cadavere facendolo a pezzi … per poi bruciarlo con calma” ma il medico li frena, vuole esaminarlo ancora per un attimo … così attira attorno a se ed alla morta l’attenzione di tutti … tranne di uno dei due “uomini di fuoco” che, spazientito, si mette a frugare con attenzione una scrivania … Incredibilmente trova uno scomparto segreto … ci infila la mano e ne estrae due fogli molto fitti di appunti medici (si tratta di “genetica” ma nessuno del gruppo è in grado di capire), ed una mazzetta di 1000 marchi … quasi il suo stipendio … La tentazione è troppo forte ed il giovane si infila i soldi in tasca. Peccato che abbia attirato l’attenzione di tutti con una esclamazione di sorpresa che gli è sfuggita e che quindi tutti hanno visto cosa ha fatto dei soldi … L’ispettore gli si para di fronte a muso duro: “Quei soldi sono una prova … restituiscili! E, se per adesso devo tralasciare ogni possibile punizione per rispetto del lavoro che ci hanno chiamato a fare e di CHI ci ha chiamato, me ne ricorderò quando alla fine di tutto farò il mio rapporto!”.

E qui si chiude la prima sessione di gioco … con già un po’ di spunti notevoli … vedremo le prossime.

10 Luglio 2012

 

 

20 ottobre 1957: il quadro diventa più chiaro.

È ormai da qualche ora che i nostri eroi-poliziotti sono sul luogo del delitto. La stanza dove è stata ritrovata la vittima è stata ormai passata al setaccio, ora bisogna parlare con chi era in casa al momento della morte.
Così l’ispettore decide di lasciare il medico ed i due “feuerbrigade” a guardia del cadavere, col primo intento a fare le ultime analisi fattibili in loco e con gli altri effettivamente di guardia. Le analisi del medico-Kripo non sono inutili e portano ad una strana scoperta: la giovane soffriva di un’evidente insufficienza ghiandolare, problema che la costringeva ad assumere farmaci piuttosto specifici …
Lui scende al pianterreno con gli altri per proseguire con le indagini. Incarica il giovane Kripo di contattare la polizia locale per farsi mettere a disposizione un laboratorio per effettuare altre analisi e per scoprire qualcosa sul misterioso numero di telefono ritrovato tra gli incartamenti della vittima; contemporaneamente manda l’altro agente a controllare le altre stanze al piano di sopra, alla ricerca della stanza della vittima. Quindi si interessa personalmente di scoprire qualcosa di più sugli ospiti del Barone … gli viene tempestivamente fornita una lista degli invitati alla festa; il nostro ispettore decide quindi di concentrarsi per prima cosa sulle personalità più in vista in modo da poterli lasciare liberi di tornare a casa al più presto. Gli altri potranno aspettare un po’ …

Il dottore comunica all’ispettore il presunto orario della morte: “… la morte della giovane donna è avvenuta senza dubbio tra le 18:00 e le 21:00 di ieri … e le ricordo che non è morta né per soffocamento né per rottura del collo in seguito all’impiccagione!”. Il tono del medico è freddo e, come sempre, superbo, ma sono notizie molto utili a colui che deve cominciare a “fare domande in giro”.
Il primo colloquio avviene con un uber-inspector della Gestapo di Monaco: Gerhard Manninger. Le domande sono domande “di rito” e l’approccio col superiore è buono … sembra che l’uomo abbia un alibi (confermato da almeno altre tre persone) e che d’altra parte non abbia notato niente di strano … la sua reazione alla scoperta del cadavere è stata quella di far giungere subito una decina di agenti, ma poi la sua autorità sul caso è stata surclassata dalla presenza alla villa dell’Obersturmfuhrer Muller. La tesi regge … ed è il caso di lasciare andare il poliziotto che pare debba rientrare in servizio, anzi, che sia già in ritardo … così il nostro ispettore berlinese lo lascia andare.

 

Prima di passare ad altri “interrogatori informali” arriva una notizia non proprio incoraggiante: il numero di telefono non porta a granchè, pare sia un numero di Berlino ma risulta inesistente, bisognerà chiedere i tabulati del centralino riferiti alla villa e/o al numero in questione; se non altro pare che, grazie all’intervento dell’Ispettore Manninger sarà facile avere a disposizione un laboratorio dove trasferire ed analizzare la salma al più presto. Dal piano superiore scende l’agente Gestapo dicendo di aver trovato la camera della donna e chiedendo l’aiuto dei due Kripo per controllarla a dovere. L’ispettore dà il suo benestare ed i tre si mettono al lavoro sulla stanza.

La stanza è disordinata, pulita ma disordinata. Anche qui fogli e foglietti dovunque, un diario molto femminile (NdDM: il buon Arturo suggeriva un diario rosa di “Hello Kittler” …), vestiti molto costosi, altri appunti … un bagno con dei medicinali (coerenti con le scoperte fatte dal medico) ed altri medicinali senza i dovuti timbri identificativi sulla scatola … un piccolo mistero.

 

L’ispettore va avanti coi colloqui “importanti”. Ora tocca a Augustinus Spitzemann, Vescovo della Chiesa Teutonica di Monaco: un uomo piccolo ma in quietante (NdDM: un aspetto un po’ alla Himmler, se volete) che invoca il “Messiah Fuhrer” in ogni sua frase e che pronuncia ogni frase come se stesse partecipando ad una qualche funzione religiosa … Il nostro investigatore si sente fortemente a disagio e lo lascia andare dopo pochi minuti … ma questo non basta, ed il vescovo andandosene intima al nostro eroe di farsi vedere alla funzione delle 10:00 nel duomo di St. Michael. Più che un consiglio, un ordine.

Dopo il vescovo è il turno del Borgomastro di Monaco: Adolf Ude, un tipetto evidentemente scontroso ed irascibile che si sforza di mantenere calma e contegno e di dimostrarsi “fine, educato e rilassato”, un tipetto da cui il nostro eroe è già stato messo in guardia dal collega monegasco. Anche questo colloquio è infruttuoso … l’uomo ha fretta di andarsene e sembra essere molto a disagio nel venire “sospettato” di fronte ad un tale pubblico. Sbandierando velocemente un alibi si defila invitando il nostro ispettore a presentarsi da lui per un colloquio in privato, nel caso ne avesse necessità. Andandosene il Borgomastro garantisce per altri due ospiti: Gunther e Clarissa, i suoi segretari … è evidente che sono le sue guardie del corpo, ed è evidente che sono entrambi abbastanza robusti da poter aver lasciato il livido sul braccio destro della vittima.

La cosa sembra andare per le lunghe … l’agente Gestapo scende al piano terra (lasciando nella camera della vittima solo i due Kripo) giusto in tempo per dare manforte al suo superiore e cominciare ad occuparsi delle persone meno influenti … così i colloqui continuano pur con ben poche novità … In un paio d’ore sono circa trenta le persone sentite; da un lato il nostro agente Gestapo incontra un paio di ex-soldati, come lui reduci della Normandia … persone che non sanno nulla dell’omicidio ma che si dimostrano molto cordiali ed amichevoli col nostro reduce in onore delle decorazioni che mostra; dall’altro l’investigatore non scopre niente di nuovo … c’è però un uomo grande e grosso che lo inquieta parecchio si presenta come Barone Siegfried Daner, e dice di essere venuto alla festa in compagnia del Vescovo, suo buon amico. Non sembra avere rapporti con il Barone o con la sua famiglia … e sembra avere un alibi, ma resta comunque un tipo inquietante (NdDM: per altro ben poco ariano: capelli neri e pelle piuttosto scura – tipo ispanico).

 

Restano da controllare ancora una ventina di persone, tra cui ne spiccano quattro: sono tutti dottori, e sono seduti allo stesso tavolo chiacchierando allegramente tra loro. Ma prima di procedere oltre l’ispettore viene interrotto: il laboratorio che ha richiesto è pronto e, volendo si può trasferire il cadavere …

Ma facciamo un attimo un passo indietro e torniamo al piano di sopra, nelle due ore in cui i due poliziotti conducevano i loro interrogatori. I due “feuerbrigade” sono ancora annoiati a fare la guardia ad un cadavere che non dà segni di risveglio … E gli altri stanno frugando nella stanza da letto della vittima. Quello che ci trovano comincia a gettare nuove luci sulla situazione: “… il diario personale della vittima (NdDM: era chiuso con un lucchetto ma è stato forzato col permesso dell’ispettore) rivela una serie di dubbi etici che la vittima aveva sui medici del Reich e la loro etica, nonché frequenti riferimenti ad un certo dottor Plotz e ad alcuni appuntamenti fissati con lui ed annotati sull’agenda; c’è una ricetta per farmaci antidepressivi, gli stessi trovati privi dei dovuti marchi nel bagno, la ricetta risale a circa un mese e mezzo fa ed è completa e valida ed è a firma del dottor Plotz; su una scrivania fanno bella mostra di se i fogli che contengono la “bella copia” di appunti di medicina e di genetica; altri appunti scritti con calligrafia molto più incerta sono stati rinvenuti nascosti nella libreria e coperti con le copertine di diverse riviste “rosa” … saranno almeno un migliaio di pagine di appunti di genetica e cose simili, apparentemente un po’ al limite del lecito; nella stessa libreria, ricca di romanzi noir o comunque a tema “horror” … molto poco femminili, da uno dei libri sopra citati è sbucata fuori una busta sigillata con al suo interno una unica pillola misteriosa … l’agenda personale della vittima con i suoi contatti professionali e/o privati risulta mancante.” Parecchio nuovo materiale d’indagine … in particolare per il medico Kripo. E pensare che tutto è nato dalla sbadataggine del giovane Kripo che ha fatto cadere il libro che nascondeva la pillola e da un colpo di fortuna: una delle “finte riviste” è caduta dalla libreria ed ha mostrato ai due poliziotti il suo contenuto segreto.

 

Quindi tornando “al presente” siamo giunti a questo punto: mentre ci si prepara a spostare il cadavere della giovane vittima al laboratorio fatto approntare in fretta e furia a Monaco, il medico-Kripo va a porgere i suoi saluti ai quattro medici presenti alla festa: scopre così che uno dei quattro è niente meno che il Dottor Kraepelin: la massima autorità del Reich in fatto di MORTI … un uomo molto potente, di quelli da non contraddire mai.
Portando questa rivelazione e questo consiglio all’ispettore, il medico si imbarca assieme ai due “feuerbrigade” sul camion che porterà loro, il cadavere ed i tre agenti di scorta al laboratorio a Monaco. Gli altri tre restano alla villa per concludere i colloqui. Ed ovviamente tocca di nuovo all’investigatore occuparsi delle persone “importanti” lasciando gli altri agli altri due collaboratori.

Così il nostro eroe zoppo si dedica ad una amichevole chiacchierata coi quattro medici che, nemmeno a dirlo, confermano i proprio alibi vicendevolmente … la chiacchierata non è però inutile, oltre al dottor Kraepelin (amico del Barone, ovviamente), sono presenti il dottor Georg Hirmler, l’ormai anziano medico di famiglia del Barone (è sulla settantina) ed i dottori Klaus Munz e Stephan Gorlitz (chirurgo e più anziano il primo, genetista il secondo) che furono docenti universitari della vittima.

 

Ancora niente di fatto … anche se qualche idea comincia a formarsi nella testa dei nostri eroi.

A questo punto, sembra tutto in stallo in attesa degli ultimi interrogatori e delle analisi di laboratorio … quand’ecco il giovane agente Kripo si allontana e si chiude in bagno … qui fa uso delle sue doti nascoste e prova, nuovamente, a contattare le eventuali presenze soprannaturali presenti in casa … sorprendentemente il tentativo ha successo … una voce maschile e profonda gli risuona nella testa:
Qualcuno ha ucciso mia figlia … trovalo … uccidilo … vendica la mia povera figlia … non lasciare che quell’uomo grande e grosso resti impunito!
L’esperienza è traumatica e lascia stravolto ed esausto il nostro giovane agente … ma una nuova luce di risolutezza lo anima.

 


Ed anche la seconda sessione di gioco si è chiusa … cosa succederà la prossima volta?
 

17 Luglio 2012

 

 

20 ottobre 1957: Domenica mattina.

Già ormai è domenica mattina, sono passate le 8:00 … il gruppo è diviso con il medico ed i due feuerbrigade che stanno trasportando la morta al laboratorio approntato per loro, e con l’ispettore (un po’ teso nell’attesa di recarsi alla funzione religiosa che il vescovo gli ha tanto raccomandato) e gli altri due agenti ancora alla villa intenti alle ultime ricerche.

Già! La tensione dell’ispettore è palpabile e per evitare qualsiasi ritardo affida agli altri due gli ultimi controlli e si avvia verso il duomo di St. Michael per assistere doverosamente alla famosa funzione religiosa.
Agli altri due non resta che parlare un’ultima volta con la servitù, un colloquio più tranquillo e meno formale di quanto fatto fino ad ora, poi la stanchezza ha la meglio e, visto che l’ispettore se n’è andato con l’unico mezzo che avevano a disposizione, si accomodo su un divano per riposarsi un po’ e crollano addormentati.

 

Nel frattempo il cadavere e la sua scorta giungono ad un piccolo laboratorio in periferia … una struttura aperta per loro dopo che era stata per lungo tempo chiusa. L’igiene non è granchè, ma ci sono gli ambienti adatti e tutti gli strumenti necessari per l’autopsia e per le indagini “chimiche” (NdDM: manca ancora la perizia calligrafica sulla lettera d’addio). Il medico ed uno dei due feuerbrigade si mettono all’opera … prima cosa: l’autopsia.

La perizia del dottore è adeguata al compito ed il feuerbrigade presente lo assiste per quanto gli è possibile (sempre pronto ad intervenire in caso il morto decida improvvisamente di tentare di rialzarsi dal lettino metallico su cui è stato legato) … il medico comincia le sue osservazioni asportando gli organi … gli ci vuole poco per notare che fegato, milza, cuore e reni sembrano in uno stato di decomposizione leggermente accelerato rispetto al normale … quindi si allarma anzi cede al panico: ha riconosciuto gli effetti di un pericolosissimo veleno e sbraitando coperto di sangue si getta fuori dal laboratorio istruendo gli agenti (della Gestapo di Monaco) lì presenti affinchè trovino il modo di fargli fare una doccia …
Il feuerbrigade non perde tempo … imbraccia il suo lanciafiamme e senza pensarci due volte riduce in cenere cadavere e veleno … non senza notare due piccoli dettagli: il cadavere stava cominciando a muovere lentamente le dita delle mani; ed il cadavere brucia anche meglio del previsto.

 

Seconda fase: le analisi chimiche.
Qui le cose vanno decisamente meglio. Un ripulito dottore si mette all’opera per analizzare il sangue della vittima e la misteriosa pillola …
Il primo risulta, ovviamente, contaminato da abbondanti tracce di veleno: “… i nostri sospetti iniziali erano fondati, ora è certo … ci sono abbondanti tracce di un veleno sintetico prodotto dalla ricerca medica del Reich … un veleno molto efficace … un veleno che rallenta il risveglio e favorisce la carbonizzazione dei corpi … Non deve essere facile procurarselo o produrlo … quando scopriremo chi l’ha usato dovremo chiarire anche dove l’abbai preso …”.
L’analisi della capsula si rivela più complessa: “Aprendo la pillola con attenzione ho potuto notare che al suo interno c’è una miscela di tante piccole “sferette” di sostanze medicinali diverse … alcune sono elementi stimolanti … altre sono sedativi … altre ancora sono ignote. Mi riesce difficile scoprire qualcosa di più sarebbe utile una cavia per testare il farmaco …”. Il medico decide così di procurarsi una cavia … e qui si instaura un curioso siparietto con uno degli agenti Gestapo presenti all’esterno come scorta: il dottore chiede all’agente se sia possibile ottenere una qualche cavia e l’agente comincia ad intavolare una strana trattativa come se il dottore volesse o potesse effettivamente comprare una cavia umana su cui sperimentare il farmaco … la reazione del dottore però è negativa alla proposta che l’agente fa in modo scherzoso, e l’agente stesso chiude la partita dicendo “… ma è ovvio che stavo scherzando! Siamo seri, le sembra che si possano comprare i criminali residenti nelle galere del Reich?!” … La cosa però non finirà lì. Più tardi infatti l’ispettore Manninger passerà in visita al laboratorio e non sollo metterà in contatto il nostro dottore con un altro medico in grado effettivamente di fornirgli una cavia (il nostro dottore alla fine sceglierà una scimmia), ma aggiornato sullo “scherzo” dell’agente suo sottoposto lo solleverà dall’incarico mandando un sostituto.

Nel frattempo, mentre i nostri eroi fanno le loro indagini, la Gestapo di Monaco allestisce per loro non solo il laboratorio con tutte le attrezzature che gli vengono richieste, ma anche dei dormitori nella seconda palazzina del piccolo comprensorio.

 

Ma facciamo un passo indietro e torniamo al nostro Ispettore. Ormai è al duomo e la funziona sta per iniziare …  la chiesa è gremita ben oltre quanto il nostro eroe si aspettasse; tant’è che non trova poto a sedere ma resta in piedi nella mass atra le ultime file. L’attesa per la cerimonia cresce.
E ben presto la liturgia inizia con i solenni canti di un coro giovanile … poi antra il vescovo che comincia ad arringare la folla … poi d’improvviso si interrompe con gli occhi fissi sul nostro ispettore … “Hans …” tuona “… non siamo scortesi, cedi il tuo posto al nuovo ispettore nostro ospite!
Detto fatto un giovane con la divisa della gioventù Hitleriana si alza e fa cenno al nostro eroe affinchè si avvicini e si sieda … L’ispettore non può far altro che accettare ed avanzare lungo la navata centrale verso il posto che gli viene ceduto, il tutto con evidente disagio.
La liturgia può a questo punto riprendere … E la voce del vescovo è talmente convincente ed appassionata da portare alle lacrime di commozione molti dei presenti … anche il nostro eroe, quasi senza rendersene conto, piange!

Dopo quasi due ore la “messa” è finita … ma non c’è pace per l’uomo su cui tanta attenzione è stata portata; in molti si avvicinano a lui, chi per scambiare solo un saluto, chi per presentarsi ed invitarlo nel miglior bordello ariano della città, chi per una semplice occhiata spinta dalla curiosità. Insomma è passato mezzogiorno quando il nostro ispettore si rende conto di aver abbandonato alla villa i suoi due subalterni; si risale quindi in macchina e si riparte per andare a recuperarli.

 

I due rimasti alla villa, nel frattempo, vengono svegliati dai domestici che li invitano a dividere con loro il pranzo … un invito ben accetto che distende ancora di più i rapporti tra i due agenti e la servitù del Barone.

È ormai l’una quando l’ispettore si ripresenta alla villa con “maleducato tempismo”; il Barone infatti si accinge al pranzo e non può fare a meno di invitare l’improvviso ospite … il nostro eroe ha però il buon gusto di rifiutare l’educato ma forzoso invito adducendo motivi di lavoro e scusandosi per aver “abbandonato” lì per tante ore i suoi subalterni. Congedatisi quindi dal Barone nel migliore dei modi i tre ripartono per raggiungere gli altri al “laboratorio”.

 

Il gruppo finalmente si riunisce quando sono circa le due … ed appare ormai chiaro che il laboratorio e la piccola “caserma” di fronte saranno la loro base operativa durante la permanenza a Monaco. Ne segue una immediata riunione per condividere le varie scoperte fatte e per decidere il futuro piano di azione; la riunione viene interrotta dalla consegna della scimmia-cavia al dottore … così è subito chiaro di cosa dovrà occuparsi lui nel pomeriggio (coadiuvato dal solito agente della feuerbrigade). Gli altri tre andranno un po’ in città per scoprire qual cosa di più sul dottor Plotz e sul Barone Daner … le due figure su cui si concentrano in qualche modo i sospetti.

Una piccola nota chiarificatrice. In tutto questo trambusto le indagini varie hanno portato a scoprire alcune cose rimaste insolute finora: Manfred Strohl pare sia l’attuale vescovo della chiesa teutonica a Brema, o perlomeno costui è l’unico Manfred Strohl di cui ci si atraccia nell’anagrafe nazionale a Berlino (contattata telefonicamente); ancora nessuna notizia su chi sia Siegfried A. Herringer; le tre lettere personali ritrovate nella stanza dell’omicidio contengono una serie di lamentale su diversi personaggi identificati solo da nomignoli (spiccano IL VECCHIO DIAVOLO, QUATTROCCHI, IL GRASSOCCIO ed IL VECCHIO MAIALE).

 

Tornando alla narrazione … dicevamo che il gruppo si è di nuovo diviso.
Il dottore, dopo essere riuscito a vicnere un minimo la diffidenza iniziale dell’animale, prova a far assumere alla scimmia un quarto di dose della pillola, nascosta nel cibo che il primate sembra gradire … ma qualcosa non va, probabilmente il fiuto dell’animale è troppo sensibile e la bestia, accortasi del tranello, butta il cibo in faccia al dottore e diventa di nuovo nervosa, sospettosa ed irascibile.
Tienilo fermo mentre io preparo una siringa con la seconda dose e gliela inietto …” è l’ordine del dottore per il feuerbrigade … ma il compito non è facile e l’animale ribelle metta a dura prova la pazienza del poliziotto; finchè l’uomo non perde le staffe e sferra un micidiale destro alla testa della scimmia finendo per tramortirla, quindi si rivolge al medico (sorpreso dalla bizzarra “rissa”) dicendo “Ecco! L’ho sedato!” … Si può quindi procedere con l’iniezione ma non sembra aver fatto nessun effetto sull’animale, se non forse un leggero affaticamento (ma anche la rissa forse ci ha messo del suo) ed un attacco di fame.

Non sapendo che altro fare i due cominciano a sfogliare le centinaia di pagine di appunti della ragazza recuperati tra lo studio e la camera da letto: obbiettivo delal ricerca è cercare di scoprire qualche indizio su quali fossero i progetti su cui la giovane lavorava e su chi potesse essere coinvolto in questi progetti … il dottore, infatti, ha cominciato a pensare che forse l’omicidio è nato nell’ambiente di lavoro della giovane. La ricerca non è molto fruttuosa, appare però chiaro che la ragazza ha partecipato in qualche modo ad una qualche fase del progetto Sigfrido per la creazione dei super-bambini ariani.

 

Gli altri tre si recano subito alla sede locale degli archivi a cercare notizie sui due “sospetti”: il dottor Plotz è a tutti gli effetti uno psicologo, niente precedenti penali (se non un paio di segnalazioni per ubriachezza di qualche anno prima) ed è facile rintracciarne l’indirizzo; il Barone Daner è stato coinvolto in qualche rissa o scaramuccia ma ne è sempre uscito pulito come se fosse lui la vittima; pare anche sia un giornalista locale per il giornale del regime: il Reichwerheit.
A questo punto l’ispettore decide di andare a fare una visita al dottor Plotz e, nel mentre, di comprare una copia del quotidiano nella speranza di trovare qualche indizio utile nella cronaca locale. Vana speranza … oggi non c’è nessun articolo a firma di Daner.

La visita al medico è cortese. L’uomo è ovviamente a disagio a colloquio con la Gestapo, ma evidentemente all’oscuro della morte della giovane, descrive con ricchezza di particolari il suo rapporto di amicizia con la vittima, le ultime cose che gli aveva confidato, le ansie, la malattia e via dicendo. I tre agenti non gli dicono che la giovane è stata uccisa e, quando se ne vanno, sembrano abbastanza convinti dell’innocenza del dottore.

 

L’unica pista rimasta è Daner.

E qui finisce la terza sessione … 

24 Luglio 2012

 

 

20 ottobre 1957: Scontro a FUOCO.

Sono le 18:30 quando il gruppo è di nuovo riunito nella piccola caserma che è stata loro assegnata come base operativa. Giusto il tempo per una cena ed un breve briefing sui progressi fatti nell’indagine fino a questo punto … poi non resta che concedersi un po’ di sonno, dopotutto c’è chi ha pisolato un po’ ma c’è anche (e soprattutto) chi non chiude occhio da più di 24 ore.
Non resta che ridare corrente al vecchio recinto elettrificato e lasciarsi andare ad un buon sonno ristoratore, almeno per qualche ora, con le spalle coperte da quattro Gestapo costantemente in ronda attorno all’edificio … peccato che il vecchio impianto non fosse proprio in perfette condizioni ed un leggero contatto abbia lasciato una leggera ustione sulla mano di uno dei due “feuerbrigade” che si era preso la briga di attivare il contatto.

È circa l’una dopo mezzanotte quando in tre si svegliano (il medico, l’agente Kripo ed l’agente Gestapo) a causa del rumore prodotto da un veicolo in movimento molto vicino alla piccola caserma …

 

È buio pesto! Un buio che sembra “sbagliato” … le poche luci che filtrano dalle finestre sono molto lontane … senza accendere le luci i tre si concentrano sui rumori: niente di fatto, se c’era qualcosa è sparito … l’ex soldato allunga la mano e raccoglie il fucile, “… non si sa mai!” … l’altro agente sveglia l’ispettore che, senza pensarci due volte, prende il suo fischietto e lo usa per richiamare a se le guardie di sentinella … nessuno risponde … Intanto l’ex soldato raccoglie una torcia elettrica e la accende per fare un po’ di luce sulla situazione …

E si scatena l’inferno!

 

Una mitragliatrice comincia a vomitare fuoco contro la casermetta dove alloggiano i nostri eroi … i muri resistono … le finestre no … e mentre tutti si mettono al riparo l’ispettore (zoppo) è troppo lento e viene colpito al torace, per sua fortuna solo da un proiettile di rimbalzo. Ma presto il fuoco cessa … il rumore non lasciava dubbi la mitragliatrice si è inceppata …
Il giovane agente Kripo non si perde d’animo … si alza di scatto, si sporge dalla finestra e spara verso la direzione da cui credibilmente arrivavano i colpi … un urlo indica un centro … ma nemmeno lui sa chi o cosa abbia colpito.

Comunque sia questa azione avventata dà il via alla reazione dei nostri eroi: mentre i due Kripo e l’ex soldato cominciano a rispondere al fuoco dalle finestre, il prode “feuerbrigade” imbraccia il suo fido lanciafiamme e si getta fuori dalla palazzina …
La prima vampata illumina due avversari armati di mitra, mentre dal cancello comincia ad allontanarsi un autocarro … purtroppo il getto di fiamme è troppo “corto” per centrarne almeno uno …

 

I due “nemici” rispondo al fuoco … una raffica di mitra dentro la caserma da una finestra ed una direttamente contro al nostro lanciafiamme: la prima va a vuoto causando fondamentalmente solo un po’ di panico; la seconda invece fa centro … il giovane “feuerbrigade” viene centrato alla testa … una brutta ferita!

La reazione dei nostri è violenta ed efficace … un paio di colpi feriscono l’avversario che ha appena mitragliato il feuerbrigade”, ma risultano inutili quando è proprio lui in un impeto di rabbia a puntare la lancia della sua arma e a trasformare in pochi istanti un uomo armato in una torcia umana …
Esausto e gravemente ferito si ritira dentro l’edificio … spegnendo il lanciafiamme si lascia cadere a terra seduto con un unico pensiero, accendersi una sigaretta e prendere la pistola d’ordinanza per sparare a chiunque tenti di entrare dall’unica porta.

 

L’altro “nemico” si fa più spavaldo, forse accecato dalla rabbia, ma più probabilmente instupidito dall’uso di qualche droga (come ha il tempo di notare il giovane Kripo) … si avvicina alla prima finestra e spara dentro trovandosi faccia a faccia con l’agente Gestapo … la raffica per un attimo sembra colpirlo alla testa, in realtà si schianta sul muro finendo solo per stordire e far cadere a terra il nostro eroe …

Altri spari … pistole, mitra e fucili che si inceppano … l’ispettore che cerca di distrarre il nemico attirandolo col suono del fischietto … niente di fatto … il “nemico” si sposta … prende di mira il medico e lo centra con una raffica alla gamba sinistra … il vecchio è a terra, ma questo lascia linea di tiro libera al giovane Kripo ed all’ex soldato … pochi colpi ancora e mentre il primo ferisce ad un braccio il suo avversario, il colpo di luger del secondo il braccio lo stacca del tutto, ed il “nemico” cade a terra morto.

Lo scontro sembra finito … ma a che prezzo?

Uno dei due “feuerbrigade” è gravemente ferito alla testa; il medico Kripo è seriamente ferito alla gamba; l’ispettore ha una ferita (non troppo grave per sua fortuna) al petto. E nonostante tutto si ha la sensazione che potesse finire molto ma molto peggio!

 

E non è ancora finita ...

Il medico, pur ferito, richiede a gran voce che si chiami un’ambulanza e si trascina fino al cospetto dell’amico “feuerbrigade” per controllare le sue condizioni, che appaiono inevitabilmente molto gravi. Purtroppo non può fare altro che applicare un bendaggio di emergenza per arrestare l’emorragia … non resta altro che aspettare i soccorsi e sperare per il meglio.

 

Gli altri si prodigano a cercare qualche risposta nei cadaveri degli assalitori (o meglio in ciò che ne resta) … solo l’ex soldato fa in tempo a scorgere in distanza un camion che svolta velocemente allontanandosi dalla caserma … dei quattro agenti Gestapo di guardia, nessuna traccia.

L’unico cadavere rimasto integro porta con se poche informazioni; queste sono le osservazioni del nostro ispettore: “… era un uomo dalla pelle scura … italiano, zingaro o ispanico. Ha indosso un giubbotto antiproiettile … un oggetto artigianale ma senza dubbio efficace … i due mitra sono armi tipicamente in dotazione all’esercito o a noi Gestapo, ma non è impossibile procurarseli al mercato nero … e questi due in particolare hanno tutti i numeri di serie limati. Nel portafoglio ci sono 15 marchi … ed i documenti di Kurt Gneisser … bisognerà approfondire anche se temo siano falsi …”.
Detto, fatto! L’ispettore si attacca al telefono per scoprire che fine abbiano fatto le guardie e per richiederne di nuove (assieme ad un elettricista) oltre che per richiedere informazioni su Kurt Gneisser. Intanto gli unici due in piedi si apprestano a bruciare alla svelta anche il secondo cadavere, prima che si rialzi e che diventi nuovamente pericoloso.

 

Passa una decina di minuti … arriva l’ambulanza che carica i due feriti gravi per trasportarli al vicino Ospedale di “Santa Maria del Reich”. Arrivano intanto altri 6 agenti Gestapo per riprendere la sorveglianza.
L’elettricista, due guardie ed il nostro ex soldato si allontanano verso la più vicina cabina di derivazione per vedere se è possibile riattivare la corrente … gli altri cercano di ributtarsi a letto per riposare un po’, ma solo dopo aver saputo che Kurt Gneisser è un ricercato per ricettazione, furto, mercato nero ed altre cose simili, e che la sua descrizione coincide abbastanza con l’uomo che li ha presi a mitragliate; ancora nessuna notizia dei quattro uomini di guardia scomparsi nel nulla.

Solo verso le 5:00 i quattro “elettricisti” rientrano alla base col guasto riparato, è evidente che si è trattato di un sabotaggio: un guasto non difficile da ripare ma sicuramente nemmeno veloce … anche per il nostro ex soldato è l’ora di un po’ di meritato riposo.

 

Verso le 9:00 l’ispettore e l’agente Kripo si svegliano per riprendere le indagini … ma sono scossi e decidono da un alto di prendersi la mattinata per riassumere un po’ quanto scoperto fino ad ora, dall’altro di lasciare che il vecchio soldato si riposi ancora un po’ dato che in effetti è quello che ha dormito di meno.

Il riassunto fatto dall’ispettore (per ora solo di fronte al giovane Kripo) suona più o meno così: “… è evidente che noi siamo stati chiamati e portati via da Berlino fin qua perché le persone coinvolte in questo caso sono tutte molto ... troppo influenti! La donna è stata uccisa col veleno, un veleno potente, che rallenta il risveglio … forse l’assassino voleva stare tranquillo mentre metteva in scena il suicidio … Ecco questo è un altro punto dolente: perché la messinscena? Sono bastate delle semplicissime indagini di routine per smascherarla … ci deve essere qualcosa sotto. Poi … Le uniche cose strana ritrovate nella villa sono legate immancabilmente al mondo medico o più in generale alla ricerca medico-scientifica … ed anche questo non può essere un caso. Forse la giovane ha scoperto qualcosa che non doveva …
Come se tutto ciò non bastasse abbiamo poche tracce: un numero di telefono che sembra non essere registrato da nessuna parte ma che, effettivamente, suona;abbiamo dei nominativi alcuni inconcludenti altri che riconducono a grosse personalità altri ancora che risultano al momento essere i nostri principali sospettati, Daner ed il dottor Plotz.
Dobbiamo ancora far fare una perizia calligrafica … ed abbiamo dei numeri da decodificare … ma, alla luce dell’attacco di stanotte, non sappiamo se possiamo fidarci di qualcuno qui a Monaco … anche se in effetti ci hanno dato tutto ciò che abbiamo richiesto.
E ancora … veniamo all’attacco di stanotte … erano almeno in quattro: i due che abbiamo eliminato, quello che stava alla mitragliatrice e che probabilmente tu hai ferito e quello che stava alla guida del furgone. Sono certamente legati agli ambienti del mercato nero, se non altro a giudicare dagli equipaggiamenti che avevano in dotazione … e la cosa mi piace poco. E questo è più o meno tutto! Che si fa ora?

A questo punto, non si sa bene dove, nasce una nuova idea: se è vero che il giovane Kripo ha colpito e quindi ferito un terzo uomo, questi deve essere stato curato … non resta che richiedere alla Gestapo locale la lista dei ricoveri ospedalieri per ferita arma da fuoco nella notte passata (compresi naturalmente i rapporti per l’eliminazione di eventuali cadaveri) … ci vorranno alcune ore ma si può fare.

 

Intanto passano le 11:00 e si decide di risvegliare il vecchio soldato, che se la dorme della grossa nonostante sia agitato e sembri in preda agli incubi. L’ispettore si avvicina e lo scuote … l’altro si risveglia e con lo sguardo allucinato afferra il fucile e lo punta in faccia al suo superiore, per poi riprendersi immediatamente e salutarlo con un “Buongiorno signore!” mentre abbassa l’arma.
Nonostante la cosa sia strana nessuno dice niente, o meglio l'ispettore si limita a commentare "... sono felice di vedere i suoi riflessi così pronti appena sveglio!" … e si riprende il lavoro: un veloce pranzo, ed una nuova riunione per decidere una strategia … in pratica un paio d’ore durante le quali il nostro vecchio soldato riesce a riparare il suo fucile (che si era rotto durante la battaglia notturna) … ed intanto arriva la risposta della Gestapo sui ricoveri ospedalieri per ferita da arma da fuoco: non ne risultano né di vivi, né di morti. La cosa è sospetta secondo l’ispettore, è possibile che siano gli stessi ospedali a nascondere qualcosa  … potrebbe essere una buona idea andare di persona all’ospedale più vicino a controllare.

Così i tre salgono sul loro camion assieme ad un agente Gestapo che gli fa da autista … si mettono in moto ma da subito uno strano rumore metallico non convince i nostri eroi … “Fermati e diamo un’occhiata!” intima l’ispettore, nonostante lui sia personalmente poco convinto …
Il rumore metallico, non proprio un ticchettio, ma qualcosa di molto simile c’è … e quindi è meglio allontanarsi dal mezzo e bloccare la strada al traffico alle due estremità; da una parte (verso la vicina caserma) vanno l’ispettore e l’ex soldato; dall’altra l’autista-agente Gestapo ed il giovane agente Kripo.
L’ex soldato sfrutta il mirino telescopico del suo fucile per controllare il fondo del camion … ed ecco che fa capolino sotto la cabina di guida un “pacco misterioso” attaccato alla carrozzeria. 

Passano alcuni minuti in attesa che succeda qualcosa … sono tutti convinti che si tratti di una bomba.

 

Deve essere una bomba! Vado a chiamare gli artificieri …” esclama all’improvviso l’ispettore mentre si incammina verso al base … ma non fa che pochi passi ed il potente ordigno esplode …

KABOOOOOM!

 

Una voragine di qualche metro si apre sulla strada … un edificio vicino (abbandonato da tempo e fatiscente) crolla parzialmente … e sia l’ispettore, sia il giovane Kripo vengono sbalzati violentemente a terra ed assordati dall’esplosione.

Non resta che tornare alla caserma …

 

Così finisce la quarta sessione … una sessione di fuoco!
 

31 Luglio 2012

 

 

21 ottobre 1957: Ospedale.

È un tranquillo lunedì pomeriggio di fine Ottobre, o almeno lo sarebbe se i nostri eroi non fossero appena usciti vivi dall’esplosione del loro camion. Tornati in caserma sono comunque tutti dubbiosi sul da farsi, anche perché non hanno avuto notizie dei due compagni feriti. L’ispettore, da par suo, prende un minimo in mano la situazione e manda a chiamare una squadra locale di agenti, possibilmente Kripo, ed un nuovo mezzo di trasporto per la squadra berlinese.

Poi ha una illuminazione. Decide di fare un nuovo controllo con gli ospedali di Monaco per verificare se effettivamente nella notte non sia stato ricoverato NESSUNO con ferite da arma da fuoco: “… e la cosa non è possibile dato che, a quanto ne sappiamo sia il nostro medico, sia l’agente-piromane hanno subito ferite di quel genere … ed i soccorritori hanno detto che li avrebbero portati all’ospedale più vicino! Qualcuno vuole prendersi gioco di noi … ma non sanno con chi hanno a che fare!”
Il nuovo controllo, effettuato telefonicamente grazie alla collaborazione di un diverso agente locale (NdDM: diverso rispetto al primo controllo) ha comunque lo stesso esito: nessun ricoverato vivo o morto che fosse per ferite da arma da fuoco in nessun ospedale di Monaco. “A questo punto è ovvio che nascondono qualcosa!
E così, con un nuovo autocarro a loro disposizione, i nostri eroi decidono di raggiungere l’ospedale più vicino per cercare di chiarire un po’ la situazione, anche perché c’è una nuova ipotesi che comincia a farsi strada nelle menti dei nostri poliziotti: “… se per caso fosse vero che in nessuno ospedale cittadino è stato ricoverato qualcuno con ferite da arma da fuoco, allora i nostri due colleghi sono scomparsi nel nulla … cose che succedono nel Reich, ma quando succedono così “vicine” è veramente un bruttissimo segno!”.

 

 

Facciamo un passo indietro di qualche ora … e torniamo sull’ambulanza che preleva i due feriti dalla piccola caserma di periferia. È lampante che il “feuerbrigade” colpito alla testa sia il più grave dei due feriti, infatti non appena giunti all’ospedale viene immediatamente trasferito in una sala operatoria di emergenza dove l’eminente dottore Georg Kurtz si prenderà cura di lui.
Il nostro dottore, invece, rimane in attesa con una semplice medicazione d’emergenza applicata alla gamba per qualche tempo … forse un paio d’ore … tempo in cui la noia ed il dolore lo rendono un paziente difficile (come se non bastasse il suo essere dottore). Tempo però che gli vale anche un colpo di fortuna. Assiste infatti a parte di uno strano scambio di opinioni (litigata mi sembra eccessivo) tra una dottoressa (tale Anna Deghart) ed un uomo misterioso che, a conti fatti, le impone di applicare una sorta di “eutanasia forzata” ad un paziente appena da poco ricoverato (giunto in ospedale poco tempo prima dei nostri due eroi) … la dottoressa acconsente malvolentieri quindi esce dalla stanza dove giace il neo-cadavere per avvisare, come di dovere, la toten-polizei. Finalmente arriva anche il turno del nostro dottore di farsi medicare a dovere; ma passando lungo il corridoio verso la sala operatoria a lui destinata ha ancora un colpo di fortuna e riesce a vedere a terra nella stanza del morto oggetto della lite quello che sembra essere un giubbotto antiproiettile. La situazione è strana ma, al momento, il dottore è troppo preoccupato per la sua gamba per porre la dovuta attenzione a questi piccoli dettagli … e la preoccupazione aumenta nel momento in cui si rende conto che a prendersi cura di lui sarà proprio la dottoressa Deghart. Si noti che il problema non è la potenziale inaffidabilità e/o pericolosità della donna, bensì il fatto che sia una donna; cosa che al nostro dottore maschilista dà fastidio.

Però … eh già, non poteva mancare un però!

Però la cosa si rivela a modo suo positiva: la donna (tra i 40 ed i 50 anni) sembra essere colpita ed affascinata dal nostro eroe; inoltre vedendo che è medico oltre che poliziotto lo tratta con tutti i riguardi possibili: evita di addormentarlo permettendogli di “assistere” alla medicazione del caso, gli fa preparare una stanza singola nella parte d’elite dell’ospedale, e gli fornisce un po’ di materiale da leggere (testi di genetica) con cui impiegare il tempo. Come se ciò non bastasse si reca a fargli visita diverse volte dalla medicazione alla fine del suo turno, ed oltre … ben di più del suo dovere!

Tornando al presente …

 

Sono circa le 15:30 quando gli altri giungono all’ospedale “Santa Maria del Reich”. L’investigatore entra portando con se il giovane agente Kripo; gli altri due il “feuerbrigade” ed il reduce, restano di guardia al camion per evitare altri spiacevoli inconvenienti esplosivi. Il primo colloquio avviene tra il nostro prode investigatore ed un arrogante giovane medico. Il medico non si rifiuta certo di aiutare la Gestapo, ma fa di tutto per mostrarsi scocciato ed infastidito, ed alla prima occasione scarica i nostri “rompiscatole” sulle spalle di una povera infermiera che dovrà farsi in quattro per assecondare le loro richieste.
La situazione è abbastanza complessa e contorta, nonostante ciò l’ispettore riesce comunque ad ottenere qualche notizia utile:
• I suoi due sottoposti sono effettivamente ricoverati lì; stanno entrambi bene, ma solo il dottore può ricevere visite, il “fuerbrigade” è ancora sedato.
• Oltre a loro ci sono solo altri due ricoveri notturni; due giovani feriti uno alla spalla (ancora vivo ed incosciente) ed uno al torace (morto sotto i ferri).
• Da un’analisi del ricoverato ferito alla spalla sembrerebbe effettivamente una ferita da arma da fuoco, ma non sarà possibile interrogarlo fino a che non si sveglierà.
• Il secondo è stato portato lì da Melman Gosser un diacono della chiesa teutonica che ha dichiarato di averlo trovato ferito e riverso sugli scalini della piccola chiesa del loro convitto.
• I medici del turno notturno erano il dottor Georg Kurtz (che ha smontato da pochissimo, solo alla fine dell’intervento sull’eroe mortalmente ferito) e la dottoressa Anna Deghart (che si è occupata dell’altro eroe). Entrambi hanno ormai smontato servizio.

Quindi non resta che fare una visita veloce al collega medico-Kripo per vedere come va e poi fare una visita un po’ più lunga alla vicina caserma della toten-polizei per vedere se lì si potrà scoprire qualcosa sul secondo ferito della notte.

Nel frattempo i due agenti di guardia al camion fanno conoscenza con un’infermiera dall’aria stanca che si avvicina per vedere se le offrono una sigaretta (i due stavano fumando appoggiati al furgone). La donna racconta loro di aver assistito un famoso chirurgo locale (il dottor Kurtz) nel lungo intervento per salvare la vita ad un poliziotto ferito … intervento andato a buon fine solo grazie alla meravigliosa tecnica ed alla grande esperienza del dottore. Così tra una chiacchiera e l’altra i nostri scoprono che l’eroico poliziotto ferito altri non è se non il loro compagno, e riescono addirittura ad ottenere un incontro per cena in una piccola birreria con l’infermiera che farà di tutto per portare un’amica per il nostro vecchio ex-soldato (a quanto pare anche il giovane “feuerbrigade” ha fatto colpo).

 

Si va così alla caserma della toten-polizei … non prima che il nostro agente Gestapo faccia il suo rapporto all’investigatore su una possibile macchina sospetta di colore blu che è passata più volte davanti all’ospedale; e l’ispettore prende nota.
La caserma della feuerbrigade è come al solito attaccata all’ospedale. Stavolta entrano tutti, ma ben presto da un lato la puzza di kerosene scatena brutti ricordi nella mente del nostro reduce di guerra lasciandolo imbambolato per un po’, dall’altro pare che la disciplina e le buone maniere lascino molto a desiderare; l’ispettore quindi manda il reduce e l’agente Kripo a far la guardia al camion e si fa accompagnare solamente dall’unico dei suoi due agenti-piromani ancora in piedi; ritiene sia più adatto lui ad aver a che fare con questi in genere strani poliziotti.
Anche in questo caso la fortuna ci mette lo zampino … il forno crematorio è fuori uso a causa di uno scherzo (il famoso “Hotto Hindemburg”) finito in tragedia … e finito con un portello divelto ed un novellino morto. Il forno non funziona, si diceva, quindi i due cadaveri da smaltire giacciono in attesa in una cella frigorifera … l’ispezione analisi del cadavere con la misteriosa ferita al torace si rivela proficua: la ferita da taglio che mostra, simile ad un colpo di accetta, è un tentativo di dissimulazione di una ferita da arma da fuoco e la scheggiatura dello sterno ad opera di un proiettile calibro 9 mm è ben visibile … e compatibile con il presunto “colpito” dal nostro giovane agente Kripo.
Le indagini proseguono nella direzione giusta …
Nei poveri effetti personali del morto gli eroi recuperano un gruzzoletto di poco meno di 400 marchi in banconote di piccolo taglio, cuciti all’interno dei pantaloni e nascosti così bene che anche gli avidi agenti della toten-polizei se li sono lasciati scappare.

Ormai è tardi … sono circa le 18:00 … e la maggior parte dei nostri eroi decide di prendersi una serata un po’ più libera e rilassante in accordo e con il permesso dell’’ispettore. Il “feuerbrigade” sano ed il nostro ex soldato tornano in caserma, si cambiano i vestiti ed escono per il loro romantico appuntamento in birreria; l’ispettore dal canto suo espleta le ultime formalità e poi si dirige ad uno dei tanti bordelli del Reich, uno di cui ricorda di aver visto una pubblicità tempo prima sul giornale … per rilassare la mente, dice lui; il giovane Kripo, invece, non si dà per vinto e prova una nuova pista: il diacono della chiesa teutonica.

 

E così mentre gli altri si divertono, il giovane si dedica a nuove indagini: raggiunge senza difficoltà il presunto luogo di ritrovamento del cadavere … nessun segno di lotta o tracce di sangue; quindi si reca al vicino convitto dove chiede di esaminare il furgone in loro dotazione (privo anch’esso di qualsiasi traccia) e di parlare con il diacono Melman Gosser, che però risulta inesistente. Sorprendentemente uno degli ospiti del convitto si offre di fare un paio di telefonate per chiedere di Gosser ad altri convitti di Monaco; anche questa pista sembrerebbe portare ad un nulla di fatto se non fosse che il nostro eroe riesce a captare il fatto che la prima telefonata è stata fatta direttamente al vescovo (o per lo meno a qualcuno che il giovane diacono chiama “eminenza”). Un nuovo dubbio si forma nella mente del Kripo che, a questo punto se ne va …
Per strada però, tornando verso la caserma prima che scatti il coprifuoco, si sente seguito e con un piccolo stratagemma mentre mangia qualcosa in un locale se ne accerta con sicurezza. Purtroppo il locale non ha posti letto, il nostro eroe dovrà quindi arrangiarsi come può per tornare non visto alla caserma. E così si dà da fare. Riesce a sfruttare un paio di vicoli per nascondersi, non visto, su una impalcatura così’ da poter controllare un po’m l’identità dei suoi inseguitori: uno non lo conosce, ma l’altro è certo di averlo visto di sfuggita dentro al convitto.

Fatto ciò rientra in caserma dove trova il solo ex-soldato, evidentemente troppo taciturno o troppo “anziano” per piacere all’amica dell’infermiera. Così si scopre che, invece, il “feuerbrigade” è ospite della giovane infermiera, mentre l’ispettore se la spassa in un costoso bordello bavarese, impegnato in un altrettanto costoso “menage a trois”!

 

E così finisce questa quinta sessione.
 

NOTA: il famoso Hotto Hindemburg!

Hotto Hindemburg è lo scherzo tradizionale fatto alle giovani reclute della toten-polizei dai compagni più anziani. In pratica si tratta di dare ordine ad una recluta, di solito all’ultimo arrivato di una caserma, di smaltire bruciandolo un cadavere senza avvertire il malcapitato del fatto che il cadavere ha le viscere gonfiate con un po’ (a discrezione di chi lo prepara) di gas infiammabile. L’esplosione che ne segue è immancabile e la reazione della vittima sarà fonte di ilarità per tutta la caserma fino al prossimo Hotto.
In realtà la cosa ha anche un suo fondamento di addestramento … la recluta da un lato deve esser pronta ad ogni sorpresa, dall’altro dovrebbe saper sentire la presenza del gas infiammabile e quindi prendere le dovute precauzioni. Naturalmente la “didattica” ormai è diventata più che altro una scusa … ed Hotto è ormai diventato una tradizione.

 

 

07 Agosto 2012

 

 

21 ottobre 1957: Il prigioniero.

La notte di lunedì passa senza problemi sia per chi è in caserma, sia per chi è ancora ricoverato in ospedale, sia per chi in un modo o nell’altro se la spassa in dolce compagnia.

Arriva il martedì mattina. La parte sana del gruppo si riunisce per le 8:00 circa e mette a punto una nuova strategia: la pista del convitto della Chiesa Teutonica sembra promettente e potrebbe valere la pena provare a seguirla per un po’ “… dopotutto non è normale che dei chierichetti troppo cresciuti si mettano a pedinare un agente della Gestapo …”. Forte di questa convinzione l’ispettore decide che sarà il caso di trovare uno dei due “pedinatori” e prelevarlo (con le buone o con le cattive) affinchè risponda alle dovute domande del caso.

 

Ma prima è meglio fare una corsetta all’ospedale per sincerarsi delle condizioni dei due feriti: il dottore-kripo è praticamente a posto e potrebbe essere dimesso in giornata (in realtà è lui stesso a non volerlo per aspettare la dottoressa Deghart ed i libri che lei gli ha promesso); i tempi previsti per il recupero del “feuerbrigade” sono più lunghi ed una dimissione è impossibile almeno per un paio di giorni (fermo restando che la guarigione completa necessiterà di tempi un po’ più lunghi e che il suo volto rimarrà segnato da una vistosa cicatrice). Le notizie dunque sono confortanti da un lato (entrambi gli uomini sono sani e salvi) ma deludenti per quanto riguarda i tempi di recupero previsti. Il primario, il dottor Kurtz, parla apertamente con l’ispettore dicendogli di aver ricevuto una telefonata da Berlino affinchè i feriti vengano trattati e curati nel migliore dei modi (da lui in persona) ma anche affinchè siano dimessi e rimessi in servizio il prima possibile. Il dottore ci tiene a precisare che nonostante le pressioni dall’alto, nell’ospedale è lui che comanda e che decide quando dimettere i pazienti. L’ispettore saggiamente non obbietta.

È dunque metà mattina quando i quattro poliziotti in forze mettono in atto il loro piano per “prendere” uno dei due inseguitori: si appostano (a piedi) nei pressi del convitto ed attendono che il giovane Kripo riconosca il suo assalitore tra le persone che entrano ed escono dall’edificio del convitto.
Passano un paio d’ore nell’attesa ed in tensione e finalmente il bersaglio è in vista. L’agente Gestapo gli si mette alle calcagna ed al momento giusto lo trascina di peso dentro un vicolo dove l’ispettore ed il “feuerbrigade” sono in attesa. E proprio l’ispettore accoglie con due pugni alle reni il prigioniero (tra lo stupore delle seppur poche persone che assistono alla scena) e poi cerca di giustificarsi urlando “Ti abbiamo preso maledetto papista!”.

 

Si torna così alla caserma col prigioniero bendato che viene rinchiuso nella sala destinata alle autopsie. E cominciano la perquisizione e l’interrogatorio. Tra gli averi che il “diacono” ha con se spicca un portafoglio cin poco meno di 1000 marchi in banconote di grosso taglio; “… troppi soldi per fare semplicemente la spesa …” secondo l’ispettore. Quando poi viene il momento delle domande, il prigioniero, palesemente spaventato dai suoi carcerieri, collabora docilmente quando si tratta di rivelare informazioni personali, nega con forza di essere un papista e proclama a garn voce la sia fede nel Reich e nella Chiesa Teutonica, ma tace caparbiamente quando gli vengono fatte domande sul pedinamento, sulla chiesa teutonica, sul vescovo Spitzemann e su cose simili.
I nostri eroi cominciano a perdere la pazienza … provano con le minacce ma non ottengono nessun effetto … stanno pensando di passare alle maniere forti, quando l’ispettore ci ripensa, fa chiudere il prigioniero a chiave e telefona all’ospedale chiedendo del “suo medico”. La nuova idea che gli è balenata in mente è il siero della verità così si sincera che il dottore lo possa procurare e lo sappia usare.

Nel frattempo all’ospedale … Il nostro medico-kripo incontra la sua amica dottoressa che gli presta i libri che voleva e che gli raccomanda di passarla a trovare (anche a casa) per restituirglieli quando avrà finito di leggerli … il medico è lusingato di tali attenzioni e non si fa sfuggire gli ammiccamenti della collega.
Decide quindi di farsi dimettere per rimettersi al lavoro con le sue indagini scientifiche, ed è proprio in questo momento che giunge la telefonata dell’ispettore. I due si accordano per un nuovo colloquio col dottor Kurtz per farsi procurare il siero della verità da utilizzare nell’interrogatorio; il primario non rifiuta ma scarica comunque (e per iscritto) ogni responsabilità sui nostri due eroi (specialmente sull’ispettore).

 

Si torna alla caserma.

E, dopo un ennesimo tentativo fallito di minaccia psicologica, si ricorre al primo dei due farmaci recuperati in ospedale per tentare di estorcere la verità … il siero fa effetto ma il prigioniero è evidentemente molto disciplinato e continua a non rispondere alle domande più scottanti (gli argomenti di cui sopra) farfugliando altre verità per lui scomode al posto delle risposte cercate dai nostri eroi … lo sapevate, ad esempio, che ha bagnato il letto fino ad oltre otto anni compiuti?

 

Un buco nell’acqua!

L’ispettore non sa più cosa fare … secondo il medico-kripo bisogna aspettare almeno qualche ora prima di provare il secondo farmaco (se si vuole evitare di mettere troppo a rischio la vita del prigioniero) … però ormai è da diverse ore che il diacono è sparito e chiunque saprebbe fare due più due e concludere che è stato “preso” dalla Gestapo (nella fattispecie proprio dai nostri eroi) … quindi la situazione è più rischiosa del previsto! Ma non c’è problema. In un impeto di risolutezza l’ispettore si fa portare nuove dotazioni (mitragliatrici MG, sacchetti di sabbia e due motociclette) per rinforzare le difese; e con  lo stesso obbiettivo dà anche ordine alle guardie di non far entrare nessuno all’interno del recinto della caserma, “… non dovrà passare nessuno di qui è chiaro? … Ed intendo proprio nessuno a prescindere dal suo grado militare … o anche non militare … Nessuno!”, previa sua autorizzazione.

 

Precauzioni inutili? Potrebbe sembrare così ma in effetti gli accadimenti della notte danno ragione al nostro vecchio zoppo: all’improvviso una granata esplode lungo la recinzione (due delle guardie vengono solo leggermente ferite da qualche scheggia) … è stata lanciata dal pilota di una moto. Le guardie reagiscono sparando e colpiscono a morte l’autore dell’attacco esplosivo.

Scatta l’allarme … l’ispettore torna dal prigioniero (svegliato dall’esplosione) e prova a minacciarlo ma ottiene ben poco se non la conferma che è evidentemente implicato in qualcosa dato che, ad un certo punto commenta “Certo per loro sarei un problema si da morto che da vivo … e non so se lo sarei più in un senso o nell’altro!” … non dice di più; non si sbilancia a dire chi siano “loro” …

 

Bisogna quindi correre a controllare il nuovo cadavere … il gruppo si muove (senza il medico-kripo) ancora impedito nei movimenti dalla ferita subita. Il motociclista è ariano; non ha con se né portafoglio né documenti, solo una specie di lanciagranate (NdDM: un’arma simile ad un P.I.A.T. inglese ma di sicura fabbricazione tdesca), una pistola luger, una moto senza targa ed un abito civile di poco valore … le armi hanno i numeri di identificazioni limati … Altri misteri!
Mentre il “feuerbrigade” (che si è mosso senza il fido lanciafiamme) si accinge a legare il morto per trasportarlo in caserma ed eliminarlo definitivamente, il morto si comincia ad agitare, spezza le corde e morde l’aria ad un palmo dalla faccia del nostro eroe: un risveglio rapido … un risveglio “feroce”.
La vista dell’abominio gela il sangue ai presenti e solo l’ispettore mantiene un minimo il controllo … non del tutto però dato che, dopo che il “ferox” ha azzannato alla spalla il “feuerbrigade”, con un gesto del tutto inaspettato e per niente prudente gli ficca la pistola in bocca e fa fuoco … metà del cranio del morto esplode … ma questo non basta a fermare la sua cieca ferocia … E non è sufficiente neppure il poderoso colpo d’ascia che in pratica squarcia il petto del nemico inferto dal nostro “feuerbrigade” … il morto si prepara ad un nuovo morso famelico contro il malcapitato eletto a sua vittima ma non riesce a portarlo a buon fine … la sua testa esplode definitivamente colpita a dovere dalla fucilata del vecchio cecchino.
A questo punto bastano pochi colpi di ascia a fare a pezzi il morto … poi non resta che recuperare un bel po’ di kerosene per liberarsene definitivamente. Una brutta esperienza che però non ha lasciato dietro di se grandi ferite …

Ormai nessuno riesce più a chiudere occhio e quindi l’ispettore opta per un interrogatorio notturno … viene preparato il secondo siero della verità e viene iniettato al prigioniero … questa volta sembra fare effetto completamente …

 

… così finisce la sesta sessione … dovrete aspettare la prossima sessione per la rivelazione di  scottanti verità …
 

21 Agosto 2012

 

 

23 ottobre 1957: Verità e verità.

Sono circa le quattro del mattino di mercoledì quando l’ispettore e gli altri membri della “squadra speciale” cominciano l’interrogatorio del loro prigioniero sottoposto al siero della verità. Questa volta non ci sono resistenze, il giovane diacono della chiesa teutonica vuota il sacco … è stato il vescovo in persona ad ordinare a lui ed ai suoi confratelli di pedinare i nostri eroi nel caso si fossero spinti fino al convitto a porre domande, ed analogamente altri suoi confratelli erano incaricati di tenere d’occhio un giovane ricercatore, tale dottor Deuter Schnellinger. Il diacono conosce di vista il Barone Siegfried Daner che ha incontrato un paio di volte presso il vescovado, sa che è amico e che lavora per il vescovo Spitzemann, oltre che scrivere saltuariamente per “la verità del popolo”. Il giovane non sa niente né dell’omicidio della giovane ricercatrice né dei due attacchi con armi da fuoco subiti dai nostri eroi. Il giovane continua a negare fortemente di essere un papista e dice di aver fatto tutto ciò che gli è stato chiesto, in nome e per il bene del Reich … e che il vescovo Spitzemann è il Reich, per quanto lo riguarda.
Le domande poste, in realtà, sono tante …. Sono molte di più di quanto non possa trasparire da queste poche righe (in effetti l’interrogatorio dura un paio d’ore abbondante), ma alla fine i nostri poliziotti non ricavano altri particolari notizie e quanto scritto qui sopra risulta essere ciò che è più importante.

Che fare ora? Si fa sempre più largo l’idea di parlare con Herr Daner, ma prima è meglio controllare il dottor Schnellinger … potrebbe essere in pericolo dato che la chiesa teutonica lo tiene d’occhio … Così si parte prima delle otto del mattino; solo il “feuerbrigade” sano viene lasciato di guardia al prigioniero ormai in stato comatoso a causa degli effetti collaterali del siero della verità.

In breve la palazzina dove alloggia Schnellinger viene raggiunta e, dopo l’incontro con un burbero portinaio, comincia un colloquio strano e prolungato col giovane dottore che pare costantemente assente, distratto e poco interessato a ciò che lo circonda (stando alle osservazioni  medico-kripo potrebbe essere un assiduo utilizzatore di farmaci antidepressivi, o qualcosa di molto simile) … in effetti si conferma il fatto che fosse un amico della vittima ai tempi dell’università e che poi i due abbiano preso strade diverse seguendo le loro rispettive specializzazioni; si trova conferma inoltre della corrispondenza, non così fitta come si pensava all’inizio, tra i quattro colleghi-amici.
Emerge però un aspetto nuovo: poco prima della conclusione degli studi il giovane dottore e la vittima avevano collaborato ad una strana ricerca di statistica medica sotto la guida del dottor Gussmann (nelle lettere si riferivano a lui come “mani d’osso”); i due si sono imbattuti nella strana morte, causata da febbre altissima e da perdite di sangue da naso orecchie ed occhi, di un bambino vittima di una non meglio precisata malattia (qualcosa che al nostro dottore suona simile alla meningite). In quell’episodio tutto fu messo a tacere da Gussmann ed i due poterono portare a compimento i loro studi solo grazie all’intervento del professore. Una copia di una bozza di quel lavoro viene consegnata ai nostri eroi (che l’hanno richiesta) come potenziale parte del movente dell’omicidio.

 

Nel frattempo in caserma il prigioniero comincia a sentirsi molto male e tocca al nostro agente della toten-polizei prendersi cura di lui: purtroppo fraintende i sintomi del giovane e gli somministra una medicina che ne causa una improvvisa perdita dei sensi … ma non c’è tempo per preoccuparsene: “… in fondo è vivo … ci penserà poi il dottore a rimetterlo in piedi …”. Alla porta si presenta un messo del vescovo con una missiva privata per l’ispettore … il “feuerbrigade” la ritira e promette di consegnarla al più presto. Poi, forse per distrarre la mente dalla forte tentazione di aprire la lettera sigillata, si mette a studiare le due strane serie di numeri ritrovate scarabocchiate su un foglio nel luogo del delitto …

Gli altri, a questo punto, preferiscono tornare alla base a raccogliere le idee … ma prima è il caso di fare una capatina all’ospedale per controllare lo stato di salute dell’altro “feuerbrigade” … mossa saggia dato che lo stanno per l’appunto dimettendo dietro le pressioni fatte direttamente da Berlino per rimetterlo in servizio al più presto. Così la squadra è di nuovo al completo … un po’ malconcia forse, ma al completo.

 

A questo punto sono circa le 14:00 ed il gruppo è riunito alla caserma … da un alto ci sono le novità portate dall’investigatore … dall’altro la misteriosa lettera del vescovo … “Daner dovrà aspettare …”. La lettera è un invito: il vescovo invita l’ispettore (e solo lui) ad una confessione: una chiacchierata faccia a faccia tra loro due per chiarire alcune cose … promette 5000 marchi al gruppo (che sono già nella busta) e di rivelare l’identità dell’assassino in cambio del “silenzio” sul suo ruolo, comunque marginale, e della liberazione del suo uomo prigioniero dei nostri eroi.

L’ispettore accetta l’invito non senza preoccupazioni …

 

Ma prima di andare ci sono due novità: per prima cosa il nostro agente “feuerbrigade” di guardia ha risolto almeno una parte dell’enigma dei numeri, “… potrebbero essere coordinate … certo sono senza senso, quindi devono essere in qualche modo cifrate, magari ci manca la “chiave di lettura” , ma visti nel modo giusto questi numeri hanno in tutto e per tutto l’aspetto di una coppia di coordinate …”; d’altra parte però il diacono prigioniero è sul punto di tirare le cuoia e solo un intervento drastico d’emergenza del medico-kripo potrebbe salvarlo. Il destino però non è benevolo col giovane e le cure del medico risultano inutili: il diacono della chiesa teutonica muore.

Ne segue una rapida autopsia, dalla quale emerge che sembra che il giovane, nonostante avesse un corpo sano, atletico e ben formato, facesse uso di droghe (o qualcosa di simile). Per il resto niente di strano.

 

Arrivano le 17:00 ed il nostro ispettore decide di recarsi presso il vescovado per il colloquio-confessione col vescovo. L’attesa è minima, un solerte prete lo accompagna direttamente dal suo importante interlocutore.
Il colloquio è pacato ma comunque snervante … il vescovo rivela la sua verità: il colpevole è Daner e lui (il vescovo) è estraneo alla faccenda anche se l’assassino ha fatto alcune cose a suo nome ma senza permesso. L’investigatore prova a controbattere un po’ … restituisce i soldi dicendo che simili regali non sono necessari … comunica la dipartita del diacono e se ne rammarica … ma poi tutto diventa un po’ nebbioso … il tono di voce del vescovo è convincente come sempre e tocca le corde giuste nella mente del nostro poliziotto. Tant’è vero che nemmeno un’ora dopo è fuori dal duomo, che cammina verso il camion (dove lo attendono gli altri) convinto della buona fede del vescovo.

E qui finisce la sessione … cosa succederà la prossima volta?

28 Agosto 2012

 

 

23 ottobre 1957: l’assassino.

La soffiata del Vescovo Spitzemann non lascia dubbi, il colpevole è Daner. L’ispettore però è preoccupato, bisogna studiare bene la situazione prima di agire apertamente contro il barone-giornalista … le prove sono praticamente inesistenti se non si tiene conto delle parole del Vescovo.

Si decide così di tornare alla base e di ragionare un po’ facendo il punto delle indagini; senza contare che un po’ di buon sonno riposante non fa male a nessuno dato che ultimamente solo chi era in ospedale ha potuto dormire bene.

 

La riunione dopo cena porta più dubbi che certezze: le prove in mano ai nostri eroi possono risultare inutili in un’accusa verso il signor Daner, sono prove che non permettono di accusare nessuno, in effetti … i dubbi aumentano. Poi il medico-kripo ha una mezza illuminazione … “Da un lato è vero che le prove che abbiamo in mano sono scarse per montare una qualsiasi accusa diretta contro chiunque … Ma d’altro canto abbiamo alcuni dettagli che ci possono aiutare e che possono essere sufficienti a motivare un interrogatorio o una perquisizione nella casa di chiunque: manca l’agenda della vittima e se l’assassino l’ha presa con se potrebbe averla ancora in casa sua, sarebbe imprudente, ma è possibile no? Poi c’è la questione “veleno” … se a casa di un sospetto ne trovassimo tracce sarebbe più che sufficiente come prova, anche per il tipo di veleno usato … non è certo del comune veleno per topi! Per quanto riguarda Herr Daner, poi, non dobbiamo preoccuparci … innanzitutto è già un sospettato solo per essere stato presente alla festa; poi c’è il fatto che è fisicamente forte e robusto cosa che lo mette tra i primi sospettati perché deve essere servita una notevole forza fisica per sollevare la vittima e simulare l’impiccagione. E da ultimo c’è il segno della grossa mano, probabilmente maschile, sul braccio della vittima … se fosse compatibile sarebbe un prova no? Certo forse non basta per un’incriminazione e per una condanna, ma per un interrogatorio ed una perquisizione dovrebbero essere sufficienti …”.
Erano le parole che servivano … l’ispettore si fa convincere e decide che l’indomani mattina, poco prima dello scadere del coprifuoco, i nostri eroi faranno irruzione a casa di Daner per prelevarlo per un interrogatorio e per una perquisizione della casa. “E ora tutti a dormire, domani sarà una giornata lunga!

La notte porta sonni inquieti e ben poco riposanti, soprattutto per il nostro ispettore zoppo … ma alla fine giunge mattina ed è ora di agire.

 

Tutti sul camion e si va … dall’altra parte della città, verso la parte più ricac e pulita di Monaco ... equipaggiati come se ci si aspettasse un duro conflitto …

L’edificio dove abita il giornalista-barone è un edificio ricco, in un quartiere signorile; una sparatoria qui non passerebbe certo inosservata (e potrebbe infastidire più di qualcuno), ma i nostri eroi non si fanno intimorire e, scortati da un portinaio in divisa, raggiungono l’appartamento al terzo piano dove pare abiti il sospetto (che dovrebbe essere in casa stando alle parole del portinaio).
L’ispettore bussa …

 

Chi è?
Gestapo!
Entrate pure, è aperto …

L’ispettore apre la porta e si trova sotto il tiro di una pistola … Daner apre il fuoco e colpisce il nostro eroe al petto … una brutta ferita, l’ispettore cade a terra … nonostante la ferita ha la forza di dare ordini ai suoi “Lo voglio vivo … prendetelo!”. Comincia così uno scontro a fuoco che vede impegnati i nostri poliziotti-eroi (esclusi l’ispettore ferito ed il medico impegnato a prestare le cure dal caso a chi ne necessita) contro Herr Daner che da dietro muretto divisorio (alto circa un metro e venti) spara a vista.

Dopo un paio di scambi di colpi inconcludenti il giovane agente Kripo prende l’iniziativa e si getta nella stanza pistola in pugno arrivando a pochi passi di distanza dal nemico e gli intima la resa … senza ottenere alcuna reazione. Il bravo ex-soldato però mette a frutto le sue doti di cecchino e col fido Kar 99 spara mirando alla spalla di Daner … “Colpito!” … la ferita è grave e la pistola cade di mano al presunto assassino, che vista la sua reazione alla comparsa della Gestapo a questo punto diventa ufficialmente un criminale!

 

Ma non è finita. Stringendo i denti il malfattore prende da un bancone un mitra e spara con il solo braccio sinistro … la raffica è diretta contro al giovane agente che è di fronte a lui … fortunatamente è un colpo molto impreciso … ma un colpo va comunque a segno ferendo il giovane alla gamba. Il contraccolpo dell'arma automatica però non è senza conseguenza ed il mitra sugge di mano al presunto assassino che, ora come ora, appare disarmato. Poi, all’improvviso, Daner si accascia al suolo …

Così, sempre sotto l’occhio vigile del vecchio agente gestapo e del suo fido Kar 99, i due feuerbrigade si mettono in azione: mentre uno (quello che ha passato gli ultimi giorni in ospedale) trascina in disparte il collega ferito alla gamba, l’altro avanza cautamente per arrestare il criminale.

Un ringhio cupo si comincia a sentire dall’altra parte della “barricata” … segue un rumore di piatti rotti e stoviglie buttate a terra … qualcosa si è mosso!

 

A questo punto lasciata da parte ogni cautela, spinto da uno strano impeto di eroismo, l’agente toten-polizei che si stava avvicinando si lancia oltre il muretto, raccoglie il mitra e si gira facendo fuoco contro il Morto che si è appena levato dinanzi ai suoi occhi … la raffica colpisce in pieno ma il Morto, come al solito, sembra non accorgersene nemmeno … come se non bastasse il mitra si inceppa!

Il nuovo nemico è forse più pericoloso del primo … Il Morto si getta a fauci aperte contro il vivo più vicino e lo morde violentemente ad un braccio lasciandogli una brutta ferita.
La situazione è brutta, anzi sembra peggiorare ad ogni passo! Ma il nostro cecchino e l’altro feuerbrigade non si perdono d’animo e con un paio di colpi ben assestati cominciano ad indebolire e rallentare il temibile Morto Ferox … poi l’agente Kripo ferito alla gamba capisce che il suo collega ferito al braccio è in grave pericolo ed è disarmato, così gli lancia la pistola … l’altro l’afferra al volo e quasi contemporaneamente esplode un colpo preciso al collo del mostro … la testa (già colpita in precedenza) si stacca del tutto ed a questo punto basta veramente pochissimo per renderlo inoffensivo a colpi di ascia.

 

Il  combattimento è finito con tre feriti (di cui uno abbastanza grave) e con una palazzina gettata nel panico dallo scontro a fuoco. Ora, in attesa delle ambulanze, mentre il medico del gruppo si prodiga a fornire i primi soccorsi ai feriti, gli altri due perquisiscono cadavere e stanza … Ne esce un quadro preoccupante: “Herr Daner in casa teneva un vero e proprio arsenale, fucili, mitra, una MG 45, pistole e persino granate, il tutto con le dovute munizioni, ovviamente … in una borsa ci sono un bel po’ di soldi 750 marchi in contanti e documenti che identificano il nostro “amico” con tre identità diverse (nomi, professione, aspetto, tutto sufficientemente diverso) … Nella cassaforte c’è un’altra pistola, ci sono anche alcuni dossier con tanto di foto su diverse persone tra cui la giovane donna uccisa ed il nostro giovane agente della Kriminal-Polizei, ed infine ci sono tre libretti strani: un’agenda di un paio d’anni prima piena di nomi, un libro contabile con entrate ed uscite, ed un album di fotografie … tre libretti con calligrafie diverse e diverse da quella di Daner. Tutte prove.

I nostri eroi cominciano a sospettare di essere finiti in un grosso guaio … Daner sembra essere un assassino su commissione … agli ordini di chissà chi.

 

Raccolto ed impacchettato tutto il gruppo si divide con i sani che tornano alla base e con i feriti che vengono portati al solito ospedale per essere affidati alle sapienti mani del dottor Kurtz.

Il resto della giornata passa tranquilla con l’ispettore sedato e tranquillo in attesa di essere sottoposto ad un intervento per salvargli la vita. L’agente Kripo viene medicato e dimesso … il feuerbrigade viene tenuto in osservazione (cosa che gli salverà la vita, dato che i medici si accorgeranno del principio di avvelenamento in cui è incorso).
Gli altri intanto completano una pseudo-autopsia su ciò che resta del cadavere di Daner solo per scoprire che si è evidentemente suicidato con una capsula di veleno inserita in un dente … “Cianuro, probabilmente … siamo fortunati che non sia morto anche il nostro agente-piromane!

 

A sera è tutto tranquillo.


Soltanto a metà mattina di venerdì 25 ottobre l’ispettore è abbastanza lucido da riuscire a telefonare a Berlino al suo capo ed a comunicargli la “fine” delle indagini; l’uberinspector da parte sua rimanda ogni spiegazione dicendo che partirà immediatamente per giungere a Monaco in serata.

Durante il giorno si comicnia ad analizzare l'agendina piena di nomi .... la calligrafia è sicuramente quella della giovane ricercatrice uccisa meno di una settimana prima ... ogni tanto vicino a qualche nome appaiono diciture strane come "misteriosa scomparsa" o "incidente incredibile" ... Ma non c'è nient'aktro di preciso. Resta però un lungo elenco di persone su cui fare uqlache indagine, forse!

 

E come previsto, a sera l’uberinspector arriva e viene scortato dal nostro agente Gestapo verso l’ospedale dove ha un primo colloquio con il nostro ispettore zoppo … appare subito chiara una minima delusione da parte del capo di Berlino per il mancato arresto, “… ma sicuramente il Barone Von Ricthofen sarà felice di sapere che il responsabile è stato preso e “punito”!”.
Ora non resta che compilare i dovuti verbali e rapporti del caso ed attendere il processo (contro il defunto Barone Daner) … per i nostri eroi non dovrebbero esserci problemi di sorta … ma sicuramente la loro permanenza a Monaco si prolungherà ancora per un po’, si spera sia più tranquilla e che abbiano la possibilità di riposarsi.

Fine dell’ottava sessione e della prima parte della campagna … cosa ci aspetterà ora?

4 Settembre 2012

 

 

25 ottobre 1957: ultimi giorni a Monaco.

L’arrivo dell’Uberinspector da Berlino è un po’ la conferma che l’indagine è praticamente conclusa. Il giorno seguente (sabato) passa tra lunghi colloqui con l’Uberinspector per fornirgli il quadro completo della situazione … In ogni caso a questo punto non resta che aspettare il processo, compilare i dovuti verbali e presentare le proprie deposizioni nel caso dovessero venire richieste e poi archiviare il tutto come caso chiuso.
Il processo comincerà domenica 27 ottobre.

Nella pratica questo si traduce in una permanenza a Monaco prolungata di almeno altri quindici giorni, lasso di tempo durante il quale i nostri eroi oltre a completare gli adempimenti che gli spettano per la chiusura del caso, hanno anche il tempo di farsi curare perfettamente da tutte le rogne grandi e piccole raccolte in questi sei giorni, e di addestrarsi un po’, leggere cose interessanti e comunque migliorare le loro capacità. Inoltre studiando le coordinate cifrate trovate nella stanza dell’omicidio il nostro veterano di guerra comincia a capirci qualcosa … riesce a decifrarle in buona parte; ormai gli manca solo l’origine, il punto zero da cui partire con il calcolo.
Facendo diversi tentativi a casaccio (o meglio partendo da ragionamenti tra i più vari possibili per decidere quale sia il punto zero) ne escono diverse possibilità, alcune folli e completamente insensate, altre più ragionevoli … ed è una di queste ultime ad attirare l’attenzione nostri eroi: partendo dal punto di abbattimento del famoso Barone Rosso (zio della giovane), il punto di arrivo delle coordinate sembra essere nei dintorni di Rostok.

 

Si arriva così al 12 novembre … I nostri eroi sono rimasti ospiti di un lussuoso albergo del centro per tutti i giorni del processo ed ora finalmente è il giorno della sentenza. Il comportamento dell’ispettore e dei cinque poliziotti ai suoi ordini viene giudicato adeguato alla situazione e coerente con i principi e le leggi del Reich; il Barone Siegfried Daner viene riconosciuto colpevole dell’omicidio e di altri casi di assassini fino ad ora rimasti irrisolti, il tutto grazie alle prove recuperate dai nostri eroi.

Insomma tutto finisce in gloria con un premio in denaro per l’ottimo lavoro svolto per i nostri eroi e con un’onoreficenza al merito per l’ispettore (la cerimonia di conferimento si terrà a Berlino nei prossimi giorni).

 

Tutto finito? Secondo l’Uberinspector no! Anche se il caso è chiuso manca ancora un vero e proprio movente e quindi sarebbero necessarie altre piccole indagini, tanto per essere sicuri.

È mercoledì 13 novembre … il giorno della partenza … un treno speciale è in attesa dei nostri eroi alla stazione centrale di Monaco. Ma prima di partire bisogna obbedire agli ordini dell’ispettore capo di Berlino: urge un sopralluogo ai laboratori dove la giovane assassinata lavorava … i nostri eroi se ne occupano ben volentieri e così, mentre il medico-kripo ed i due “feuerbrigade” si occupano di caricare tutti i documenti ed i materiali recuperati fino ad ora sul treno, gli altri tre si dirigono ai laboratori alla periferia sud-est di Monaco.

 

Li attende una installazione militare … una serie di laboratori-bunker a tenuta stagna dall’aspetto freddo e tetro. La loro scorta li accompagna al laboratorio della vittima (lungo il percorso più breve possibile) e lì li lascia alle cure del Dottor Gussmann (il capo delle ricerche di quel settore) … il progetto su cui la giovane era impegnata è identificato dal codice 11C … ma spesso nelle carte relative viene anche definito “Progetto ESP” … qualcosa che ha a che fare a tutti gli effetti con “poteri extrasensoriali”.
Tutto il materiale contenuto nel laboratorio deve passare nelle mani della Gestapo per ulteriori indagini, quindi si procede a controllare di cosa si tratti ed a caricare tutto sul camion usato dai nostri eroi.
Gli indizi e le cose utili presenti nel laboratorio personale della ricercatrice: materiali appartenenti al “Progetto 11C – ESP”; appunti farmaceutici su alcuni farmaci campione; appunti a proposito di un confronto fra i diversi farmaci campione (e/o miscele degli stessi) con un unico misterioso farmaco di provenienza ignota; cartelle cliniche (con profili genetici) di persone dotate di seppur deboli facoltà paranormali o, in qualche modo, comunque particolari ed anomale; tutte persone ormai morte.


Inoltre un nuovo colpo di fortuna porta sotto gli occhi del nostro ispettore una cartella clinica un po’ particolare; si tratta della cartella di una bambina tipicamente germani cadi nome Anne A. Guntz ... “Di nuovo la A. … che ci sia qualcosa dietro?

Il colloquio col Dottor Gussmann porta anche ad una conferma dell’esistenza di diversi complessi di laboratori di ricerca nei dintorni di Rostok … una conferma ad una pista labile? O una mera coincidenza?

 

Si decide di lasciare perdere … il tempo stringe e prima di ripartire per Berlino urge una nuova visita a casa del Barone Von Richtofen.

Il barone accoglie con fredda gentilezza i nostri eroi ed acconsente ad un nuovo ultimo controllo delle stanze di sua figlia … mentre l’ispettore e l’agente Gestapo si intrattengono col Barone e cominciano a dare un’occhiata alle stanze, il giovane agente Kripo finge un malore e si chiude in bagno dove prova nuovamente a sfruttare la sua abilità per contattare le presenze … il potere si manifesta appieno questa volta, ed una figura traslucida appare nello specchio … nonostante la paura suscitata in lui dall’apparizione, il giovane agente riesce ad instaurare un dialogo con il “fantasma”; quello che ne viene fuori è che gli antenati della giovani sono soddisfatti di aver ottenuto vendetta … ma non basta c’è ancora qualcosa che manca affinchè la vendetta sia completa: devono morire i mandanti! Il fantasma invita il giovane agente a controllare là dove “si può ridere o piangere senza che nessuno lo venga a sapere” … Il giovane pur provato si ricongiunge agli altri e frugando nel letto finge sorpresa quando trova nascosto un plico contente alcune cose curiose: un foglio con su scritto a mano un brano di Frankenstein di Mary Shelley; una complessa formula chimica, di difficilissima comprensione ma sicuramente organica; una antica pistola (ormai inutilizzabile) di fabbricazione francese; una cartella clinica, quella di Siegfried Herringer (senza A.), un bambino di Dusseldorf …

Altri misteri si aggiungono …

 

Ma ormai non resta che ripartire verso Berlino e lì si vedrà.
Così si riparte in treno … ormai è sera ed è buio … Ma il viaggio è tutt’altro che inutile: da un lato l’Uberinspector conferma alla squadra che ha pronto qualcosa di altro per loro e che quindi dovranno lavorare insieme ancora per un po’ … dall’altro su una mappa appare il nome di una cittadina in Belgio che è lo stesso della pistola antica … rifacendo i calcoli delle coordinate cifrate a partire da lì si ottiene un risultato interessante: il punto indicato dovrebbe essere in una zona disabitata ad est di Rostok … che sia un segno anche questo?

 

E qui finisce la nona sessione … con altri misteri che cominciano a venire a galla.
 

12 Settembre 2012

 

 

14 novembre 1957: Indagini a Berlino

Il ritorno a Berlino ha per i nostri eroi il sapore del ritorno a casa … un ritorno a casa comunque foriero di novità inaspettate, prima tra tutte la certezza che il loro lavoro in “squadra” continuerà, sempre agli ordini dell’Obersturmfuhrer Muller.

Ci vogliono un po’ di giorni per completare le pratiche di assegnazione alla nuova squadra e per preparare i nuovi uffici, ma in breve comincia una specie di nuova vita per i nostri eroi, ufficialmente diventati la “prima squadra investigativa speciale”.

 

Passano i giorni, senza nuovi incarichi i nostri eroi continuano le ricerche sulle parti ancora oscure dell’omicidio di Monaco, concentrandosi in particolare sulle diverse liste di nomi uscite dalle diverse fonti. C’è poi la cerimonia di conferimento dell’onoreficenza all’ispettore; un momento di festa con una cerimonia sobria e marziale che ha riempito tutti d’orgoglio e che ha attirato sui nostri eroi un minimodi attenzioni facendone degli “esempi da seguire”.

Le indagini intanto continuano e qualcosa si comincia ad intravvedere tra i brandelli nebbiosi di verità raccolri fino ad ora … molti nomi sono quelli di persone, perlopiù dell’ambito medico-scientifico, scomparse in modi insoliti negli ultimi anni: una conferma ad alcune delle ipotesi fatte dai nostri eroi … “A questo punto è ovvio che alla base di tutto c’è un qualche progetto segreto di cui la povera giovane dottoressa è venuta a conoscenza … e forse non doveva … o forse ha scoperto troppo! È un terreno molto pericoloso quello in cui ci stiamo addentrando.

 

Si comincia anche a campire meglio il codice della cifratura delle presunte coordinate:ormai è “lampante” ce puntano sulla zona di Rostoc, ma per essere più precisi servirà una decrittazione più professionale.

Queste indagini portano via un sacco di tempo (per la noia dei due “feuerbrigade” che ancora non si spiegano cosa possano aver fatto di male per essere stati scacciati dal loro lavoro e per essere finiti a far parte di una così “misera” squadra) … Passano infatti venticinque giorni così senza avvenimenti degni di nota, giorni tranquilli per i nostri eroi che hanno anche il tempo di godersi un po’ la vita berlinese.

 

 

9 dicembre 1957: Missione a Soligen.

Quando la noia raggiunge il limite, uno squillo di telefono movimenta la giornata dei nostri eroici poliziotti. L’Obersturmfuhrer Muller ha un nuovo lavoro per loro, di nuovo lontano dalla vitale Berlino. Si tratta di un piccolo viaggio verso Soligen attraverso le pulite ma pericolose strade del Reich … questa volta l’utilizzo del treno non solo è sconsigliato, ma anche poco pratico dato che la squadra dovrà portare con se da Berlino tutto l’equipaggiamento che riterrà necessario. “Si parte domattina!” è il commiato dell’obersturmfuhrer … un commiato che non ammette repliche o rifiuti.

La missione sembra semplice, ma per ora ne sappiamo ben poco in effetti; pare che in una delle tante fabbriche del piccolo borgo sia stato portato a compimento un furto di materiale pericoloso … Forse opera di terroristi … avanti! Stiliamo la lista di ciò che ci servirà e prepariamoci a partire di buon mattino … Ne sapremo di certo di più quando saremo là.

 

Il giorno 10 dicembre trascorre in viaggio con tappa, per il pernottamento, in un piccolo borgo fortificato poco lontano dalla destinazione finale; “… ma è meglio non viaggiare durante la notte … domani in mattinata saremo là!

E così è! Soligen si rivela essere un piccolo borgo con una grande area industriale (il borgo in effetti è poco più che un dormitorio per chi nell’area industriale ci lavora) sorto a breve distanza dalla città vecchia, mai ricostruita né rioccupata seriamente dopo la guerra ed il risveglio.  La forza di polizia presenta è scarsa … sono solo otto agenti agli ordini del Tenente Gorlitz … più due membri della “toten-polizei” che però piuttosto che agenti Gestapo veri e propri, sono a tutti gli effetti, parte dello staff del piccolo ospedale locale.

 

Le presentazioni e le formalità sono brevi … l’arrivo della squadra è salutato con sollievo dal giovane tenente. E da subito si decide di ispezionare il luogo del furto.

La piccola fabbrica produce composti chimici per conto di diverse grandi industrie del Reich e, talvolta, direttamente per conto del governo (del ministero della salute) o dell’esercito. La partita rubata apparteneva ad uno di questi ultimi casi. Sono stati rubati tre fusti contenenti gas nervino allo stato liquido … una recente evoluzione del letale “Zychlon B” utilizzato nei campi di sterminio.

La pista terroristica appare la più probabile.

 

Il portone della fabbrica è stato sfondato dall’esterno verso l’interno … ci sono solo lievissimi segni di esplosione (tanto lievi da essere sfuggiti a due giorni di indagini da parte della Gestapo locale … dentro c’è stata una piccola sparatoria con solo due feriti (nessun morto, apparentemente) ancora ricoverati in stato di incoscienza nel piccolo ospedale locale. Nonostante l’edificio contenesse una quarantina di fusti, ne sono stati sottratti solo tre; inoltre durante l’azione uno degli altri contenitori del gas è stato danneggiato tanto da comportare una piccola fuga, ma nono solo non ce ne sono tracce, ma è anche stato riparato in fretta e con perizia.
Al momento in città non si registrano anomalie né la presenza di estranei … o meglio unica anomalia è la scomparsa di uno degli otto agenti della Gestapo, si sospetta sia stato rapito dagli esecutori del furto.

E così finisce la sessione; con i nostri eroi alle prese con una nuova difficile e pericolosa indagine.

19 Settembre 2012

 

11 dicembre 1957: Sempre a Soligen

 

È il momento di darsi da fare e di capire un po’ le strane dinamiche di questo piccolo borgo. Già perché se da una parte appare sottodimensionato come personale qui dislocato, dall’altra l’area industriale sembra vasta e ben organizzata.

L’ispettore decide di cominciare dividendo il gruppo: lui ed un “feuerbrigade” controlleranno il borgomastro ed il municipio alla ricerca di notizie sui terreni dell’area industriale e di non si sa bene quali nuovi indizi; il medico ed il secondo “feuerbrigade” andranno al locale ospedale per controllarne lo stato e per verificare le condizioni dei feriti; i due agenti rimasti continueranno le loro indagini nel sito del furto.
L’idea poteva non essere male, ma non ha dato i frutti sperati: il borgomastro è assente (tornerà solo ne tardo pomeriggio, come sembra sia solito fare ogni giorno) ed il suo assistente pur dando tutta la sua collaborazione non svela nioente di significativo per i nostri eroi; all’ospedale non va meglio, a parte un certo minimo disfattismo percepito in chi lì ci lavora, i due feriti sono entrambi in condizioni di incoscienza (non hanno mai ripreso conoscenza dal giorno della rapina); e nemmeno il luogo del crimine rivela altri particolari alle nuove indagini.

 

In effetti l’unica cosa che sembra certa è che per sfondare il portone della fabbrica e, di conseguenza, per portare a termine il furto sia stato usato un furgone (che non può non presentare segni di danneggiamento della carrozzeria, visti i danni al portone) e che è a scomparso a tutti gli effetti … c’è addirittura chi tra  i nostri eroi prospetta sia “volato via” attaccato ad uno Zeppelin … ma qui si sfiora la fantasia! E questo è sicuramente un buon punto di partenza … ma come indizio non basta.

Ci riunisce per pranzo … e poi nel pomeriggio si riprendono le indagini andando a studiare un paio di edifici abbandonati e fatiscenti nell’area industriale … edifici sospetti e poco lontani dal luogo del crimine. Una serie di prime indagini mostrano curiose ed apparentemente “senza senso” strutture metalliche che da dentro gli edifici fatiscenti sembrano entrare nel terreno … la cosa merita indagini più approfondite.
Detto! Fatto!
Ci si procura in fretta e furia un metal detector per capire se ci sia qualcosa di metallico nascosto sotto terra … ci vogliono ore di indagini, scavi e congetture per arrivare a scoprire l’esistenza di una qualche struttura sepolta (una gigantesca struttura metallica), forse un vecchio bunker dimenticato …

 

Ora non resta che trovare un ingresso e procedere con l’esplorazione. Purtroppo nessuno trova niente di simile. Si decide di abbandonare le ricerche anche perché il tempo passa inesorabile e comincia a farsi buio. In effetti però così tra una discussione e l’altra il pomeriggio passa … a questo punto il nostro ispettore decide di tornare dal borgomastro per un colloquio e rimanda ogni cosa al giorno dopo.
Il borgomastro di per se si dimostra poco attivo, e se possibile un minimo disfattista, ma collaborativo e fornisce ai nostri eroi tutte le informazioni che chiedono e che sono in suo possesso … in particolare l’attenzione dell’ispettore si focalizza sui terreni dell’area industriale, su chi li possiede e sulla possibilità che alla base del furto ci sia semplicemente una storia di spionaggio industriale e/o di sabotaggio tra concorrenti. Alla fine sembra non ci siano collegamenti o indizi in tal senso, ma ormai cade la sera e giunge l’ora del riposo.
Ma non per tutti … il nostro “cecchino” propone di appostarsi sul campanile della locale chiesa per dare uno sguardo dall’alto sulla città durante la notte (forse ancora affascinato dall’ipotesi “Zeppelin”) … con lui sale a far la guardia anche il giovane agente Kripo.

La notte è fredda ma i due resistono stoicamente … tanto da notare nelle ore più fredde un gruppetto di persone vestite di scuro aggirarsi furtivamente nella zona fatiscente dell’area industriale. Sono circa le 3:00 del nuovo giorno … ma le nostre sentinelle decidono che non è il caso di aspettare l’alba. Potrebbe essere importante, anzi fondamentale, intervenire immediatamente.

 


Fine della sessione … una sessione un po’ dispersiva!

26 Settembre 2012

 

 

12 dicembre 1957: azione notturna.

Il giovane agente Kripo si precipita giù dalle scale del campanile e corre ad avvisare i suoi compagni alla caserma dove hanno preso alloggio … nessuno in guardiola e porta aperta accolgono il nostro giovane, ma non se ne cura e corre a chiamare rinforzi per raggiungere la zona industriale e cercare i tre uomini avvistati poca prima.

In pochi minuti sono tutti operativi … si decide di lasciare i due “feuerbrigade” di guardia in caserma e si prosegue veloci … in altri pochi minuti sono tutti al cancello della zona industriale … tutti tranne il nostro cecchino rimasto appostato sul campanile per tenere ancora d’occhio la situazione.

 

Ma raggiunta la zona fatiscente dell’area industriale, il giovane Kripo che dovrebbe guidare il gruppo non si dimostra all’altezza: non si ricorda esattamente il luogo giusto dove lui ed il suo collega anziano hanno avvistato le tre misteriose figure … così le ricerche subiscono un brusco arresto fin dall’inizio …
E mentre l’ispettore cerca di chiamare a se il suo sottoposto ancora sul campanile, gli altri si guardano attorno in cerca di qualcosa di strano; dapprima alcuni di loro vengono distratti ed incuriositi da un  rumore di catene, o di un argano a mano … ma nessuno riesce a capire da dove provenga; poi tocca al dottore notare di nuovo le strane strutture metalliche dentro un diverso edificio … si decide di cominciare a dare un’occhiata lì dopo aver riunito la squadra.

Il cecchino scende portando notizie: ha notato una luce provenire da uno dei palazzi … si procede con un sopralluogo partendo proprio da lì. Notando che il lucchetto che chiude il cancello è stato mascherato per sembrare vecchio ed arrugginito, ma non lo è affatto, l’ispettore elabora una nuova strategia ed ordina: “Passiamo da retro …”. E  così si fa. Peccato che dopo un notevole sforzo per passare tutti dall’altra parte della recinzione ci manca poco che si salti tutti in aria trovandosi in mezzo ad un bel campo minato. Solo una buona dose di fortuna ed il “sesto senso” del giovane agente Kripo riescono a far uscire tutti dal recinto senza la minima ferita o esplosione …
Bisogna cercare un altro accesso! Ma intanto voi due tenete d’occhio le porte che se qualcuno è entrato, prima o poi uscirà …”. Così seguendo gli ordini dell’ispettore, lui ed il medico cominciano a cercare nei dintorni mentre il giovane Kripo ed il cecchino tengono d’occhio le porte dello stabile “minato”.

 

Tocca di nuovo al dottore scoprire qualcosa … di nuovo il suono di catene e questa volta viene da un tombino in mezzo ad un incrocio stradale. Sospetto! Si apre il tombino e si scopre un passaggio stretto che si infila in profondità nel terreno: è un cunicolo in acciaio che scende per quasi venti metri nel sottosuolo … una scala a pioli infissa nella parete invita a scendere.

Dopo un primo sopralluogo si scende … c’è lo spazio per una sola persona e c’è una porta stagna (NdDM: come quelle dei sottomarini) … Non resta che aprire per scoprire cosa si nasconda dietro.

 

I nostri eroi non sono poi così sorpresi di trovarsi in un vecchio bunker segreto del periodo della guerra … dopotutto ne avevano già ipotizzato l’esistenza … ma l’oscurità, l’aria stantia e pareti e pavimenti completamente in acciaio danno ai corridoi un’aria molto sinistra. Appare da subito evidente che si tratta di un complesso piuttosto grande … corridoi larghi circa tre metri si incrociano con altri corridoi più grandi (5-6 metri) … le porte sono tutte a tenuta stagna e su alcuno c’è un numero romano: XII, XIII, poco più in là IX e X … e ancora VIII, “… questa deve essere una stanza unica tra questi due corridoi … il numero è lo stesso sulle porte da entrambi i lati e le porte sembrano essere una di fronte all’altra …”.
E proprio qui c’è la sorpresa: dietro la porta alcune persone parlano tra loro in tono un minimo concitato in una lingua sconosciuta … latino secondo il medico Kripo. L’ispettore reagisce prontamente; non si fa problemi ed elabora una nuova strategia vincente: da una parte piazza una granata pronta ad esplodere se qualcuno apre la porta … dall’altra piazza i suoi uomini con l’ordine di ferire chiunque esce per catturarlo ed interrogarlo. Quindi spara un paio di colpi di pistola dalla parte della granata per attirare l’attenzione dei misteriosi nemici del Reich, dopotutto “… se non parlano tedesco sono “nemici del Reich” per definizione!
La trappola funziona …

KABOOOOOM!

 

La granata esplode … ed il rimbombo assorda un po’ i nostri eroi … nessuno esce da quella parte; dall’altra invece fa capolino una persona che viene investita dai colpi dei nostri eroi … se i due Kripo sbagliano, il cecchino fa fin troppo bene il suo lavoro e colpisce mortalmente alla testa il nemico.

Risultato: tre morti … papisti dai documenti che portano con se, anzi vere e proprie spie del Sanctum Imperium … una stanza con dentro dei bidoni di liquido infiammabile (liquido sconosciuto, ma segnali di pericolo ben visibili) ed un montacarichi manuale che può scendere ancora più in fondo nel terreno.
In una stanza più lontana un altro montacarichi sembra puntare invece verso la superficie … strutture che potrebbero ospitare un piccolo furgone.

 

Fine della dodicesima sessione …

03 Ottobre 2012

 

 

12 dicembre 1957: SSorprese.

Dopo una veloce esplorazione dei cunicoli appena liberati dai papisti i nostri eroi sono convinti che qualcuno stia usando un piccolo veicolo, un muletto, per spostare le sostanze chimiche rubate lungo i corridoi sotterranei. Ma la stanchezza si fa sentire; di conseguenza l’ispettore zoppo ed un po’ assordato decide di rientrare in caserma, dormire qualche ora e tornare nel sottosuolo nel pomeriggio.

 

Dopo cinque ore di riposo (sono circa le 14:00) si torna in azione … Si torna nella parte in cattive condizioni dell’area industriale e ci si prepara a scendere nuovamente nei sotterranei. Inspiegabilmente il gruppo decide di cambiare strada … Si decide di non scendere dal consueto passaggio, il tombino in mezzo alla strada dove avevano trovato i papisti, ma l’ispettore opta per provare ad aprire il tombino situato davanti al palazzo col “campo minato” intorno.
Dopo un po’ di sforzi sovrumani … KABOOM … il portello si apre ma una potente carica esplosiva investe i nostri eroi ferendo gravemente uno dei due “feuerbrigade” (NdDM: lo stesso “mitragliato” a morte e Monaco poco tempo prima) ed il dottore. Bisogna chiamare i soccorsi … E ben presto i medici del locale ospedale si presentano a piedi armati di barelle per trasportare i due feriti al luogo di cura. Ma bisogna andare avanti! E tocca al secondo “feuerbrigade” calarsi nel nuovo cunicolo che appare rovinato da un’esplosione sia sopra (ovviamente) sia al fondo, circa 40 metri più in basso.
Assicurato con una robusta corda comincia la discesa … quando è circa a metà gli sembra di sentire una voce femminile … “Aiutami giovane! Sono prigioniera qui sotto … tirami fuori!” … il nostro eroe si allarma ed accelera la discesa, sente di nuovo le invocazioni di aiuto della donna … ma alla fine finisce solo per trovarsi sospeso una decina di metri sopra ad un Morto (anzi, ad una Morta) che tenta di celare le sue fattezze mostruose e decomposte sotto uno strano velo di illusione … è lei che parla … la sua voce è suadente e melodiosa … quasi ipnotica. Ma il nostro “piromane” resiste … la sua volontà è forte, o forse è forte il suo istinto di sopravvivenza … Senza perdere tempo, ignora la morta e risale in fretta … il suo rapporto è sufficiente per convincere l’ispettore a mollare nel tombino ancora un paio di granate ed a rimandare ogni altra indagine in questo luogo.

Torniamo al covo dei papisti!

Si scende di nuovo nel primo sotterraneo esplorato, ma solo per poi scendere ulteriormente al secondo piano sotterraneo. Scendendo col montacarichi si profila un ambiente forse ancora più cupo del piano superiore (cosa che manda nel panico il nostro reduce di guerra) … ma se non altro si chiarisce subito che effettivamente ci sono dei “muletti” utilizzati in quest’area.
Mentre il giovane agente Kripo ed il reduce traumatizzato restano di guardia al montacarichi, l’ispettore esplora l’ambiente assieme all’instancabile “feuerbrigade”. “Quest’area assomiglia di più ad un vero laboratorio rispetto al piano di sopra … anche se in effetti le architetture sono uguali … alcuni cartelli un po’ rovinati appesi alle pareti indicano che il complesso doveva essere diviso in sezioni … e che una di queste si occupasse di autopsie e cose simili. Ma ci sono segni che testimoniano che il luogo è stato abbandonato abbastanza in fretta, senza portare via quasi niente … alcuni corridoi sembrano bloccati da accumuli di roccia e metallo … causati da esplosioni, probabilmente … andiamo avanti, controlliamo qualche stanza …”. Intanto il “feuerbrigade” avanza lungo il corridoio centrale, gira un angolo e trova segni di sangue sulle pareti del condotto … “Pessimo segno!” … è sangue ormai rappreso da tempo ma la visione è comunque spaventosa.
Si torna indietro … si riuniscono i quattro poliziotti e si apre una porta, solo per rivelare file e file di  strani “armadi” … il giovane agente Kripo ne apre uno e trova due bobine di nastro magnetico e diversi interruttori e spie luminose … tutto “morto” senza corrente … la cosa sembra incuriosire i nostri eroi, ma l’ispettore non è della stesso opinione ed opta per passare in un’altra stanza … Aperta la porta ci si trova in un ufficio in completo disordine, probabilmente, anzi, certamente teatro di un violento scontro a fuoco. Pile e pile di scartoffie giacciono ora sul pavimento … l’ispettore ne pesca una delle più superficiali ed è fortunato: si tratta dell’ordine di abbandonare l’installazione firmato in persona da Herman Rupert Reichman, uno dei quadrumviri, nonché il capo supremo delle SS. “SS? Altro pessimo segno!”.
I nostri eroi sono sul punto di andarsene quando notano una seconda porta nell’ufficio: una porta socchiusa … dentro quello che sembra un laboratorio a tenuta stagna per ricerche biologiche perfettamente attrezzato ma abbandonato in tutta fretta ed un po’ danneggiato e disordinato … tre tute stagne attendono appese lungo la passerella … un’altra giace in un angolo dentro al laboratorio chiuso …
I nostri eroi decidono di andarsene … poi con la coda dell’occhio gli pare di vedere un movimento nella stanza … “Impossibile che si sia qualcuno vivo chiuso dentro … usciamo alla svelta da qui … il sindaco ci dovrà fornire delle risposte convincenti, a costo di andare a prelevarlo di peso dal bordello nel quale sembra passare fin troppo tempo!”.

Si esce all’aperto … il pomeriggio ormai cede il posto alla sera ed all’oscurità. Ma i nostri eroi si muovono comunque veloci verso il municipio. Il solito attendente cerca di dare tutto l’aiuto possibile … ma sembra non sapere niente … o meglio sembra sapere qualcosa ma è talmente spaventato da ciò che potrebbe succedergli se parlasse da prendersi in faccia le accuse di disfattismo e  tradimento lanciate dal solerte ispettore zoppo mentendo spudoratamente e negando tutto. Non riuscendo ad ottenete altro, si opta per andare a prelevare il sindaco in persona al locale bordello.

 

Nel frattempo in ospedale … il nostro medico Kripo ha modo di notare che, nonostante le apparenze ed i modi sciatti, questi medici danno il meglio di loro nelle situazioni di emergenza. In effetti il loro intervento è provvidenziale a salvare la vita al “feuerbrigade” e ad evitare conseguenze gravi per i due feriti.

 

 

La distanza è breve e non dà troppo tempo ai nostri eroi di riflettere … così, aperta la porta del luogo di piacere, davanti ad un imponente maggiordomo che si rifiuta di rivelare dove si trovi il sindaco scattano le manette … alle quali il maggiordomo risponde con tono serio: “Guai a voi se mi rovinate i polsini della camicia!” … Nonostante la stranezza del maggiordomo il bordello sembra normale con cameriere svestite (e piuttosto stupidotte) ed intrattenitrici molto (forse troppo) ariane … Tutto sembra normale almeno finchè non interviene il padrone del bordello, intenzionato ad impedire che qualcuno, seppur della Gestapo, possa disturbare i suoi ospiti.
Ne nasce un colloquio tra questo gentiluomo benvestito ed il nostro ispettore zoppo nel quale l’arroganza della Gestapo viene ben presto messa a tacere da un tesserino che identifica il gentiluomo come un Colonnello in servizio delle SS.

Cala il gelo …

 

… e così si chiude le sessione con il colloquio ancora fermo “a metà” tra un, a questo punto, spaventato ispettore Gestapo ed un ovviamente arrogante Colonnello delle SS.
 

10 Ottobre 2012

 

 

12 dicembre 1957: orrore nel sottosuolo.

Il colloquio tra il nostro ispettore Gestapo ed il colonnello SS si trascina per qualche minuto senza portare a nulla per i nostri eroi, se non un’intimidazione insita nel ripetere più volte che sotto la cittadina di Soligen non c’è niente.

Si decide quindi di aspettare il giorno dopo per un ultimo veloce sopralluogo nella speranza di trovare i fusti di “Zyclon B” rubati … e la notte passa con tanti pensieri e poco sonno. La mattina porta da subito una sorpresa: il giovane agente Kripo deve aver subito un qualche shock durante il suo turno di guardia; non solo non ha chiamato il collega che doveva sostituirlo, ma viene anche ritrovato tremante e sconvolto rannicchiato in un angolo e con un vistoso ciuffo bianco di capelli (ciuffo che fino a ieri era del tutto indistinguibile dal resto della capigliatura) come se fosse stato vittima di un terribile spavento. A poco valgono i tentativi di capire cosa sia successo … sebbene si riprenda abbastanza in fretta con la vicinanza e le parole dei colleghi, non riesce a ricordare né cosa sia successo né altro della notte appena passata.

 

È venerdì 13 dicembre.

Oltre alla tensione dovuta allo strano risveglio, la situazione si fa dura anche per il freddo pungente di questa mattina invernale. Ma bisogna procedere ed i nostri quattro eroi ancora sani si armano di tutto punto per scendere nuovamente nel sottosuolo.
Così si scende … solo per trovare una nuova cosa su cui riflettere … nel piano più basso (quello con la stanza con i nastri magnetici, con l’ufficio in disordine e con il laboratorio dietro ai vetri blindati) qualcuno ha sigillato con due belle esplosioni entrambi i corridoi che i nostri eroi volevano finire di esplorare ... ormai restano solo la grande sala con l’elevatore, dove fanno bella mostra di sé due muletti manomessi e resi inutilizzabili nonché i quattro fusti di gas mortale rubati, e l’ufficio in disordine con l’annesso laboratorio.
Perplessi i quattro decidono di dare una nuova occhiata al laboratorio … L’ufficio ora è vuoto, o meglio sono scomparse tutte le carte e le scartoffie che prima ne ricoprivano il pavimento (NdDM: è sparito anche un intero schedario in acciaio, ma i nostri eroi sono troppo tesi e non lo notano) … nel laboratorio, invece, ci sono tracce di fuoco e di bruciato che ieri non c’erano … “Meglio muoversi!

Il “feuerbrigade” viene incaricato di indossare una delle pesanti tute NBC presenti nel corridoio di accesso al laboratorio e di provvedere a spostare sul montacarichi i quattro fusti … tutti si ritirano quindi nella sala del montacarichi ed indossano le maschere antigas … “Non si sa mai!” … quindi, armi in pugno, sorvegliano il lavoro del compagno.

 

Il lavoro comincia ma è lungo (i fusti pesano parecchio per un uomo solo) e viene preso interrotto da dei sordi colpi che provengono dall’unica altra stanza accessibile: il laboratorio. Pesanti passi si avvicinano ai nostri malcapitati eroi … i quali pensano bene di rifugiarsi sul montacarichi e di cominciare a salire.

STOMP – STOMP – STOMP – STOMP

 

Sulla porta fa la sua comparsa una tuta NBC al cui interno si muove “qualcosa” dall’aspetto poco chiaro … l’unica cosa certa è che dall’oblò della pesante tuta spuntano delle fauci mostruose … L’ispettore (terrorizzato) non è del tutto in grado di dare ordini ai suoi … ma ci pensa il vecchio soldato a prendere l’iniziativa e ad aprire il fuoco. A questo punto tra primi colpi che sembrano non intaccare minimamente il mostro, tentativi di fuga ed urla sguaiate di ciò che si trova dentro alla tuta cominciano ad esserci attimi surreali … e deliranti … che durano fino a quando il cecchino riesce con un po’ di più calma a piazzare un paio di colpi precisi e ben assestati … il mostro-tuta si accascia al suolo in una pozza mefitica che emana miasmi tossici.
La fuga a questo punto è la decisione del gruppo … va ben le maschere antigas ma rischiare la vita per niente sembra brutto.

La fuga non avviene però attraverso la via usata all’andata ma da un altro corridoio in un piano “intermedio” ancora inesplorato. Senza trovare grandi cose lungo la strada i quattro eroi (con il “feuerbrigade” che a questo punto ha abbandonato la sua pesante tuta NBC) sbucano in quello che sembra un magazzino vuoto … da dietro una porta giungono voci.
L’ispettore si avvicina silenzioso alla porta mentre i suoi sottoposti guadagnano a loro volta l’accesso al magazzino. La porta si apre e ne escono due “guardie” armate di tutto punto … la divisa nera e le mostrine non lasciano dubbi: SS!
Ne segue un breve e strano colloquio tra i nostri quattro eroi e le due guardie … a quanto pare le SS sapevano che loro sarebbero usciti da lì … ed a quanto pare se l’ispettore non fosse stato presente probabilmente gli altri sarebbero stati uccisi (questo almeno è quanto traspare da una strana lettera che le due SS porgono al nostro ispettore zoppo … che è sorpreso di scoprire in questo modo di avere qualcuno che lo protegge “in alto”). I nostri eroi si ritirano forti della documentazione che gli viene fornita dalle SS che attesta la loro “missione compiuta” e, camminando tranquillamente verso la locale stazione della Gestapo (che ormai è la loro base operativa) cominciano a pensare al da farsi l’indomani … ma i pensieri vengono interrotti dalla presenza di una berlina nera davanti alla stazione di polizia, presenza che spazza via ogni accenno di tranquillità.

 

Cosa riserverà il futuro ai nostri eroi?

24 Ottobre 2012

 

 

13 dicembre 1957: ritorno a casa.

La berlina nera attende misteriosa … i nostri eroi sono tutt’altro che tranquilli ed anzi è proprio l’ispettore ad essere il più nervoso, tanto da dare ai suoi sottoposti l’ordine di preparare le armi nonostante siano in mezzo alla strada di una tranquilla cittadina e siano in pieno giorno. I nostri eroi si avvicinano cautamente … dall’auto esce un autista (senza divise militari) piuttosto basso e piuttosto magro che invita il nostro ispettore ad accomodarsi sul sedile posteriore accanto al suo “comandante”. “Un invito che non posso rifiutare! Voialtri rientrate e cominciate a stendere i rapporti del caso … anzi cominciate i preparativi per la partenza i rapporti li compileremo strada facendo!
La macchina parte e comincia a girare a caso tra le viottole del centro di Soligen. L’ispettore si ritrova seduto a fianco di un ufficiale SS completamente coperto di bende, dalle quali non traspare né un lembo di pelle, né gli occhi né il resto; il nostro eroe non fa fatica a riconoscere in lui il famoso (o famigerato?) Oberstgruppenfuhrer Fremmen, e la paura si fa sentire assieme a tutte le “voci” che girano su questo misterioso personaggio. Il nostro ispettore decide di credere alla versione secondo cui le bende sono dovute ad una ferita causata da un lanciafiamme sovietico … e cerca di darsi un contegno.
Il colloquio comincia bene … l’ufficiale SS consegna al nostro eroe una valigetta contenente i “risultati” della missione dei nostri ed i verbali che loro dovranno consegnare ai loro superiori della Gestapo … in pratica le SS forniscono ai nostri malcapitati eroi la “versione ufficiale” di quanto accaduto a Soligen ed intima di lasciare la città entro l’alba per essere “in salvo” … ma non tutto è così negativo, per i nostri eroi si profila un piccolo premio in denaro per “compensare” le fatiche degli ultimi gironi. Le ultime raccomandazioni indicano però che non accettare i “suggerimenti” contenuti nella valigetta porterebbe certamente cattivi presagi nel futuro dei nostri sei eroi. L’ispettore è sconvolto!

La fine del giro in auto è un sollievo per il nostro ispettore … Mentre si appresta a scendere il suo interlocutore bendato richiama per un ultimo attimo la sua attenzione: “Ci vedremo al ballo!” … ed è un tono a metà tra promessa e minaccia. Non appena l’auto se ne va il nostro ispettore può finalmente tirare il fiato. È comunque evidente che la situazione attuale è una situazione di emergenza: “… meglio partire al più presto!”. In capo ad un paio d’ore i nostri eroi recuperano i colleghi feriti dall’ospedale e caricano il camion … manca poco a mezzogiorno quando si parte verso Berlino.

Il viaggio è lento e pieno di pensieri … e c’è finalmente il tempo per leggere con attenzione i “rapporti precompilati” regalati dalle SS. La versione è abbastanza realistica: “… furto organizzato da Papisti … indizi di attentati nelle grandi città del Reich … Papisti uccisi durante il tentativo di recupero della refurtiva … impossibilità di recupero della refurtiva e conseguente messa in sicurezza della refurtiva stessa …” niente di troppo falso, in effetti. Manca qualsiasi riferimento alla presenza di SS a Soligen ed all’esistenza dei livelli sotterranei segreti … Tutto come il nostro ispettore si aspettava (e forse anche auspicava).

A sera si arriva nei pressi di un’altra grande città, Hannover, la squadra decide di fermarsi lì per la notte … affascinata sia dall’aspetto pacifico della città, sia dalla vicinanza di un aeroporto militare perfettamente funzionante … In effetti sono tutti sorpresi ed anche in qualche modo orgogliosi di assistere al decollo di un grande aereo a reazione di tipo “ala volante”. Dopo i controlli di routine si entra finalmente in città ed è una piacevole sorpresa fermarsi in una città dove l’aria di festa e di “pace” è palpabile … i nostri eroi avranno (forse) finalmente una notte di vero riposo.

 

Arriva la mattina di sabato 14 dicembre … I nostri eroi si svegliano e si preparano a partire; e proprio mentre i preparativi per la partenza si stanno completando, aumentano le voci in circolo in città su un incidente avvenuto nottetempo all’aeroporto. Pur estranei a questa realtà i nostri eroi sono curiosi (anzi è proprio l’ispettore ad essere curioso) e così si decide di “andare a dare un’occhiata” …
All’aeroporto viene invitato ad entrare solo l’ispettore, che ha quindi modo di scoprire che un aereo in volo notturno di addestramento si è schiantato tentando di compiere un atterraggio di fortuna, pare che il pilota abbia visto un lampo di luce che lo ha accecato mentre volava verso ovest … Il colloquio col pilota (fortunatamente sopravvissuto) conferma queste voci; il nostro eroe è soddisfatto e preoccupato … ad ovest c’è Soligen.

Ma non c’è troppo tempo da perdere … si risale sul camion e si riparte con destinazione Berlino, dove si giungerà a sera.

 

E giunge la domenica … giusto il tempo di trasportare i due feriti all’ospedale e quidni un bel giorno di riposo. Il giorno successivo (lunedì 15 dicembre) c’è il rapporto dell’Ispettore al suo capo … il gruppo conferma le versioni ricevute “già pronte” dalle SS così come da accordi; l’obersturmfuhrer è soddisfatto (o almeno sembra esserlo) e tutto sembra restare tranquillo. Forse un po’ di meritato riposo. Ma c’è una complicazione … la burocrazia teutonica incombe e la squadra sarà sciolta fino al nuovo anno … insomma si prevedono un po’ di “vacanze”.


Finalmente felici a casa?

07 Novembre 2012

 

 

15 dicembre 1957: feste di fine anno.

I nostri eroi sono finalmente tornati a Berlino. Come previsto dall’obersturmfuhrer la squadra verrà temporaneamente sciolta, ognuno verrà riassegnato ai precedenti incarichi almeno fino al nuovo anno. In realtà nessuno degli eroi torna effettivamente al lavoro … a ciascuno spettano alcuni giorni di “licenza” e si vedono tutti costretti ad usufruirne immediatamente.

Passeranno così circa 20 giorni prima che la squadra torni effettivamente in servizio riunita.

 

Ma facciamo un piccolo passo indietro per vedere cosa succede in questi venti giorni … La Germania è in fermento non solo per le feste di fine anno, ma soprattutto per l’annunciata visita a Berlino di un emissario del cosiddetto Regno di Osiride; il giornale di regime cerca di dare la sua spiegazione “rigorosamente ariana” alla visita dell’ambasciatore straniero … alimentando un crescendo di curiosità e timore. In questo ambiente, insieme festoso e carico di aspettative, si trovano immersi i nostri eroi al momento rimossi da qualsiasi lavoro.

Il nostro medico è forse l’unico a godersi veramente le “vacanze” (più o meno forzate che siano), anche perché riceve in visita una vecchia conoscenza: la dottoressa Anna Deghart (incontrata qualche mese fa a Monaco di Baviera) giunge a fargli visita per passare insieme le feste di fine anno e per rinsaldare l’amicizia nata sul lettino di un ospedale. Così il tempo passa tra ozio, cultura, relax e momenti intimi, fino ad arrivare al giorno della parata in cui il famoso ambasciatore del Regno di Osiride si dovrebbe mostrare al pubblico tedesco prima di parlare ai quadrumviri.

 

Intanto l’ispettore è tormentato dai pensieri su quanto è accaduto fino ad ora … e l’invito che giunge per andare al ballo di fine anno del Borgomastro di Berlino è fonte di ulteriori preoccupazione: primo a causa dell’anticipazione minacciosa avuta da Herr Fremmen; secondo perché l’invito prevede che ci si presenti accompagnati ed il nostro eroe è tristemente solitario.
Così si ingegna per riallacciare i rapporti con una ex-fiamma (un’attrice di teatro) e, spendendo un sacco di soldi in vestiti di gran classe, la convince ad accompagnarlo … cosa che comunque sarebbe una buona opportunità anche per lei. Ma evidentemente la donna serbava molto più rancore del previsto nei confronti del nostro eroe e quindi non si presenta all’appuntamento poche ore prima del gran ballo. Non resta che scegliere una accompagnatrice di professione che sia la sua dama per la serata … e se non altro in questo caso la fortuna gli sorride e la giovane teutonica che sceglie si dimostra perfettamente adatta alla situazione.
Veniamo al ballo! La festa è sobria ed essenziale … tutta l’alta società berlinese è presente ... compresi i quattro quadrumviri … e compreso Herr Fremmen! Tra le varie chiacchiere pare che ci sarà una sorpresa da parte del Borgomastro. La sorpresa arriva poco dopo la mezzanotte: l’ambasciatore del Regno di Osiride si presenta in mezzo a questi gentiluomini altolocati per farsi notare un po’, accompagnato da danzatrici mulatte seminude … lo spettacolo è ammaliante e la sorpresa riesce graditissima a tutti gli ospiti. A fine serata l’ultima sorpresa è proprio per il nostro investigatore zoppo … un industriale locale gli fa dono di una macchina studiata appositamente per quelli che hanno problemi alle gambe … ovviamente è tutta una trovata pubblicitaria, e questo è chiaro … ma resta comunque un gran bel regalo!

E così si arriva al 2 gennaio 1958 … si arriva alla grande parata dell’ambasciatore del Regno di Osiride per le vie di Berlino.

 

Ed i nostri eroi sono tutti lì seminascosti tra la folla assiepata per riuscire a vedere qualcosa. E la parata è come ci si aspettava grandiosa … l’ambasciatore, un uomo sui due metri d’altezza e col portamento austero e severo, si un carro dorato trainato da cavalli bianchi … seguito da uno stuolo di danzatrici seminude (nonostante sia un freddo pomeriggio di gennaio berlinese) e di animali esotici portati al guinzaglio da “schiavi” dalla pelle nera come la notte … ed a chiudere il tutto un plotone di strani fucilieri, coperti da vesti bianche da capo a piedi, con cinturoni dorati e maschera bianca a coprirne l’intero volto … ognuno con un fucile dall’aspetto antico e molto decorato.

Poi all’improvviso succede qualcosa di assolutamente inaspettato … uno dei fucilieri del Regno di Osiride senza perdere minimamente il suo portamento marziale ed imperturbabile si stacca di un passo dal gruppo, imbraccia il suo meraviglioso fucile, punta in alto a destra della parata e spara tra la sorpresa della folla … i più pensano ad un colpo di teatro … ad uno spettacolo organizzato …
Ma quando un uomo in divisa della Wehrmacht piomba a terra dal tetto di un palazzo poco distante si scatena uno strano senso di panico che paralizza il pubblico (invece la parata va avanti come se niente fosse successo) … immediatamente la Gestapo interviene per prendere in consegna il cadavere prima che si rialzi e per porre domande un po’ a caso al pubblico, per tentare di ricostruire qualcosa …

 

Dopo aver assistito a questo spettacolo i nostri eroi sono sempre più tesi e preoccupati in vista del ritorno in servizio.

Passano ancora un po’ di giorni … È il 5 gennaio 1958 … ed arriva finalmente l’ordine di riunirsi di nuovo a formare la squadra speciale. Già non appena giunti al loro ufficio, i nostri eroi trovano ad attenderli una sorpresa: un plico vergato con i sigilli della chiesa teutonica è stato infilato sotto la porta … arriva dal vescovo di Monaco, “amico” del nostro eroico ispettore zoppo, e porta qualche ulteriore indizio su quanto potrebbe seguire al caso della giovane Von Richthofen uccisa proprio a Monaco. Si tratta di fotografie di bambini-cavia usati per strani esperimenti e di una mappa che indica un punto preciso di quella che dovrebbe essere una zona paludosa ad est di Rostok, indicato come sede degli esperimenti delle fotografie … in una lettera personale all’ispettore il vescovo spiega che è anche nel suo interesse che i misteri vengano risolti e portati alla luce dato che chi li ha architettati lo ha fatto anche a nome suo e della Chiesa che rappresenta.

Ma come se tutto ciò non fosse già sufficiente per mettere di cattivo umorte i nsotri eroi, è subito ora per un primo incontro ufficiale con l’Obersturmfuhrer Muller della Gestapo (il loro storico capo); ci sono alcune buone notizie, ovvero la Gestapo ha ritenuto soddisfacente l’esperimento di questa squadra mista ed ha dato ordine di confermarla come “prima squadra investigativa speciale”, e di dare avvio ad altre tre squadre speciali: una seconda di stanza ancora a Berlino, una terza a Monaco ed una quarta a Vienna.
Tuttavia la nuova avventura come “squadra ufficiale” comincia subito male: da un alto ci sono delle accuse anonime nei confronti dell’ispettore; dall’altro c’è il suo necrologio pubblicato “per errore” sul giornale del regime; dall’altro ancora c’è la preoccupante scomparsa del “feuerbrigade” ferito nel corso dell’operazione Soligen … sembra che sia stato dimesso dall’ospedale dietro richiesta della Gestapo, richeista che non è mai stata fatta, e di lui si sono perse le tracce …

 

 

Molta carne al fuoco … molti dubbi in mente … e molti pericoli in agguato!

13 Novembre 2012

 

 

05 gennaio 1958: nuova missione.

Come si è detto, la situazione non è certo rosea … così i primi giorni di questo nuovo anno passano cupi tra indagini senza risultati sulla scomparsa dell’amico “feuerbrigade” e mille nuove preoccupazioni, il tutto a suo modo peggiorato dagli ordini ricevuti: scrivere un memorandum sulle due missioni compiute, sul come sono state portate avanti e sulle “abilità richieste” per portarle a compimento, da distribuire alle altre squadre per programmare i loro addestramenti al meglio.
Si arriva così pigramente e senza ulteriori risultati al 15 gennaio, con i memorandum consegnati e con l’ennesima riunione col capo (l’obersturmfuhrer Muller). Ed è proprio la runione a portare una novità: una possibile nuova missione in aiuto della Wehrmacht.

Il 16 gennaio c’è l’incontro con i rappresentanti dell’esercito per ascoltare la proposta di missione e decidere se accettarla o meno, ben consapevoli che un rifiuto avrebbe comunque delle ricadute non certo positive.
La missione non sembra particolarmente difficile … ma sicuramente nasconde qualche insidia misteriosa di cui nessuno vuole parlare. Si tratta di raggiungere un sito segreto in una zona paludosa vicino a Rostok (... quando si dice: le coincidenze!) recentemente affidato alle cure della Wehrmacht; la squadra inviata per un sopralluogo non ha più dato notizie di se da alcuni giorni, quindi l’esercito ha pensato bene di sfruttare il sito per testare una nuova arma ed al tempo stesso ripulirlo da eventuali “problemi” … compito dei nostri eroi sarebbe semplicemente raggiungere il sito, dare una rapida occhiata in giro per vedere in che tipo di problemi possono essere incappati i membri della prima squadra e quindi piazzare un segnalatore radio che possa guidare il test della nuova arma … un gioco da ragazzi!

 

Ovviamente si accetta! E considerando che sarà la Wehrmacht a fornire tutti gli equipaggiamenti necessari, i nostri eroi nella preparazione della missione non badano a spese o ad eccessi e sono limitati solo dalle loro capacità (peccato che nessuno sappia guidare un carrarmato!), infatti solo su una cosa l’esercito è stato chiaro: non saranno assegnati ulteriori uomini alla missione.
Il giorno successivo si tiene una ulteriore riunione per definire meglio i dettagli dell’operazione ed il 18, all’alba, un aereo a reazione attende i nostri eroi all’aeroporto di Berlino per trasferirli velocemente a Rostok … forse si tratta solo di una dimostrazione di “forza” da parte della Wehrmacht, ma l’aver messo a disposizione dei nostri eroi una simile meraviglia tecnologica fa aumentare terribilmente la sensazione di essersi cacciati in un grosso guaio.

In capo a tre ore abbondanti  nostri eroi sono sbarcati a Rostok, hanno raggiunto la locale caserma della Wehrmacht da dove partiranno verso la zona paludosa, si sono equipaggiati nel migliore dei modi ed hanno preso possesso del loro veicolo, un semicingolato chiuso con mitragliatrice e lanciafiamme come equipaggiamento difensivo. È passato da poco mezzogiorno del 18 gennaio quando il pesante veicolo lascia le strade principali per dirigersi verso le zone paludose. Bastano un paio d’ore per giungere in vista della base da controllare … e per rendersi conto che allontanarsi dalle stradine sterrate potrebbe essere pericoloso a causa delle numerose mine qui disperse.

Il semicingolato si avvicina … all’improvviso, da dietro uno dei palazzi-bunker parte un razzo di segnalazione rosso … poi tutto tace, tutto resta immobile … ci si avvicina ancora … il cancello sembra semplicemente accostato ed all’interno aspetta un camion militare fermo … “Deve essere il veicolo della squadra che ci ha preceduto!” … tutto attorno ai nostri eroi è fermo, non si vedono movimenti di alcun genere, né segni di vita.

 

Si entra … nessuno scende dal veicolo …

Il camion che sembrava in perfette condizioni in realtà rivela un telone squarciato e segni di artigli sulle fiancate … all’interno sembra sporco di sangue … molto sangue. I nostri eroi si sforzano di cercare attorno a loro segni di morti o di qualsiasi altra cosa possa aver causato tutto ciò … ma niente! Da dove era partito il razzo fa capolino un soldato, armato fino ai denti e con l’espressione spaventata … si guarda attorno con sospetto e si avvicina lentamente al semicingolato strisciando lungo la parete dell’edificio.

All’improvviso qualcosa scuote la testa dei nostri eroi: come un colpo in testa fortissimo che lascia stordito l’ispettore … in posizione di armiere, nel frattempo, il giovane agente Kripo sembra sconvolto e comincia dapprima a tenere d’occhio ossessivamente i tetti degli edifici … poi cede alla follia e spara alcune raffiche di mitragliatrice, convinto forse di aver visto qualcosa …
Passano pochi istanti, tempo in cui il medico controlla lo stato dell’ispettore svenuto, e di nuovo qualcosa di strano accade … l’agente della toten-polizei alla guida è convinto di aver visto per un attimo due figure vestite di bianco, aggirarsi sui tetti dei due bunker … le raffiche di mitragliatrice del giovane Kripo fuori di se continuano … intanto un nuovo capogiro … ed il soldato della Wehrmacht si accascia al suolo vicino al muro …

 

Altri attimi di tensione … il medico suggerisce di avvicinarsi in retro al soldato per provare a raccoglierlo … il pilota approva e comincia la manovra … Ma una nuova misteriosa “botta in testa” complica ancora di più le cose … svengono tutti tranne il dottore che si trova improvvisamente a dover decidere se restare nel semicingolato o gettarsi fuori per salvare il soldato che rischia di venire travolto e schiacciato dai cingoli. Per un attimo il vecchio medico Kripo si trasforma in eroe e con una agilità che mai si sarebbe sognato di avere (ancora) si lancia davanti ai cingoli e trascina in  salvo il soldato svenuto … intanto il semicingolato termina la sua corsa scontrandosi con una rampa di accesso ad un terzo fabbricato-bunker.

Tutto tace …  tutto è fermo … ed il medico fa solo in tempo a notare anche lui le figure vestite di bianco sui tetti … ma è perplesso … sono bambini!

 

 

E qui finisce la sessione … lasciando i nostri eroi in una situazione decisamente scomoda e pericolosa!

21 Novembre 2012

 

 

18 gennaio 1958: follia?

Eravamo rimasti fermi nel bel mezzo dell’azione: da una parte la maggior parte dei componenti del gruppo sono svenuti all’interno del semicingolato, compreso il “feuerbrigade” alla guida; dall’altra il medico Kripo si è lanciato fuori dal mezzo per salvare dallo schiacciamento il soldato ritrovato nella base segreta … ci siamo quindi fermati con il medico a terra che si prende cura del soldato dopo averlo tratto in disparte e con il veicolo con il resto della squadra che arresta la sua corsa senza controllo contro una rampa di accesso di uno degli edifici-bunker del complesso.

 

NdDM: quanto segue accade in circa 15 minuti di azione … nella realtà sono state tre ore abbondanti di gioco intenso ed impegnativo.

Non c’è tempo … il rumore del camion questa volta è stato troppo forte e chiunque sia “in ascolto” deve averlo sentito. Il dottore si sincera della salute del soldato che ha appena salvato da morte certa … ma sente un ringhio provenire dall’edificio vicino a lui. La botta però non è del tutto negativa; il nostro reduce di guerra si riprende e per prima cosa si arrampica in torretta (scaraventando giù il povero agente Kripo privo di sensi) e si guarda attorno per meglio valutare la situazione …
E dai due palazzi più vicini escono ben sei morti … morti feroci (NdDM: più che feroci direi proprio “atrox” …) che fiutano la carne viva dei nostri eroi e cominciano ad attaccare: tre si gettano sul soldato ancora incosciente a terra, costringendo il dottore a difenderlo al meglio delle sue capacità … Gli altri tre cominciano a saltare verso la “torretta” per mordere il nostro eroe di guerra. Ha così inizio un furioso scontro tra i morti ed i due eroi (il dottore si affida alla sua pistola, l’ex soldato prende possesso della potente mitragliatrice in dotazione) …

Due contro sei sarebbe già di per se uno scontro impari, ma la poca pratica con le armi scelte dai due eroi complica ancora di più, se possibile, le cose … Forse per pura fortuna i morti decidono di avventarsi sull’uomo svenuto prima di attaccare il dottore e questo gli lascia il tempo di recuperare dalla cabina di guida l’affilata ascia del collega “feuerbrigade” …. Per il dottore è tempo di corpo a corpo … Intanto la mitragliatrice falcia due avversari e riesce per lo meno a rallentarli …
Il combattimento continua feroce … e sembra mettersi al peggio per i nostri due eroi coscienti (NdDM: condannando di conseguenza anche quelli incoscienti) … all’improvviso succede qualcosa di inaspettato: uno dei morti che attacca il dottore avvampa tra le fiamme e si consuma in pochi secondi senza alcun motivo … Intanto la mitragliatrice finalmente riesce a fermare del tutto uno degli altri tre morti … quattro contro due! La situazione migliora … e continua a migliorare quando mentre i nostri eroi tengono duro cominciano a riprendersi sia l’ispettore sia l’agente Kripo, rimasti svenuti fino ad ora … Quattro contro quattro! Sebbene i nostri eroi non si siano curati troppo del morto che si è incenerito da solo davanti ai loro occhi, si preoccupano molto di più quando una piccola figura vestita di bianco precipita in fiamme dal tetto di uno degli edifici-bunker vicini e si consuma con la stessa preoccupante velocità che aveva interessato il morto …

 

Le ultime fasi dello scontro si fanno più deliranti … il nostro cecchino si sente minacciato e, riprendenedo in mano il suo fucile, spara ad uno dei bambini sul tetto colpendolo alla testa … la battaglia però volge al termine e si fa via via più facilmente gestibile e la vittoria comincia a sorridere ai nostri eroi … non prima di due scene comunque epiche: da un alto il dottore prende letteralmente a calci il morto che nonostante sia privo della metà inferiore del corpo si è “arrampicato” sul povero soldato privo di sensi e cerca di cibarsi delle sue carni … dall’altra il giovane agente Kripo si diverte a spappolare le teste dei morti ormai immobilizzati, sparando loro praticamente a bruciapelo col fucile … NdDM: il tutto condito da frasi in perfetto stile “Schwarzenegger” o “Terminator” … frasi dallo stesso sapore di “Hasta la vista, Baby!” …

Il combattimento è finito … giusto in tempo medicare le ferite ricevute fino ad ora e per decidere il da farsi. Come prima cosa si sistema nel retro del semicingolato i due feriti (il soldato ritrovato ed il “feuerbrigade”) e si lascia che sia il giovane agente Kripo a mettersi alla guida ed a liberare il veicolo dalla scomoda posizione in cui si trova; poi ci si guarda attorno un po’ per capire come procedere …

 

Basterebbe pochissimo per completare la missione in tutta sicurezza … Ma l’ispettore non è soddisfatto e vuole vederci chiaro, specialmente su questi misteriosi “bambini” che appaiono e scompaiono dai tetti.
Localizzata una scaletta esterna l’ispettore opta per salire a dare un’occhiata accompagnato dal medico (curioso quanto lui); una volta sul tetto si trova faccia a faccia col cadavere del bambino a cui qualcuno aveva sparato durante lo scontro coi morti … a questo punto mentre il medico si dedica a prelevare un campione di sangue dal bambino morto a terra, l’altro nota un bambino sulla terrazza di fronte e spara mettendolo in fuga …

A questo punto anche il giovane agente Kripo sale sul tetto, spinto da un misto di curiosità e preoccupazione per i suoi compagni, e resta scioccato alla vista del bambino morto. Il medico fatica non poco a tranquillizzare il giovane ed a farlo ridiscendere dal tetto … rimasto solo l’ispettore si avvicina alla porta che dà verso l’interno dell’edificio, la socchiude e senza alcun motivo lancia al suo interno una granata per poi scendere in fretta dal tetto …

 

L’esplosione è fortemente attutita dalle robuste pareti dell’edificio-bunker … ma si comincia a sentire un sordo ruggito provenire da dentro l’edificio … i nostri eroi cominciano seriamente a pensare di essere precipitati in un grosso guaio.

Riunitisi tutti sul veicolo optano per un veloce allontanamento dalla base segreta, per vedere da lontano cosa sia stato “risvegliato” dalla granata … Ma la fuga non è così veloce come tutti speravano … il semicingolato risulta più difficile da guidare del previsto per il giovane agente Kripo. Così è per un soffio che il mezzo non viene centrato dall’esplosione della parete dell’edificio, sfondata dall’interno da una gigantesca creatura con gli occhi rossi ed iniettati di sangue …
A seguito dell’enorme massa anche cinque o sei bambini vestiti di bianco escono dallo squarcio nel muro … sembra che stiano cantando … e che uno di loro stia “parlando” con l’enorme creatura …
A questo punto mentre il giovane agente Kripo continua ad allontanarsi (accelerando e rallentando a caso seguendo le indicazioni caotiche dell’ispettore) e il medico fa del suo meglio per prendersi cura dei feriti e saltuariamente sale in torretta per dare un’occhiata alla misteriosa creatura; il tutto mentre i due veri e propri Gestapo si piazzano in torretta per avere una migliore visuale della situazione e per decidere le mosse future.

 

La creatura si rivela essere una specie di gigantesco orso mostruoso con lo sguardo iniettato di sangue … sembra più confusa che effettivamente inferocita … dapprima rivolge le sue attenzioni contro il veicolo dei nostri eroi, ma una granata lanciata malamente dal dottore, pur non centrandolo né ferendolo in alcun modo, lo spaventa a sufficienza da farlo tornare sui suoi passi … quindi si infuria contro uno dei bembini e lo spiaccica a terra con una zampata … e ancora un colpo di fucile del nostro cecchino lo centra in testa facendolo di nuovo cambiare bersaglio … di nuovo si rivolge contro i nostri eroi che però ormai sono abbastanza distanti …

Infatti il giovane agente Kripo, ligio agli ordini dell’ispettore, ha continuato a guidare il semicingolato allontanandosi dal “mostro”, ed a questo punto è già praticamente fuori dal perimetro recintato del sito segreto … la missione sembra ormai compromessa.

 

 

A questo punto si è interrotta la sessione … vedremo cosa succederà la prossima volta!

28 Novembre 2012

 

 

18 gennaio 1958: bagliori!

Di nuovo fermi nel bel mezzo dell’azione … con i nostri eroi indecisi se ritirarsi, tornare alla base per le cure del caso e per stabilire un nuovo piano d’azione e per tornare all’attacco, magari di notte; o se magari tentare un ultimo colpo di mano e sistemare al meglio il segnalatore per completare subito la missione.
Dapprima l’idea della ritirata sembra quella  favorita; l’ispettore non è convinto di rischiare le vite sua e dei suoi sottoposti tornando nel raggio di azione del gigantesco orso … Poi il “feuerbrigade” si riprende … e questa notizia ribalta la decisione del nostro eroe zoppo. “Entriamo! Facciamo il giro da dietro agli edifici … piazziamo il segnalatore e poi via alla massima velocità possibile! Ci portiamo a distanza di sicurezza e solo a quel punto decidiamo se aspettare ulteriori sviluppi o tronare semplicemente alla base!” … sembra semplice!

Così ci si prepara: il “feuerbrigade” alla guida, dato che è il più esperto; il nostro ex-soldato reduce di guerra si occuperà di attivare e piazzare la trasmittente, sembra che ne sia capace; il medico continuerà ad occuparsi del ferito all’interno del semicingolato; il tutto mentre il giovane agente Kripo si prepara a mitragliare il mitragliabile con l’arma “in torretta” e, sempre dalla torretta, l’ispettore dirige le operazioni e dà gli ordini. “Il piano d’azione è pronto!

 

Si va …

Il mezzo manovra bene ed il nostro agente Gestapo può scendere comodamente e prendersi tutto il tempo necessario ad armare in sicurezza il congegno che dirigerà il fuoco della misteriosa arma segreta … In un paio di minuti (che sembrano eterni) tutto è pronto, manca un ultimo interruttore …
CLIK
E dalla sommità del congegno spunta un conto alla rovescia … 60 secondi … l’ex-soldato mantiene un minimo il sangue freddo ed urla: “Meno di un minuto!” … poi si lancia atleticamente nel retro del semicingolato che parte il più velocemente possibile.
Il “feuerbrigade” fa del suo meglio alla guida (cercando anche di rispettare gli ordini del suo superiore) ma le capacità del mezzo sono limitate … inoltre rischia un po’ troppo passando vicino al gigantesco orso che con una zampata colpisce il blindato in movimento facendolo sbandare e perdere velocità …

 

La fuga è decisamente troppo lenta …

Allo scadere dei 60 secondi il veicolo è appena oltre al reticolato …

 

Una luce accecante è tutto quello che vedono i nostri eroi …

Poi una sensazione di calore e silenzio … un infinito ed irreale silenzio.

 


L’agente Gestapo è il primo a riprendersi. Dopo qualche secondo anche il medico Kripo riprende conoscenza. Si ritrovano nel retro del semicingolato, ma è tutto sottosopra … accanto a loro giace morente il soldato ferito che avevano raccolto solo pochi minuti prima, qualsiasi tentativo di salvarlo sembra inutile, nella precaria situazione in cui si trovano.
A fatica i due eroi escono dal mezzo … il silenzio irreale è rotto solo da un lamento … il loro superiore, l’ispettore, si trova a parecchi metri dal semicingolato (che ora è rovesciato con i cingoli che girano liberamente in aria) … il lamento non lascia dubbi, deve essere gravemente ferito. E così è! Le gambe spezzate … la schiena scoperta ed ustionata … gravemente ustionata. Anche le braccia sono malridotte … per ora è vivo ma avrebbe bisogno di cure serie, molto serie … cure che non è possibile praticargli qui … e ne avrebbe bisogno il più velocemente possibile.

Solo a questo punto il nostro reduce ed il medico si guardano intorno e si rendono conto della portata di ciò che è accaduto: al posto dei bunker c’è un cratere fumante, profondo appena una decina di metri, ma con evidenti tracce di roccia fusa … e tutto intorno per circa due kilometri tutto è bruciato ed arido … solo oltre si rivedono tracce del verde e degli arbusti della palude. “Ma che diavolo è stato?!

 

Ma non c’è tempo per porsi ulteriori domande … meglio cercare la radio e chiedere aiuto. La fortuna assiste i nostri eroi … la radio funziona ancora … mentre il medico prova a prendersi cura un minimo dei due feriti, l’ex-soldato prova a cercare qualcuno in ascolto, gli va bene chiunque … finalmente riesce a prendere contatto con qualcuno: la torre di controllo dell’aeroporto in cui loro stessi erano atterrati solo poche ore prima di questa follia.
Ovviamente il nostro eroe non perde tempo ed inoltra nel migliore dei modi la richiesta di aiuto e di soccorso medico; dall’altra parte gli rispondono affermativamente, ma lui capisce che c’è evidentemente qualcosa che non va … “Che la nostra morte fosse prevista?!” … in ogni caso fornisce tutte le indicazioni che gli richiedono su come raggiungerli, e chiude la trasmissione.

Tornato dal suo capo si rende conto che, a momenti e forse proprio grazie alle cure prestate dal collega medico, alcuni sprazzi di lucidità permettono all’ispettore di rendersi conto di ciò che li circonda e di dare qualche ordine ai suoi sottoposti. Appare evidente che la situazione è oltremodo grave e la reazione di chi era dall’altra parte della radio non suggerisce niente di buono. L’ispettore si rivolge al suo agente: “Per prima cosa trascinami vicino al mezzo … poi cerca gli altri e vedi cosa si può recuperare da questo macello!”.
Detto fatto …
Purtroppo però in pochi minuti la situazione si fa ancora più critica: il soldato ferito è ormai moribondo ed è evidente che è meglio prendere i dovuti provvedimenti del caso per evitare un fastidioso “risveglio”; purtroppo la stessa sorte tocca anche al “feuerbrigade”, rimasto schiacciato nella cabina di guida,  come se l’impatto col suolo fosse dovuto ad una caduta da diversi metri … tocca al nostro reduce prendersene cura: “C’è una certa ironia che io debba porre fine alla tua esistenza definitivamente, proprio con l’ascia che brandivi così fieramente! Ma farò con onore quello che deve essere fatto!” … del giovane agente Kripo non c’è traccia … sembra sia scomparso nel nulla … ma proprio mentre il nostro reduce lo cerca con attenzione, gli sembra di sentirne la voce, come un sussurro, dietro le spalle. Girandosi non vede nessuno … deve essere la tensione!

 

Senza troppa difficoltà si recuperano un po’ di armi e di dotazioni: “… niente lanciafiamme né mitragliatrici, purtroppo, ma comunque qualcosa per difendersi c’è!”. Portato vicino alla radio è l’ispettore questa volta che cerca un contatto per spiegare la situazione … niente di fatto … alcune frequenze sembravano aperte ma se c’era qualcuno all’ascolto non ha risposto comunque … la situazione, agli occhi del nostro esperto poliziotto, si fa sempre più nera. Così l’eroe zoppo capisce che la fine si avvicina e dà quello che crede essere il suo ultimo ordine: “Soldato! Dottore! Andatevene, fuggite … torntea alla base e trovate il modo di denunciare quello che è successo alla squadra! Siamo stati ingannati … forse! Salvatevi almeno voi due  …”. Il medico si prepara ad andarsene ed anche il soldato, comunque contrariato, ubbidisce comunque; recuperate razioni, armi e munizioni i due si incamminano, non prima di aver salutato il loro superiore; congedandosi con un “Signore! È stato un onore servire sotto di lei!” l’ex-soldato lascia un mitra carico nelle mani del suo “capo” morente.

Ormai solo il nostro ispettore continua a porsi domande su cosa sia successo, su cosa sia diventato il Reich, su cosa abbiano scoperto di così pericoloso da doverli eliminare … insomma si domanda il perché di tante cose, a partire da quel misterioso silenzio radio … e la risposta arriva dal cielo dopo pochi minuti.

 

Uno stuka in picchiata saluta i nostri eroi con la sua sirena … un chiaro segno di attacco … ma al termine della picchiata sulla testa dei nostri eroi (il buon agente Gestapo sopravissuto ed il medico Kripo sono riusciti ad allontanarsi solo di poche centinaia di metri) l’aereo non sgancia la sua mortale bomba ma anzi riprende quota e si allontana … solo dopo un paio di kilometri sgancia. L’esplosione scuote l’animo dei nostri eroi … “Forse qualcuno ci vuole ancora bene … forse c’è ancora un briciolo di speranza!” …
I due fuggitivi tornano sui loro passi per chiedere ulteriori spiegazioni al superiore … ma l’ordine resta lo stesso “Andatevene e salvatevi! Oppure sarete processati per tradimento!”. l’agente Gestapo forse non  capisce del tutto ma si allontana comunque e lo stesso fa il medico, forse un po’ più conscio dei rischi che si apprestano a correre. I due si incamminano di nuovo lungo le stradine sterrate delle paludi; il soldato ha un’espressione seria tesa e pensieroso … ed sente ancora con un sussurro nelle orecchie la voce del giovane agente Kripo scomparso nel nulla … un sussurro inquietante che gli ripete “Sarò sempre qui con te!”.

I due camminano di buon passo; dopo aver percorso qualche kilometro un rumore in lontananza li spinge a cercare riparo istintivamente: i due eroi si gettano in un fosso e nascosti dalla vegetazione (qui ancora rigogliosa) attendono il passaggio di quello che si rivela essere un camion delle SS … un camion nero diretto verso il luogo dove si trova l’ispettore … guardando dal mirino telescopico il nostro ex-soldato riesce a rendersi conto di quanto accade.

 

Dal camion smontano dieci soldati in divisa nera accompagnati da un medico nel suo camice bianco e da un ufficiale SS con il volto e le mani coperti di bende (NdDM: vi ricordate di Herr Fremmen?). l’ufficiale guarda inespressivo verso l’ispettore moribondo, quindi con la sua voce, monotona ed inespressiva anch’essa, sentenzia: “I tuoi superiori … i tuoi amici … tutti ti hanno abbandonato! Se vuoi vivere devi servire me! Accetti di servirmi, per il Reich?” … il nostro eroe zoppo replica con un filo di voce “Accetto! Non ho altra scelta!” … “Perfetto! Vedo che hai capito come stanno le cose!” ribatte l’ufficiale SS. Quindi fa un cenno al medico che immediatamente estrae una siringa da una custodia e pratica un’iniezione al nostro eroe.

E l’ex-soldato (l’unico a poter vedere le cose con chiarezza nonostante la distanza grazie al mirino telescopico del suo fucile) assiste a qualcosa di incredibile … a metà strada tra il miracoloso e la follia. Riesce a vedere il suo superiore che si rialza in piedi e si mette rigidamente sull’attenti di fronte all’ufficiale SS, incurante di dolore e ferite subite … “Non avrebbe potuto nelle sue condizioni!” … Poi lo osserva meglio e l’espressione, il ghigno che vede dipinto su quella faccia un tempo seria e severa non lascia presagire niente di buono.
L’istinto di sopravvivenza e la voce sussurrata del giovane agente Kripo scomparso nel nulla lo invitano a darsi alla macchia … a trovare un modo diverso di raggiungere Berlino … lo invitano a cercare un modo per vendicare la sua squadra! Tirandosi sulla testa il cappuccio del giaccone militare si avvia attraverso i campi minati della palude verso chissà dove … sembra quasi essersi dimenticato di non essere da solo. Il dottore lo segue, nemmeno lui ha altra scelta … e poi il suo passo è così sicuro, sembra quasi conoscere la posizione di ogni singola mina … Ed in effetti qualcosa dentro di lui si è svegliato colmo di rabbia e gli permette di percepire i pericoli (mine comprese) con estrema chiarezza!

 

Una profonda sete di vendetta comincia ad ardere nel cuore del nostro ex-soldato!

 

Qui finisce la mia, anzi la nostra, prima lunga e cupa campagna di Sine Requie ambientata nel IV° Reich!

Così si conclude la prima saga nel IV° Reich di questo mondo cupo di Sine Requie. Lo so! Forse non è una vera e propria conclusione quanto uno spunto per un nuovo e possibilmente più cupo inizio ... chi può dirlo? Per ora comunque smetto i panni del Dungeon Master Cartomante per un po' ... dopotutto masterizzare SineRequie è molto ma molto pesante ed impegnativo ed ora come ora non ne ho la forza.

Come ho sempre fatto, anche questa volta il MIO IV° Reich è stato forse piuttosto lontano dal quello ipotizzato dagli autori dei manuali e/o da quello sognato/immaginato dai miei giocatori; sono partito con un "giallo/noir" per sfumare nel "horror da B-movie" e nel quasi fantascientifico, andando a pescare nei manuali ufficiali più i piccoli dettagli coloriti che il gusto dell'insieme ... ho preferito puntare sulla "misteriosa arma solare" di cui ci sono solo un paio di piccoli riferiferimenti piuttosto che su cose molto più complesse e ben descritte ma lontane dal mio gusto personale.

Sarà forse perchè nel creare questa storia, che alla fine è risultata a tratti delirante e sconclusionata, ho pescato a piene mani da soggetti fantascientifici, forse poco adatti. Credo sia passata per la mente a tutti quelli che hanno dato un'occhiata qui, una leggera ispirazione ad AKIRA (capolavoro di fumetto e animazione); e difatti non è mica un caso che per me l'avventura si chiami "Progetto A", di conseguenza anche la "misteriosa arma solare" l'ho associata immediatamente al famoso satellite SOL di Akira ... certo le cose sono state proposte ion altro modo ed hanno preso qualche piega diversa, ma non voglio certo nascondermi dietro ad un dito ... da lì l'ispirazione è arrivata.

 

Qui di seguito troverete l'avventura da scaricare così com'è ridotta allo stato attuale delle cose ... è un po' incompleta anche perchè, come dicevo, le cose hanno preso diverse pieghe inaspettate durante le sessioni di gioco, però magari potrebbe tornare utile a qualcuno, magari solo in parte, magari come spunto.

E comunque ...

Grazie a tutti! 

Ricky, the Dungen Master!

Scarica il PDF dell'avventura: